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Tocca e vedi

Per persone cieche una consuetudine, per le modelle il contatto è un momento insolito swissinfo.ch

Una sfilata di moda fatta su misura per persone cieche e ipovedenti, una prima assoluta che ha regalato emozioni.

Il contatto fisico, un’esperienza quotidiana per chi non vede, eccezionale invece per le modelle, che a volte sembrano di un altro pianeta.

Una prima nazionale, probabilmente mondiale. Per due giornate, a Zurigo e a Losanna, le persone cieche e ipovedenti hanno potuto partecipare ad un evento di moda pensato su misura per loro.

“Touch and see” (tocca e vedi) è stato organizzato per festeggiare il centenario dell’UCBC, organizzazione mantello di 50 associazioni svizzere per il bene dei ciechi.

Le mani emozionate

La passerella è un percorso fra la gente: un labirinto di sedie disposte una di fronte all’altra, a formare un sinuoso serpentone dove sfilano modelle e modelli.

Gli altoparlanti diffondono un commento sonoro: sono le voci degli stilisti che raccontano nei particolari la loro collezione.

È moda da toccare e le modelle si fermano per fare accarezzare alle persone cieche vestiti da sera e pezzi d’avanguardia.

Cento mani emozionate che sfiorano cuciture e si soffermano sui materiali; e per una volta le mannequins non sono mute e distanti: raccontano i capi che hanno indosso, ne sottolineano la comodità e la morbidezza, indugiano ancora un minuto, per illustrare il taglio di una gonna o di uno strano top a incrocio che lascia nudo il seno e la schiena.

Un’esperienza eccezionale

La parola d’ordine è: contatto. Un’esperienza quotidiana per chi può vedere solo attraverso le proprie mani.

Una novità assoluta per i professionisti della moda: modelle abituate a sfilare su passerelle lontane, stiliste che di solito si affacciano solo per raccogliere applausi o per incontrare giornalisti.

“Touch and see” mescola le carte e costringe tutti, vedenti e non vedenti, a tornare sulla terra: sono le mani, e il cuore, a farla da padroni.

“Un’esperienza eccezionale”, ripetono tutti: vedenti e non vedenti. Obiettivo centrato per Quer-design, l’agenzia svizzera per la moda alla quale l’UCBC si è rivolta per vincere una scommessa: “Cercavamo qualcosa di nuovo, che potesse piacere anche ai nostri associati più giovani”, racconta Denise Cugini Buccino, portavoce dell’organizzazione.

“E soprattutto, volevamo un evento che non fosse la solita iniziativa di beneficienza, alla quale partecipare in nome di buoni sentimenti”.

Tutti emozionati

Giuseppina, svizzera e siciliana, arriva da La Chaux de Fonds insieme a suo marito. Indossa un completo giallo limone, una spilla vistosa appuntata al bavero, il viso bello incorniciato da un taglio di capelli elegante, neanche uno spillo fuori posto.

Giuseppina è cieca e soprattutto molto curiosa. Salta in piedi per accarezzare i vestiti e quando scopre una manica di seta fuori dal comune sobbalza ed esclama: “Ehi, è bellissima!”.

Il suo entusiasmo muove alle lacrime una signora benvestita e ben vedente: “È commovente”, esclama tirando fuori il fazzoletto.

Ma non c’è molto da piangere: è gioia pura quella che puoi leggere sui volti di donne cieche giovani e anziane, che finalmente possono godersi una sfilata di moda.

I colori visti con il cuore

“Io adoro il rosa”, esclama una bimba non vedente di tredici anni, mentre le designer di Xess+Baba, label di successo zurighese, descrivono la loro ultima collezione “candyglow”.

Il rosa, lei, non l’ha mai visto in vita sua: non l’ha visto con gli occhi, feriti dalla nascita. Ma lo vede per immagini: rosso come il fuoco, giallo come il sole.

Spiega Giuseppina: “Il mio stile è classico ed elegante: mi piace il nero, il rosso, il bianco. Sono colori che so che mi stanno bene: i miei genitori mi hanno insegnato quando ero molto piccola a vestirmi adeguatamente. Poi ho seguito un corso presso l’associazione: mi hanno insegnato a truccarmi e a scegliere gli abiti che rispondono ai miei gusti. Mio marito mi aiuta moltissimo… ma ho anche una macchinetta che mi dice di che colore sono i capi”.

Giuseppina si innamora della collezione di Nuit Blanche, giovane casa di moda di Ginevra: sontuosi abiti da sera di seta, tagli asimmetrici, bianco candido per i completi da giorno.

Successo oltre ogni aspettativa

Non trova le parole il presidente dell’associazione, André Assimacopoulos: “Quello che sto vedendo supera ogni mia aspettativa: è la dimostrazione che e’ possibile realizzare un evento che mette insieme ciechi e vedenti”.

E ricorda il prossimo appuntamento, stavolta politico: fra i nove quesiti in votazione federale il 18 maggio, uno chiede di aggiungere un articolo alla nuova legge sui disabili.

Un articolo che rivendica la “libertà d’accesso”: fare in modo che negli spazi pubblici, laddove sia economicamente sostenibile, sia garantito l’accesso agli handicappati.

Che ci sia un’alternativa ad un’erta scala, ma anche che si tenga a mente che un Bancomat di ultima generazione, dove i comandi sono su uno schermo a cristalli liquidi, sono un ostacolo insormontabile per una persona che non ci vede, o ci vede molto poco.

swissinfo, Serena Tinari, Losanna

Non guardare bensì toccare: i ciechi sfiorano e accarezzano le stoffe e le cuciture. Per loro, abituati a guardare attraverso le mani, un fatto più che normale. Per le modelle, solitamente al riparo dal contatto diretto con il pubblico, una sensazione insolita.

Oltre al tatto, sono le spiegazioni e le descrizioni sonore degli stilisti e delle modelle ad illustrare la moda del momento per gli spettatori che non vedono.

La prima sfilata di moda per ciechi e ipovedenti riserva emozioni forti per tutti: pubblico, organizzatori, mannequins.

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