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2006 – I minareti simbolo del confronto con l’islam

Keystone

In una Svizzera di tradizione cristiana, può un luogo di culto islamico avere un minareto? Trent'anni fa sì, nel 2006 non senza opposizioni e dibattiti.

La questione dei minareti è nata dalle ceneri delle torri gemelle. E continuerà a far parlare di sé anche nel 2007. Tra le file della destra, qualcuno vuole inserire nella costituzione il divieto di costruirli.

C’è chi lo chiama scontro di civiltà, chi lo interpreta come un confronto inevitabile in un mondo sempre più globalizzato, chi ne ha paura e chi lo strumentalizza: il tema “islam” in Svizzera rima con “stranieri” e da qualche anno a questa parte riempie le pagine dei giornali e fa discutere l’opinione pubblica.

I problemi nascosti dietro ai minareti

Nel 2006, anno della polemica sulle caricature danesi di Maometto, la Svizzera, soprattutto quella di lingua tedesca, ha discusso animatamente di un elemento architettonico: il minareto. Non che i minareti spuntino come funghi – al momento in Svizzera sono solo tre – ma due domande di costruzione a Wangen (vicino a Olten) e a Langenthal hanno suscitato la viva reazione di chi vede nel “campanile dei musulmani” il simbolo di una volontà di dominio politico e religioso.

Nel 1963 e nel 1978, quando sorsero i minareti di Zurigo e Ginevra, nessuno si preoccupò più di tanto. Alla popolazione sembrava bastare che si rispettassero le leggi sull’edilizia. Nel frattempo, però, i musulmani sono diventati la seconda comunità religiosa del paese e la globalizzazione ha portato nelle case degli svizzeri le immagini degli attacchi terroristici, delle donne lapidate per adulterio, degli uomini imprigionati perché omosessuali. Da qui alla confusione tra islam e islamismo, tra musulmani e terroristi, tra fedeli e integralisti il passo è stato breve.

Ed è proprio nell’immagine del minareto che si sono concentrate queste tensioni. Se nel 2005, a Winterthur, la locale comunità islamica poteva inaugurare il terzo e per il momento ultimo minareto edificato in Svizzera, nel 2006 i musulmani di Wangen e Langenthal si sono dovuti confrontare ad una strenua opposizione.

Dopo lunghe discussioni è arrivato il nulla osta delle autorità, ma gli oppositori, capitanati dall’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalconservatrice), sono intenzionati ad impedire la costruzione dei minareti e hanno già annunciato che ricorreranno al Tribunale federale.

Verso un’iniziativa popolare

Chi si oppone ai minareti, nel 2006 ha sollecitato i parlamenti di diversi cantoni affinché inserissero nelle loro leggi un divieto di costruzione per questi elementi architettonici.

Per il momento si tratta di proposte che non hanno avuto successo, ma la discussione dovrebbe presto spostarsi sul piano nazionale. Un gruppo di persone, tra le quali si trovano alcuni esponenti dell’UDC, hanno formato il “Comitato di Egerkingen” che intende lanciare nella primavera del 2007, la raccolta delle firme necessarie ad indire una votazione popolare.

Per il comitato, i minareti sono un simbolo ostentato, una rivendicazione di diritti incompatibili col sistema giuridico svizzero. Con l’iniziativa si vorrebbero prevenire «matrimoni coatti, atti di vendetta e giustizia personale, interpretazioni dell’obbligo scolastico differenti a seconda del sesso e il disconoscimento dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario che sono di competenza unica dello Stato».

Per rassicurare chi teme derive di questo genere, sembrano non bastare l’atteggiamento conciliante delle chiese ufficiali svizzere (cattolica e riformata) che non si oppongono ai minareti, né gli atti di buona volontà fatti dai diretti interessati. Le comunità islamiche di Zurigo, per esempio, hanno firmato già nel 2005 un documento con il quale riconoscono il primato delle leggi e dei valori dello Stato di diritto elvetico.

swissinfo, Doris Lucini

Secondo il censimento del 2000 vivono in Svizzera circa 311’000 musulmani, ovvero il 4,3% della popolazione (a livello mondiale, i musulmani sono il 20%).
Nel 1990, solo il 2,2% della popolazione svizzera era di confessione musulmana.
Il 90% dei musulmani residenti in Svizzera proviene dai Balcani e dalla Turchia.

Il nome deriva dall’arabo “minar” che designa un posto dove c’è del fuoco o della luce. Oltre ad essere il luogo dal quale il muezzin chiama i fedeli cinque volte al giorno per la preghiera, in passato i minareti fungevano anche da torri di guardia illuminate.

Caratterizzano le moschee, ma non sono un elemento indispensabile. Si trovano moschee senza minareto anche nei paesi arabi.

In Svizzera, ci sono attualmente tre minareti a Zurigo, Ginevra e Winterthur. Due richieste concrete di costruzione (Wangen e Langenthal) sono pendenti. Si tratta di costruzioni dalle dimensioni modeste senza il posto per un muezzin e senza altoparlanti.

Solo le moschee di Zurigo e Ginevra sono nate come tali. Gli altri circa 160 luoghi di ritrovo e preghiera dei musulmani in Svizzera si trovano in edifici in origine adibiti ad altre funzioni.

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