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Come funzionano le ‘baby-finestre’ in Svizzera?

Une boîte à bébés
In Svizzera ci sono otto baby-finestre allestite in ospedali. Keystone / Peter Schneider

L'abbandono di una neonata in una discarica a inizio gennaio ha suscitato forte commozione nella popolazione. Eppure, in Svizzera ci sono diversi 'sportelli' per neonati che consentono alle madri disperate di abbandonare il bebè senza metterlo in pericolo.

Un dramma ha scosso la Svizzera all’inizio dell’anno: un passante ha scoperto una neonata in un’area di smaltimento dei rifiuti del canton Berna. La bambina, in stato di ipotermia, era in uno stato critico. La madre è stata rapidamente rintracciata dalla polizia. Ha spiegato di aver scelto volontariamente un luogo frequentato per abbandonare la figlia, nella speranza che venisse trovata in fretta.

Eppure, la Svizzera dispone di una soluzione di emergenza per le madri disperate: diversi ospedali hanno allestito delle cosiddette ‘baby-finestre’. Spiegazioni.

È un dispositivoCollegamento esterno che consente a una donna di abbandonare il suo neonato senza metterlo in pericolo e restando anonima. Alcuni ospedali hanno allestito una sorta di ‘sportello’ in un luogo discreto della loro struttura. Le mamme possono aprire la finestrella e adagiare il neonato in una culla riscaldata. Dopo qualche minuto, scatta l’allarme e il bebè viene preso in consegna dal personale sanitario.

Nel vano c’è una lettera destinata alla madre in cui ci sono consigli e una lista di contatti dove chiedere aiuto. Se dovesse cambiare idea, la donna ha a disposizione un anno per annunciarsi alle autorità e richiedere il proprio bebè.

I neonati lasciati in una baby-finestra sono considerati dei trovatelli. A occuparsi di loro è l’ufficio delle tutele, il quale avvia una procedura di adozione.

La prima è stata creata nel 2001 all’ospedale di Einsiedeln, nel canton Svitto. Il sistema è stato predisposto su iniziativa di una fondazione caritativa cristiana e antiaborto, l’Aiuto svizzero per madre e bambino (ASMBCollegamento esterno), dopo la scoperta di un neonato morto sulle rive del lago di Sihl nel 1999.

Oggigiorno, in Svizzera ci sono otto baby-finestre negli ospedali di Einsiedeln, Davos (Grigioni), Olten (Soletta), Berna, Zollikerberg (Zurigo), Bellinzona (Ticino), Basilea e Sion (Vallese). Sei di questi sportelli sono gestiti in modo comune dall’ospedale e dall’ASMB. Quello di Zollikerberg è sotto la responsabilità della fondazione Diakoniwerk NeumünsterCollegamento esterno, mentre quello di Sion è stato creato su mandato delle autorità cantonali.

La Germania e l’Austria sono stati i primi Paesi in Europa a reintrodurre questi particolari sportelli nel 2000. Il sistema era già diffuso nel Medioevo, ma era praticamente scomparso per oltre un secolo. Oggi, numerosi Paesi in tutto il mondo propongono questa soluzione alle madri disperate.

Dall’installazione del primo sportello nel 2001, sono stati abbandonati 24 neonati, secondo le cifre dell’ASMBCollegamento esterno e del governoCollegamento esterno.

Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia raccomanda di vietare le baby-finestre, siccome questa pratica è in violazione del diritto del bambino di conoscere la propria identità e di essere cresciuto dai suoi genitori.

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In Svizzera, questi dispositivi sono stati al centro di numerosi interventi parlamentariCollegamento esterno che chiedevano la loro chiusura. Alcuni deputati sostengono che questa pratica non rispetta i diritti del bambino, contravviene all’obbligo di annuncio della nascita e presenta il rischio che un neonato venga sottratto alla madre senza il suo consenso.

Tuttavia, la maggioranza del parlamento e il governo non intendono introdurre un divieto. In un rapportoCollegamento esterno del 2016, il Consiglio federale ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda le diverse misure di aiuto alle donne incinte esistenti in Svizzera. È giunto alla conclusione che è prioritario incoraggiare le istituzioni che offrono aiuto a queste persone fornendo loro consulenza e sostegno.

Il governo ha però aggiunto che un divieto delle baby-finestre potrebbe portare alcune madri ad abbandonare i loro figli senza che questi ricevano le cure mediche adeguate: “Per impedirlo, il Consiglio federale ritiene che gli aspetti negativi degli sportelli per neonati (violazione del diritto a conoscere le proprie origini e dell’obbligo di notificazione) possano essere tollerati. La salvaguardia della vita di un bambino prevale sul diritto di conoscere le proprie origini”.

L’ASMB afferma che dall’allestimento della prima baby-finestra nel 2001, il numero di neonati ritrovati morti è nettamente calato. La fondazione si basa sui casi riportati dai media e sulle cifre fornite dalla polizia. Tra il 1996 e il 2000, i neonati abbandonati e deceduti sono stati sette, contro i due tra il 2016 e il 2020, indica l’ASMB.

Da parte sua, il governo non ha trovato alcuna indicazione secondo cui la presenza di questi sportelli abbia comportato un aumento del numero di bambini abbandonati. Considerando che questo dispositivo permette di salvare delle vite, l’esecutivo raccomanda di mantenerli come soluzione di emergenza, senza menzionarli nella legge né vietarli.

La donna che abbandona il neonato in una baby-finestra non commette alcun reato penale e non verrà quindi ricercataCollegamento esterno, afferma l’ASMB. Gli ospedali non installano telecamere di sorveglianza in questi luoghi. La fondazione lancia comunque un appello nei media locali per incoraggiare le madri ad annunciarsi. Il Codice civile svizzeroCollegamento esterno precisa che, per un’adozione, è possibile prescindere dal consenso di un genitore se questi è sconosciuto o se la sua dimora è ignota.

Boîte à bébé
Keystone / Cyril Zingaro

L’abbandono di un neonato è il solo modo in Svizzera di poter mantenere l’anonimato. In 18 Cantoni è possibile il parto confidenzialeCollegamento esterno, garantendo così alla madre una grande discrezione: le sue coordinate sono trasmesse soltanto alle autorità dello stato civile e di protezione dei minori.

Il padre e i parenti più stretti non vengono avvertiti e sono i genitori adottivi ad essere ufficialmente menzionati. Quando però il bambino raggiunge la maggiore età, ha il diritto di ottenere l’identità della madre biologica. Il parto confidenziale rimane tuttavia una soluzione poco conosciuta in Svizzera, rilevaCollegamento esterno l’associazione Salute Sessuale Svizzera sulla base di un sondaggio condotto nell’autunno 2019.

Il parto anonimo non è autorizzato in Svizzera, siccome è contrario al diritto del bambino di conoscere le proprie origini e al diritto dello Stato di essere informato di una nuova nascita. È invece legale in Francia, Italia, Lussemburgo, Austria, Russia e Slovacchia.

Tuttavia, con le banche internazionali del DNA, per i genitori è diventato più difficile mantenere l’anonimato a lungo termine. Grazie ai test genetici proposti da alcune società private è possibile ritrovare persone che condividono gli stessi geni. E quindi di risalire alle proprie origini.

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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