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Svizzera alla lente delle Nazioni Unite

Doudou Diène comincia dal Ticino la sua visita per analizzare il razzismo swissinfo.ch

Per la prima volta un relatore speciale dell'ONU incaricato del dossier razzismo, discriminazione razziale e xenofobia visita la Svizzera.

Il senegalese Doudou Diène ha deciso di cominciare il suo viaggio – che lo porterà anche a Neuchâtel, Basilea e Berna – dal Ticino.

“Come faccio a scordarmi quella mano nera rugosa che si abbatte sui passaporti svizzeri? Ho subito ritagliato quell’annuncio e l’ho conservato”. Doudou Diène allude ai manifesti dell’UDC (Unione democratica di centro, destra populista) usati in occasione della votazione federale sulle naturalizzazioni agevolate per gli stranieri.

Un’immagine, quella proposta dall’UDC, che non ha comunque mancato di urtare la sensibilità di molti svizzeri e che ha suscitato indignazione.

Il peso della parole

A preoccupare seriamente Doudou Diène non sono solo quelle espressioni, “bensì la normalizzazione del linguaggio razzista nei discorsi politici”.

“Contenuti che dall’estrema destra scivolano lentamente ma costantemente verso i partiti democratici, sdoganando così una “certa idea” di razzismo”. Il problema è che, al di là delle parole, il razzismo continua a vivere. E a crescere.

“Il razzismo – confida a swissinfo il relatore speciale dell’ONU – non piove dal cielo, non è un’emanazione cosmica: è una costruzione del pensiero basata su precise idee portate avanti e sviluppate da intellettuali. Ecco perché le parole, i discorsi, le immagini e le rappresentazioni hanno un peso capitale”.

“Il razzismo più difficile da combattere è quello che non si vede, quello più profondo, esattamente come un iceberg. E’ quello in cui si annidano le paure e i pregiudizi dovuti a precise rappresentazioni”.

“E per me – aggiunge Diène – sarà interessante vedere come e se in Svizzera le immagini e le rappresentazioni coincidono a seconda delle regioni linguistiche”

Una visita per scoprire e capire

Lo scopo della visita di Doudou Diène è dunque quello di indagare sulle manifestazioni di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza emersi in Svizzera. E parte dal Ticino su esplicito invito delle autorità cantonali.

Le campagne xenofobe che hanno caratterizzato le recenti votazioni federali, il clima di sospetto e di intolleranza generato da certi ambienti politici e veicolati nell’opinione pubblica, non potevano non passare inosservati. Anzi, hanno decisamente interpellato il relatore speciale dell’ONU in prima persona.

Ma l’interesse per il nostro Paese è, se possibile, più profondo. “Sono molto interessato a scoprire come si muovono le dinamiche in Svizzera”.

“Un paese non coloniale – osserva Doudou Diène – ma confrontato, come altri paesi, con un chiaro processo di multiculturalismo, composto soprattutto da migrazioni extra-europee che, per loro stessa natura, sollevano problemi e sfide più complesse”.

Al relatore dell’ONU interessa dunque verificare con quali strumenti giuridici, con quali soluzioni politiche e con quali proposte culturali la Svizzera intende raccogliere la sfida dell’integrazione degli stranieri.

La sua attenzione non sarà dunque rivolta “solo” alle istituzioni, ma anche alla popolazione e ai mezzi di comunicazione.

Il razzismo rialza la testa

“Vorrei ricordare a tutti i voi – afferma con vigore Diène – che in questi ultimi tempi il razzismo e la xenofobia stanno crescendo in tutto il mondo, tanto che l’ONU si è sentito obbligato di organizzare, nello spazio di dieci anni, una terza conferenza mondiale sul razzismo”.

La lotta, insomma, è tutta da combattere. Ma non basta. Occorre anche lavorare sulla costruzione di identità culturali che non siano più rigide, ma che rispondano ai principi del multiculturalismo.

“Per costruire una società egualitaria e democratica, in cui tutte le comunità si rispettino – osserva Diène – è necessario lavorare sui paradigmi del mutliculturalismo”.

“Rispettare profondamente le differenze – dichiara a swissinfo Doudou Diène – non mina in alcun modo l’unità di uno Stato, perché ogni individuo può scegliere di identificarsi con molti gruppi diversi, di cittadinanza, di genere, di etnia”.

Doudou Diène lo ripete senza sosta: non si può più combattere il razzismo e l’intolleranza solo sul piano morale e attraverso la denuncia: occorre andare alla fonte dei problemi. “In fondo il mio lavoro – dice ancora a swissinfo – è quello di avviare una sorta di archeologia del razzismo: andare alle radici del razzismo per cercare di estirparlo”.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

Doudou Diène è stato direttore della Divisione politiche culturali dell’UNESCO
Nel 2002 è stato nominato Relatore speciale dell’ONU sul razzismo
Il relatore speciale dell’ONU terminerà la sua visita in Svizzera il 13 gennaio
In marzo sottoporrà un rapporto provvisorio alla prossima sessione della Commissione dei diritti umani

A Bellinzona il relatore speciale dell’ONU ha dedicato la mattinata alla parte ufficiale.

Incontri con il consigliere di Stato Luigi Pedrazzini (Dipartimento Istituzioni); Ermete Gauro, delegato del Consiglio di Stato per lotta al razzismo e a favore dell’ integrazione degli stranieri e l’omonima commissione cantonale.

Nel pomeriggio si è incontrato con alcuni rappresentanti del Forum delle migranti e dei migranti (FIMM-Ticino).

Al termine della sua visita illustrerà, in un incontro con la stampa a Berna, le sue impressioni e valutazioni preliminari. A cui seguirà un rapporto vero e proprio.

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