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Per il personale della Posta, la lotta continua

Impiegati della posta manifestano il loro malcontento a Lugano Keystone

2000 dipendenti della Posta hanno seguito l’appello dei sindacati e venerdì hanno incrociato le braccia per due ore in sette città svizzere.

Il personale si oppone allo smantellamento del contratto collettivo di lavoro e alle misure previste nel quadro della ristrutturazione.

“Se la Posta non farà delle concessioni, per il 21 aprile prossimo sono previste altre azioni di protesta”, scrivono i sindacati della Comunicazione e Transfair in un comunicato, lasciando trapelare l’intenzione di ricorrere a proteste molto più dure.

Centinaia di dipendenti hanno risposto all’appello dei sindacati a Losanna, Ginevra, Bienne, Basilea, Berna, Lucerna, Zurigo, San Gallo. In Ticino, la posta principale di Lugano è stata bloccata per mezz’ora.

Il contratto collettivo di lavoro (CCL) per i dipendenti della Posta scade alla fine di quest’anno. I negoziati per il rinnovo del CCL inizieranno in marzo.

Alla vigilia di queste trattative, la Posta ha annunciato di voler diminuire le prestazioni sociali ed affidare a ditte specializzate esterne compiti finora svolti all’interno dell’ex-regia federale.

La direzione è convinta che una diminuzione delle spese sociali e una riduzione degli effettivi potrebbero avere un effetto positivo sul bilancio del gigante giallo.

Lo sdegno dei dipendenti

Personale e sindacati insorgono e ricorrono ad azioni di protesta temendo uno smantellamento del servizio pubblico, una diminuzione dei salari, l’aumento dell’orario lavorativo e dei licenziamenti di massa.

“Il deterioramento delle condizioni di lavoro non ha mai portato una ditta al successo”, afferma il sindacato della Comunicazione, che rinfaccia alla Posta di “aver lanciato una campagna” prima ancora dell’inizio dei negoziati.

In effetti, già in gennaio la direzione della Posta aveva comunicato la necessità di procedere ad ulteriori ristrutturazioni, per garantire il futuro della compagnia.

“Le ristrutturazioni non saranno mai finite” aveva allora specificato Ulrich Gygi, direttore generale della Posta.

Gygi aveva inoltre ribadito che per restare competitiva la Posta avrebbe dovuto adattarsi alla liberalizzazione del mercato.

“Nel luglio del 2003 e lo scorso gennaio”, dice a swissinfo Christian Levrat, presidente centrale del sindacato della Comunicazione, “il direttore generale ha dichiarato davanti ai media che i salari dei suoi dipendenti erano troppo alti. Il personale ha interpretato questa dichiarazione come una provocazione”.

Le richieste dei sindacati

Il sindacato è indispettito dall’atteggiamento della direzione. “La direzione esprime il suo punto di vista in pubblico senza nemmeno informarci”, s’indigna Levrat.

Prima di entrare nel merito delle trattative il sindacato chiede pertanto delle garanzie: la garanzia d’impiego, la garanzia sui salari nominali attuali e la rinuncia ad una regionalizzazione degli stipendi.

“Le regioni periferiche, già vittime del ridimensionamento della Posta, con la conseguente chiusura di molti uffici postali sarebbero nuovamente penalizzate”, dichiara il presidente del sindacato della Comunicazione.

La reazione della Posta

La Posta deplora il ricorso ad azioni di protesta da parte dei propri dipendenti.

“Ci dispiace che il personale prenda di queste iniziative prima ancora che le trattative siano iniziate”, dichiara a swissinfo Oliver Flüeler, portavoce della Posta.

“Abbiamo sempre specificato che le nostre condizioni di lavoro sono nettamente migliori di quelle abitualmente in vigore nel settore”, sottolinea Flüeler.

Il portavoce della Posta ricorda che se il “gigante giallo” non resta concorrenziale, la Posta si vedrà confrontata con molti problemi.

“Con la soppressione del monopolio postale sull’invio di pacchi, rischiamo di perdere ordinazioni e lavoro”, spiega Oliver Flüeler.

swissinfo e agenzie

La Posta ha ca. 56’000 collaboratori
17 milioni di lettere e 500’000 pacchi vengono trasportati ogni giorno
826 milioni di transazioni di traffico di pagamenti sono effettuate ogni anno
In tutto il Paese esistono 2’921 uffici postali
La cifra d’affari annua supera i 6,2 miliardi di franchi

Venerdì, per due ore, 2000 dipendenti della Posta, sostenuti dai sindacati, hanno incrociato le braccia in segno di protesta.

200 persone hanno manifestato a Losanna, Ginevra, Bienne e Basilea. 300 a Berna, Lucerna e Lugano. 250 a Zurigo e 150 a San Gallo.

La Posta è un’azienda autonoma di diritto pubblico di proprietà della Confederazione.

L’autonomia di gestione è stata varata dal parlamento nel 1998.

Negli ultimi anni il monopolio dei servizi postali è stato più volte abbassato, permettendo alla concorrenza di allargarsi.

Secondo i sindacati, nell’ambito della ristrutturazione della Posta, 4’000 impieghi dovrebbero essere soppressi.

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