In Svizzera le condizioni di lavoro sono complessivamente buone

Le condizioni di lavoro in Svizzera sono fra le migliori in Europa. Lo rivela un'inchiesta condotta in 31 paesi alla quale per la prima volta ha partecipato anche la Confederazione.
La Svizzera è in ottima posizione riguardo la soddisfazione sul posto di lavoro e la compatibilità lavoro-famiglia. Può invece fare di più per quanto concerne l’assegnazione di posti dirigenziali alle donne.
Finora mancavano in Svizzera dati completi e paragonabili a livello internazionale sulle condizioni di lavoro. Su iniziativa della Segreteria di stato dell’economia (SECO), la Confederazione ha perciò voluto colmare la lacuna partecipando per la prima volta a un’inchiesta europea in tal senso.
L’inchiesta, condotta dal 1990 con frequenza quinquennale dalla Fondazione europea per il miglioramento della vita e delle condizioni di lavoro, ha rivelato che nel confronto europeo la Confederazione offre condizioni di lavoro valutabili dal buono al molto buono. “In quasi tutti i criteri analizzati siamo fra i migliori”, ha affermato Jean-Daniel Gerber, segretario di Stato dell’economia e direttore della SECO, durante la presentazione del rapporto martedì a Berna.
L’indagine per il 2005 – svolta in Svizzera su iniziativa della SECO in collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale – offre una visione d’insieme in 31 paesi europei e comprende temi quali sanità, organizzazione del lavoro, orari, compatibilità tra vita professionale e vita privata, lavoratori anziani e possibilità di perfezionamento professionale.
Punti positivi…
Particolarmente positiva in Svizzera è la soddisfazione sul posto di lavoro. Ben il 91% degli intervistati si dichiarano contenti della propria attività lavorativa in generale. Solo in Danimarca, Norvegia e Gran Bretagna la percentuale è superiore.
Anche per quanto riguarda i problemi di salute e i carichi eccessivi sul posto di lavoro, i valori elvetici si trovano nettamente al di sotto della media europea. L’88% delle persone intervistate afferma che i loro orari di lavoro sono in generale bene o molto bene compatibili con obblighi familiari o sociali.
Fra gli altri fiori all’occhiello elvetici vi è il fatto che molte persone attive partecipano a postformazioni finanziate dal loro datore di lavoro.

Altri sviluppi
Segreteria di Stato dell’economia (SECO)
…e negativi
Lo studio lascia tuttavia trasparire qualche punto negativo. Quasi un terzo degli intervistati afferma di soffrire di problemi di salute dovuti alla loro attività professionale. Lo stress, il mal di schiena, di spalle o alla nuca sono fra i problemi fisici più citati.
Fra i fattori che possono essere migliorati vi è sicuramente quello della posizione delle donne in seno alla ditta. I posti dirigenziali sono ancora troppo spesso “affare di uomini”.
“In Svizzera solo il 21% degli intervistati annovera una donna fra i suoi superiori. Una cifra che ci posiziona fra i fanalini di coda a livello europeo”, afferma Doris Bianchi, segretaria centrale dell’Unione sindacale svizzera, sottolineando che ad esempio in Finlandia questa percentuale è molto superiore (39%).
Potenziale femminile poco sfruttato
La scarsa rappresentazione di donne in seno agli organi di decisione e di direzione dipende secondo Doris Bianchi essenzialmente dal lavoro a tempo parziale: in nessun altro Stato europeo si registrano così poche donne che lavorano a tempo pieno (39%).
“La strategia applicata dalla Svizzera in ambito di compatibilità fra professione e famiglia – ossia l’accento posto sul lavoro a tempo parziale delle persone di sesso femminile – si è rivelata un ‘distruggi carriera’”, aggiunge. Fra le possibili soluzioni a questo problema, la sindacalista propone di lanciare un’offensiva nazionale in ambito di accoglienza extrafamigliare dei figli, che “non deve più rimanere una questione prettamente privata”.
Lo studio non è destinato a rimanere lettera morta. “Prenderemo contatto con i diversi ispettori del lavoro cantonali, affinché effettuino dei controlli tenendo conto in modo particolare dei punti dolenti risultanti dal rapporto”, ha detto a swissinfo il direttore della SECO, secondo cui anche in futuro la Svizzera continuerà a partecipare a questa inchiesta europea.
swissinfo e agenzie
La Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita è stata creata dal Consiglio d’Europa nel 1975 e ha sede a Dublino, in Irlanda.
Si tratta di un organo tripartito composto da rappresentanti dei governi degli Stati membri, dei datori di lavoro e dei sindacati.
Il suo scopo è quello di contribuire alla concezione e all’instaurazione di condizioni di vita e di lavoro migliori, tenendo conto delle diverse politiche vigenti in Europa.
Fornisce informazioni alle diverse istituzioni sugli obiettivi e gli orientamenti possibili, fornendo loro diversi dati tecnici e scientifici.
Fra i suoi settori di analisi si annoverano in particolare: le condizioni di lavoro, l’equilibrio fra vita privata e professionale, le relazioni fra lavoro e partecipazione dei lavoratori, la coesione sociale.

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