L’ occhio bionico: una nuova ottica sul mondo

Un gruppo di ricercatori del Politecnico di Losanna vuole ridare la vista ai non vedenti, inserendo nell’occhio di questi malati un microchip in sostituzione della retina.
Una speranza per milioni di persone nel mondo che soffrono di disturbi alla retina, spesso all’origine della cecità.
“Le prospettive per la realizzazione di questo progetto migliorano costantemente perché siamo riusciti ad unire le nostre conoscenze fisiologiche con quelle tecniche”, spiega a swissinfo Philippe Renaud dell’Istituto federale di tecnologia.
L’istituto, un laboratorio che fa parte del Politecnico federale di Losanna, collabora con l’Ospedale universitario di Ginevra.
Un occhio umano ha milioni di cellule che trasformano la luce in impulsi elettrici. Attraverso il nervo ottico questi ultimi vengono inviati al cervello, che li interpreta.
In molte persone che perdono gradualmente la vista, questi gruppi di cellule, detti fotoricettori, funzionano male o non funzionano affatto.
Tuttavia anche se queste cellule, inserite nella retina, hanno subìto un processo degenerativo, il contatto con il cervello è spesso ancora intatto.
Sensori artificiali
I ricercatori sono convinti che un sensore artificiale possa sostituire le cellule danneggiate, esercitando la loro funzione.
I microchips devono però essere abbastanza piccoli, per essere impiantati nell’occhio, e compatibili con il tessuto oculare circostante.
Il chip creato dai ricercatori svizzeri ha una superficie di 1,5 millimetri quadrati e uno spessore di un cinquantesimo di millimetro.
Un lato del chip è lungo un millimetro ed è composto di 14 liste. Ognuna di esse è munita di 14 cellule artificiali, i cosiddetti pixel.
Se i ricercatori riusciranno ad inserire nel chip un numero ancora più grande di cellule, la risoluzione delle immagini sarà nettamente migliore.
Vari esperimenti hanno dimostrato che una risoluzione di 100 pixel basta per leggere singole lettere sullo schermo di un computer.
Per ristabilire una vista normale ci vogliono in generale almeno 500 pixel.
Il chip creato in Svizzera si compone di vari strati di materiali diversi fra cui figurano il silicone e l’alluminio.
“Entrambi i materiali non sono stabili nel corpo ma tendono ad alterarsi. Per questo abbiamo impacchettato il microchip in plastica biocompatibile e coperto gli elettrodi con platino”, spiega Dominik Ziegler, che ha collaborato al progetto.
Esperimenti umani
Finora il team svizzero ha sperimentato il chip su topi. Esperimenti su cavie umane non sono previsti per i prossimi cinque anni.
Fra i malati che aspettano con impazienza di poter beneficiare della nuova invenzione vi sono le persone afflitte da retinite pigmentosa, una rara malattia ereditaria che provoca la cecità distruggendo la retina e provocando un processo degenerativo della macula.
Questa degenerazione è all’origine del deterioramento della parte centrale della retina soprattutto nelle persone anziane.
Negli Stati Uniti pazienti ciechi sono riusciti a vedere la luce e in alcuni casi anche delle sagome grazie a una retina artificiale inserita negli occhi.
swissinfo, Vincent Landon
(Adattamento italiano: Elena Altenburger)
Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di disturbi alla retina
La retina è la membrana del fondo oculare, sensibile alle stimolazioni luminose
Se è danneggiata i ricettori di luce non lavorano e la persona perde la vista

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