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Solennità per il via alla festa

2'300 invitati hanno seguito la cermonia a Neuchâtel swissinfo.ch

Con la cerimonia di inaugurazione di martedì pomeriggio a Neuchâtel, si è aperta Expo.02. La "Patinoire du Littoral", trasformata in lussuoso studio, ha fatto da scenografia al glamour versione CH.

2’300 invitati di rilievo, fra cui il Consiglio federale in corpore. Politica, economia, cultura, media: tutti i rappresentanti della società civile si sono riuniti allo stadio del ghiaccio di Neuchâtel. Anche 122 “ambasciatori di Expo.02” fanno parte del gruppo.

Ci sono anche delle assenze importanti: le ex direttrici Pippilotti Rist e Jacqueline Fendt hanno declinato l’invito. Anche l’architetto francese Jean Nouvel, artefice dell’arteplage di Morat non si è fatto vedere, stizzito per alcune tende e costruzioni provvisorie che avrebbero snaturato la sua opera.

Ciò non toglie che la sala è piena. In platea i super VIP. Sulle gradinate i VIP normali. Gli organizzatori hanno voluto la “Patinoire du Littoral” simile ad uno studio cinematografico. E infatti lo stadio si presenta come un salotto gigante: lunghe tende bianche, moquette crema e al centro una lunga striscia di tessuto rosso elegantemente plissettato.

Expo.02, cos`è?

In circa sessanta minuti si sono succedute le definizioni per l’evento da inaugurare. Per il presidente della Confederazione si tratta di “un grande avvenimento”, per Franz Steinegger, presidente del comitato direttore di Expo.02, si tratta della “prima esposizione nazionale del terzo millennio”.

Più poetico Francis Matthey, presidente dell’Assemblea generale, per lui “Expo.02 è più di un’esposizione – è un viaggio e un laboratorio”. E per Nelly Wenger che ridefinisce la nozione del tempo, e ardisce all’effimero, “si tratta di un momento unico da vivere in Svizzera, uno spazio da portare con sé”.

Ogni oratore, avvicendatosi sul podio, ha ricordato le difficoltà incontrate sul cammino dal progetto, enorme quanto dispendioso. E Francis Matthey ha l’eleganza di ricordare al pubblico accorso e a quello davanti agli schermi di casa, l’origine della follia: “Qui, nella Regione dei tre laghi, tre giovani si sono messi a sognare un progetto straordinario per il paese, una sfida un po’ folle per il paese(…). Era il 20 maggio 1994 – sono passati esattamente otto anni”.

L’arte e il mito prima della politica

La cerimonia è stata costruita come un film o un’opera. Con un prologo per cominciare, gestita da quattro presentatori della TV pubblica. Parole e motti di Expo.02 si sono accavallati, in francese, in tedesco, in italiano, in romancio…

E come d’obbligo al cinema arriva il lancio. Dello spettacolo d’apertura di martedì, mercoledì e giovedì sera sulle quattro arteplages. Di fronte alla sensazionale concentrazione di potere nel pubblico – e il completo nero sembra di rigore – sfilano dunque i protagonisti della sera: Prometeo, la terribile Pantera nera, la Sirena Lilith, Io e Ulisse… “la luce è così bella in questo paese così bello”, canta il pirata solitario.

Cambiamento d’ambiente

Per introdurre la “sezione ufficiale”, cioè il discorso del presidente della Confederazione Kaspar Villiger e di Francis Matthey il pubblico scopre “A Song Of Earth”, una ricca musica sinfonica di Mario Beretta – una creazione internazionale, interpretata dal coro e l’orchestra del settimo Festival dei Giovani Musicisti. Il tono, quasi militare, dell’allocuzione del presidente, cala l’atmosfera in un rigore tutto elvetico.

La quarta parte della cerimonia inaugurale inizia con l’invocazione “che la festa cominci”. È qui che Franz Steinegger si esprime inneggiando alla nozione di festa. Lo fa con la voce grossa e argomenti martellanti, ma con il sorriso sulle labbra, accompagnato dalle sirene… Expo.02 sarà capace di vincere la sua sfida? Nelly Wenger gli risponde.

Un finale da imperatrice romana

Dopo un marziale interludio di ottoni, arriva la direttrice generale su una vettura anfibia verde: “Con questa macchina ,che solca terra e acqua, ho compiuto un tour completo delle arteplages da Yverdon a Morat, da Bienne a Neuchâtel. Ha anche incrociato il battello del Giura… tutto è pronto! Questa volta funziona davvero!”

La grande sacerdotessa, con un abito nero e una larga fascia di seta arancione che le cinge i fianchi, scende dal suo curioso veicolo. Gira per lo stadio, ringrazia con calore vero e osa: “Se potessi vi abbraccerei tutti!”

E per concludere, Nelly Wenger si trasforma in vestale e con una torcia accende con lirismo dei fuochi d’artificio: “Chiamo il fuoco”. Ilarità. Emozione. Poesia. Ed ecco che nasce la voglia di Expo.02.

Bernard Léchot, Neuchâtel

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