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Soletta premia il film «Mein Name ist Eugen»

Il regista Michael Steiner (sulla destra) e il produttore Andi Huber assaporano il loro trionfo Keystone

Il Premio svizzero del cinema, attribuito nel quadro delle Giornate cinematografiche di Soletta, è andato al lungometraggio del regista Michael Steiner.

Nelle categorie documentari e cortometraggi, i riconoscimenti sono stati attribuiti rispettivamente a «EXIT, le droit de mourir» di Fernand Melgar e a «Terra Incognita» di Peter Volkart.

La commedia del cineasta svizzero-tedesco Michael Steiner, «Mein Name ist Eugen», si è aggiudicata mercoledì a Soletta il Premio svizzero del cinema 2006 nella categoria migliore fiction. A Steiner va un assegno di un ammontare di 60’000 franchi.

Il film è l’adattamento di un popolare libro, la cui storia è ambientata nella Svizzera tedesca degli anni ’60. Quattro ragazzini partono alla ricerca di un tesoro, ricerca che li porta a scoprire il loro paese.

In Svizzera tedesca, questa pellicola ha già registrato un notevole successo: con 530’000 entrate è diventato uno dei film svizzeri più popolari della storia.

Una ventata d’aria fresca

Secondo la giuria, «Mein Name ist Eugen» porta una ventata d’aria fresca nella produzione elvetica. Il film «è apertamente popolare senza essere volgare, bislacco e divertente ma non grossolano».

Organizzata nel quadro delle 41esime Giornate di Soletta, iniziate il 16 gennaio e che si concluderanno il 22, la cerimonia di premiazione ha riunito 800 persone, tra cui il ministro della cultura Pascal Couchepin e il nuovo responsabile della sezione cinema della Confederazione Nicolas Bideau.

E proprio «Mister Cinema» deve essere assai soddisfatto della scelta della giuria. Da pochi mesi alla testa della sezione cinema dell’Ufficio federale della cultura, Nicolas Bideau intende rilanciare la cinematografia svizzera mettendo l’accento su film d’autore ma nello stesso tempo popolari.

Miglior documentario e miglior cortometraggio

Nella sezione «miglior documentario» la giuria ha premiato «EXIT, le droit de mourir» (il diritto di morire) del vodese di adozione Fernand Melgar. Anche a lui va un assegno di 60’000 franchi.

Nel suo documentario, Melgar segue dei volontari che accompagnano delle persone in fin di vita e che decidono di porre fine ai loro giorni per evitare una lunga agonia.

Il premio del «miglior cortometraggio», dotato di 30’000 franchi, è stato attribuito a «Terra incognita» di Peter Volkert. Il film di 18 minuti si svolge negli anni ’20. Durante una spedizione, un giovane fisico scopre un mondo sconosciuto, dove non esiste la legge della gravità.

Un rapper miglior attore protagonista

Il cantante rap Carlos Leal, del gruppo di Losanna «Sens Unik», si è visto dal canto suo conferire il riconoscimento di miglior attore protagonista nel lungometraggio di Samir «Snow White».

Il premio del miglior attore non protagonista è invece andato alla basilese Marthe Keller, che ha incarnato una madre malata in «Fragile», del ginevrino Laurent Nègre.

Entrambi i premi sono dotati di 15’000 franchi.

Infine, il premio speciale della giuria (20’000 franchi) è stato attribuito al Filmkollektiv Zürich per il concetto e il montaggio del documentario «Klingenhof» di Beatrice Michel.

swissinfo e agenzie

I Premi svizzeri del cinema, attribuiti dal 1998, sono i più importanti riconoscimenti attribuiti a produzione elvetiche.
I premi per il migliore lungometraggio e il migliore documentario sono entrambi dotati di 60’000 franchi.
Presidente della giuria, composta da sei membri, era quest’anno dal montatore svizzero Pietro Scalia, premiato con due Oscar.
Come da tradizione, la premiazione è avvenuta nell’ambito delle Giornate cinematografiche di Soletta, classico appuntamento del cinema svizzera che durerà fino al 22 gennaio.

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