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L’altra metà del cielo sopra Locarno

Carla Speziali, sindaco donna nella città delle donne: Locarno. Città di Locarno

Ha vinto lo "Swiss Award" per la politica: Carla Speziali, sindaco della città sul Verbano, è stata premiata per la sua creatività e concretezza.

E con le sue colleghe di Municipio dimostra ogni giorno che collaborare in modo costruttivo non è solo un affare di uomini.

La città di Locarno è diversa dalle altre: in Municipio, infatti, le donne sono in maggioranza e sono state elette sulle liste di quattro partiti diversi: Liberale radicale, Socialista, Popolare democratico e Lega dei ticinesi.

Un bell’esempio di rappresentanza femminile in politica, che però resta un caso ancora un po’ troppo isolato. E un esempio costruttivo tra forze politiche diverse.

swissinfo: Carla Speziali, Locarno città delle donne. Come ci si sente a capo di un’amministrazione a maggioranza femminile?

Carla Speziali: Lavoriamo molto bene insieme, siamo una squadra. Nel compiere il nostro lavoro investiamo entusiasmo, energie, competenze, rigore. Ognuna di noi ha delle precise responsabilità per quanto riguarda il proprio dicastero, ma non perdiamo mai la visione di insieme.

In Municipio, oltre a quattro donne, ci sono però altri tre municipali. Ed è chiaro che per gli uomini, abituati a posizioni di maggioranza, la situazione rovesciata è sicuramente un fatto nuovo. Se però contiamo anche il segretario comunale, siamo quasi in parità…

swissinfo: La socialista Yvette Jaggi – che a Losanna si faceva chiamare “sindaca” – riteneva che le donne, rispetto agli uomini, sapessero pensare in termini di generazioni. Una visione condivisibile?

C.S.: Non credo che gli uomini non sappiano essere lungimiranti. Innanzitutto per un motivo molto semplice: la lungimiranza deve essere, a mio avviso, una delle prime virtù di chi fa politica, indipendentemente dal genere.

Chi si mette al servizio della collettività deve, per forza di cose, pensare al futuro, guardare lontano e, di conseguenza, pianificare le opzioni politiche nella durata.

Per quanto riguarda il nome, l’idea di farmi chiamare sindachessa era in ogni caso esclusa, ma neppure “sindaca mi piaceva. Ho allora optato per la formula “signora sindaco” che, del resto, è stata bene accolta. Mi piace. Anche perché ritengo che tutte le donne siano delle signore.

swissinfo: Quanto è “difficile” per una donna fare politica?

C.S.: Fare politica è difficile per tutti, donne e uomini. Mettersi al servizio della “cosa pubblica”, della collettività, richiede davvero molto impegno e tanta dedizione. Ma soprattutto occorre credere in quello che si fa e nel ruolo che i cittadini ti hanno affidato.

Io ritengo che la politica sia prima di tutto una questione di ideali. E sono gli ideali che mi hanno spinto a fare politica e che mi motivano ogni giorno. Le sfide sono tante, i problemi sempre più complessi: senza passione e convinzione non riesco ad immaginarmi la politica.

Certo, bisogna fare i conti anche con le fatiche, con i conflitti, con le diverse sensibilità. E nel mio ruolo di sindaco la capacità di mediare è fondamentale.

I confronti a muso duro non solo sono inutili, ma se irrisolti riaffiorano in continuazione e, in qualche modo, bloccano o ostacolano il lavoro. Mediare, darsi sempre la pena di fare la sintesi di tutte le voci, anche quelle fuori campo, fa parte del mio lavoro.

swissinfo: La Svizzera per quanto riguarda la presenza femminile in parlamento è retrocessa dal 22esimo al 27esimo posto. Ed è superata pure dall’Afghanistan…

C.S.: Non è lusinghiero che un paese come la Svizzera faccia peggio dell’Afghanistan, un paese lacerato dalla guerra e dove le donne sono ancora molto discriminate. Impossibile non porsi degli interrogativi. Ma è anche difficile dare una spiegazione.

Spesso nella vita di una donna si sommano diversi ruoli: moglie, madre, lavoratrice. Ritagliarsi il tempo anche per la politica non è affatto evidente. Ad ogni modo una donna che decide di entrare in politica deve sapersi organizzare.

Sì, perché senza organizzazione mettere insieme i tempi della cura, della professione e della politica è praticamente impossibile. Le donne devono inoltre essere messe nelle condizioni per potere compiere questa scelta.

Ci vuole molta resistenza, non lo nego. Io, per esempio, devo far quadrare i miei impegni tra lo studio legale e il Municipio. E poi devo anche pensare a mio figlio. Quando prima dicevo che per la politica ci vogliono passioni e ideali, è anche per questo motivo.

swissinfo: A volte le donne si auto-eliminano… E spesso si sposta subito il discorso sulle competenze… mentre la promozione di uomini perfettamente incompetenti non ha mai posto, finora, problemi…

C.L.: Sono un po’ reticente verso questo genere di discorsi. Spesso il volere mettere l’accento sui conflitti – presunti e reali – tra le donne significa cristallizzare un cliché che le vuole sempre litigiose. Non sono d’accordo. E Locarno è l’esempio che smentisce questa visione.

Avere delle idee diverse e difenderle è più che legittimo. Il salto di qualità è, come dicevo, fare la sintesi nell’ottica del bene comune. La mia esperienza personale è fatta inoltre di tanta solidarietà femminile. E questo affetto che le donne, ma anche gli uomini, mi trasmettono, è davvero molto bello. Fornisce una carica incredibile.

E’ vero che finora le donne hanno sempre dovuto dimostrare di valere più degli uomini e che alle donne si chiede molto di più. Ma sono convinta che la mediocrità e l’incompetenza non abbiano sesso.

swissinfo: Le donne devono forse usare gli stessi strumenti di potere degli uomini per avere successo?

C.L.: Innanzitutto credo che una persona debba essere coerente con se stessa ed usare le risorse che ha dentro di sé. Non ho mai concepito la politica in termini di potere, ciò non toglie che quando si accede a certe cariche si hanno delle responsabilità e, pertanto, si devono assumere.

Io credo nel dialogo, nel confronto, nell’ascolto, nell’apertura. Sono un po’ i punti cardinali della mia Rosa dei venti, tanto in politica, quanto nella vita di tutti i giorni. E non posso proprio dire che non mi abbiano indicato la giusta direzione….

swissinfo: Quanto conta l’educazione in un discorso di emancipazione sociale e culturale. Lei è madre di un maschio…

C.S.: Per una donna che ha sempre creduto nell’emancipazione, educare un figlio maschio è una grande responsabilità, ma è soprattutto una bellissima esperienza, che arricchisce profondamente e che fa capire anche a me molte cose.

Luis ha vissuto con me la fase precedente la consegna del premio “Swiss Award”, mi è stato molto vicino. E quando gli hanno chiesto se fosse fiero di sua madre, ha risposto affermativamente.

Ma ha anche precisato: “Sono sempre stato fiero di mia madre, anche prima”. Le lascio immaginare l’effetto che una frase così ha avuto su di me….

swissinfo: Come gioca la partita della sua vita?

C.L. Quando scendo in campo mi posiziono sempre all’attacco e punto sulla rete. Prontissima a mettermi anche in difesa, ma quando prendo la palla e sento le urla di sostegno degli spettatori, allora vado dritta davanti alla porta per segnare!

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

7 i municipali di Locarno: quattro donne e tre uomini.
A gennaio 2005 la quota di donne negli esecutivi dei 121 Comuni con più di 10 mila abitanti era del 24,9%
Negli esecutivi comunali le donne detengono quindi quasi un mandato su quattro, ma solo un sindaco su nove è donna
La quota di donne alla testa degli esecutivi non è infatti neanche del 12%
Su 121 comuni con meno di 10 mila abitanti le donne sindaco sono 14
All’inizio del 2005 tutte le Città con più di 50 mila abitanti erano guidate da uomini

Carla Speziali, 44 anni, avvocata e dottore in giurisprudenza, è stata eletta sindaco della città di Locarno nel 2004 sulla lista del Partito liberale radicale (PLR). E’ la prima donna nella storia della città ad accedere a questa carica.

Divide la sua vita professionale tra il Municipio e lo studio legale. Figlia dell’ex consigliere di Stato ticinese Carlo Speziali, è madre di un figlio di 14 anni. E’ attualmente presidente dell’Associazione dei comuni urbani ticinesi.

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