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Niente di nuovo sotto il sole olimpico

Il ginnasio di Eretria, dove si allenavano gli atleti. ESAG

Con la scelta di Atene per i Giochi olimpici del 2004, il Comitato olimpico internazionale ci permette di riscoprire le origini della competizione.

La Svizzera partecipa festeggiando i 40 anni della sua Scuola archeologica in Grecia. Il suo direttore, Pierre Ducrey, paragona le due epoche.

«Le competizioni sportive erano un’espressione delle rivalità fra le città greche. Un’occasione per affermare la propria superiorità», afferma Pierre Ducrey.

L’utilizzazione politica dello sport – evidente in occasione dei Giochi olimpici del 1936 a Berlino o durante la Guerra fredda – non è dunque un’invenzione moderna, costata il direttore della Scuola svizzera di archeologia in Grecia.

Già nell’antichità, la rivalità nazionalista passava attraverso l’esaltazione degli sportivi di punta.

«Certi atleti erano allenati, pagati e celebrati come le stelle odierne. Bisognava essere i migliori a tutti i costi. C’erano dunque dei trucchi e degli eccessi come oggi», continua l’archeologo di Losanna.

Pierre Ducrey relativizza al contempo la portata della tregua olimpica: «Durante i giochi, era proibito prendersela con gli sportivi e i loro accompagnatori. Questo non significava però pace per tutti».

Gli stadi nella roccia

Pierre Ducrey ricorda inoltre che esistevano più «giochi olimpici». Come oggi, dunque, le competizioni sportive occupavano un posto centrale nell’antichità greca.

I giochi di Olimpia, dedicati a Zeus, erano i più noti, ma c’erano anche altri appuntamenti a Delfi, a Nemea o quelli dell’Istmo di Corinto.

«Praticamente ogni città greca organizzava dei concorsi sportivi. Anche Eretria, i cui siti archeologici sono stati messi in evidenza da archeologi svizzeri, aveva i suoi giochi», continua l’esperto.

Gli scavi, gestiti dal 1964 dall’istituto svizzero, hanno permesso di scoprire l’esistenza di due stadi già descritti nella letteratura antica. Si possono inoltre visitare le vestigia del ginnasio, dove si esercitavano gli atleti.

«Il ginnasio era un centro di formazione per le discipline più diverse: ci si cimentava con le lettere, la filosofia e chiaramente anche con le armi per la guerra», si legge nella guida di Eretria, appena realizzata dalla scuola archeologica svizzera.

«L’educazione fisica era parte integrante della formazione militare», aggiunge Pierre Ducrey. Un’altra caratteristica che avvicina il mondo attuale a quello della Grecia antica.

In Svizzera, lo sport è ancora un elemento del ministero della difesa, mentre in Francia il settore è parte del ministero dell’educazione. Comunque lo sport nell’antichità non si riassume solamente nelle virtù militari e nella competizione.

La dimensione sacra

«Per i Greci, la salute e la forma fisica erano considerate una condizione necessaria all’attività intellettuale», sottolinea il professore e archeologo.

Nell’antichità non si conosceva dunque la specializzazione unidirezionale di moda oggi. E le differenti attività dei cittadini greci erano collegate fra di loro.

Così i concorsi ginnici avevano anche una funzione religiosa. «Queste celebrazioni erano destinate ad assicurarsi la clemenza degli dei», ricorda Ducrey.

Si tratta, altrimenti detto, di un tentativo di intervenire sul corso imprevedibile del destino. Questa dimensione sacra dei giochi olimpici sembra ormai scomparsa.

Ma il fervore che circonda oggi i tornei sportivi, olimpici o no, è in qualche modo una forma di comunione, di evento collettivo rassicurante che permette di evadere dalla complessità crescente che definisce il mondo.

Il fatto che i Giochi olimpici riuniscano davanti al televisore milioni di telespettatori di tutto il mondo non sembra evidenziare delle analogie ai riti proposti dalle religioni?

swissinfo, Frédéric Burnand
(traduzione: swissinfo, Daniele Papacella)

I primi giochi olimpici sono attestati nel 776 avanti Cristo
Nel corso del tempo altre città dell’antica Grecia hanno sviluppato proprie manifestazioni analoghe.
I giochi olimpici hanno fatto parte della storia per più di mille anni, fino a quando l’imperatore romano Teodosio I, di religione cristiana, li ha proibiti.

La Scuola svizzera d’archeologia in Grecia festeggia 40 anni di ricerche e scavi a Eretria, un’antica città situata ad una cinquantina di chilometri a nord di Atene.

Per l’occasione, l’istituto pubblica una guida della città che offre un panorama completo della vita degli antichi abitanti.

La presentazione della pubblicazione è prevista per il 4 agosto alla «House of Switzerland» sotto l’egida di Presenza svizzera.

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