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Quando il cuore si ferma improvvisamente

Tante vite possono essere salvate intervenendo tempestivamente swissinfo.ch

Grazie ad un piano cantonale di intervento in caso di arresto cardiaco considerato all’avanguardia a livello nazionale, il numero dei sopravvissuti nel Canton Ticino è aumentato.

Sono le ore 7.50 del mattino. Ci troviamo nella Scuola media di Lodrino, fra Biasca e Bellinzona. Per i 18 allievi della classe 4A questa non è una giornata qualsiasi: i ragazzi partecipano a un corso di rianimazione organizzato dalla Fondazione Ticino Cuore in collaborazione con l’ente Tre Valli Soccorso.

Di fronte alla classe vi è Silvia Parianotti, insegnante diplomata in formazione sanitaria. Una diapositiva proiettata mostra un calciatore di 16 anni di Roma che morì durante una partita di calcio in seguito ad un arresto cardiaco improvviso. Forse, grazie alle prime misure salvavita, avrebbe potuto sopravvivere.

«È importante coinvolgere i ragazzi emotivamente», ci dice più tardi Silvia Parianotti. Altrimenti vi è il rischio che gli allievi di 14-15 anni seguano la giornata, ma vi non partecipino.

Il programma della formazione nella Scuola media è una “prima” a livello nazionale, che vede coinvolti circa 3’100 allievi di quarta media all’anno per 4 anni, ripartiti in 41 sedi scolastiche e 149 classi.

Ogni minuto conta

Gli allievi imparano lo schema di azione in caso di arresto cardiaco improvviso: riconoscere l’arresto cardiaco, chiamare l’ambulanza (numero 144), effettuare la rianimazione cardiopolmonare, utilizzare i defibrillatori automatici esterni.

I defibrillatori sono apparecchi che possono far ripartire il cuore grazie a una scossa elettrica, applicando due elettrodi sul petto della persona colpita da arresto cardiaco improvviso.

La tempestività dell’azione è fondamentale. In Ticino trascorrono in media nove minuti prima dell’arrivo della ambulanza: per ogni minuto di ritardo nella rianimazione, la probabilità di successo si riduce del 10%.

L’arresto cardiocircolatorio è una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. Soltanto in Italia, la stima è di 60’000 decessi l’anno. In Ticino annualmente si verificano circa 300 arresti cardiaci improvvisi.

Grazie alla campagna di sensibilizzazione, a una rete di persone adeguatamente istruite, alla formazione di civili e a un sempre maggior numero di defibrillatori, il tasso di sopravvivenza è notevolmente aumentato: dal 16% nel 2005 al 38% nel 2009.

Lodi dalla fondazione nazionale

«Il Cantone Ticino é certamente da considerarsi pioniere in Svizzera nella promozione di attività e iniziative destinate a migliorare la prognosi delle persone colpite da arresto cardiaco improvviso», dice Therese Junker, direttrice della Fondazione svizzera di cardiologia con sede a Berna.

Junker sottolinea l’ampiezza della campagna attuata in Ticino. A suo parere, quest’ultima ha il pregio di non concentrarsi unicamente sul funzionamento del defibrillatore: «Si tratta di imparare una competenza sociale e un senso di solidarietà che proprio nella nostra società vengono sempre più spesso a mancare».

In effetti, sempre presso le scuole di Lodrino, durante il pomeriggio vengono affrontati altri temi sanitari come l’alimentazione, il fumo oppure l’alcool: «È un programma di cultura generale», dice Parianotti.

Discussione in corso

Per essere efficace, in pochi anni il Ticino ha comunque aumentato il numero di defibrillatori sul territorio a 600 esemplari. Visto che ogni defibrillatore costa fra 3’000 e 5’000 franchi, i conti sono presto fatti. Gli apparecchi si trovano presso i posti di polizia, nelle scuole, nelle palestre e nei centri commerciali. In Svizzera ve ne sono già circa 8’000.

Questo costante aumento del numero di defibrillatori non fa comunque l’unanimità. Infatti, secondo parecchie voci critiche, è una tendenza che giova unicamente alle ditte produttrici. «La Svizzera ha la febbre dei defibrillatori», titolava recentemente un quotidiano scandalistico. Altri scettici sostengono che la spesa non è proporzionale ai benefici, anche se qualche vita è stata effettivamente salvata.

La discussione è presente anche a livello nazionale. Già nel 2006, il governo aveva respinto una mozione della deputata Bea Heim – salvata proprio da un defibrillatore – che chiedeva di installare gli apparecchi in modo sistematico su tutto il territorio della Confederazione. Anche il parlamento zurighese ha respinto un’analoga richiesta a inizio marzo.

Gerhard Lob, Lodrino, swissinfo.ch

Per raggiungere gli obiettivi previsti da Ticinocuore si cerca di equipaggiare con apparecchi defibrillatori semiautomatici gli operatori di soccorso, le aziende, le associazioni, le società e le singole persone adeguatamente formate e disponibili (first responders).

Quando si verifica un’urgenza, dalla centrale di Ticino soccorso (144) partono circa 120 SMS ai numeri di telefono dei first responders che si trovano in zona della persona colpita da un arresto cardiaco improvviso.

Il defibrillatore semiautomatico (DAE, defibrillatore automatico esterno) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l’arresto cardiaco.

Il funzionamento avviene per mezzo dell’applicazione di piastre adesive sul petto del paziente. Quando tali elettrodi vengono applicati al paziente, il dispositivo controlla il ritmo cardiaco e – se necessario – si carica e si predispone per la scarica.

Quando il defibrillatore è carico, per mezzo di un altoparlante, fornisce le istruzioni all’utente, ricordando che nessuno deve toccare il paziente e che è necessario premere un pulsante per erogare la scarica.

Dopo ciascuna scarica, il defibrillatore ripete il controllo del ritmo cardiaco e si predispone per l’eventuale effettuazione di una nuova scarica.

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