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Maggiore sensibilità, ma razzisti più scaltri

I manifesti dell'UDC contro la naturalizzazione agevolata degli stranieri: contenuto xenofobo, ma forma che non offre appigli giuridici Keystone

Da dieci anni la commissione federale contro il razzismo si dà da fare per limitare in modo permanente i danni, come spiega il presidente Georg Kreis.

Eppure razzismo e xenofobia faticano ad essere sradicati. I razzisti sono infatti diventati più furbi e possono sottrarsi alla Giustizia.

Una festa giovedì a Berna per commemorare i dieci anni della Commissione federale contro il razzismo (CFR), a cui il Consiglio federale affidò il mandato il 23 agosto 1995. Poco meno di un anno prima il popolo svizzero aveva approvato l’articolo costituzionale contro le discriminazioni razziali.

Il Consiglio federale aveva creato la CFR dopo l’adesione della Svizzera alla Convenzione dell’ONU del 1965 sull’eliminazione delle discriminazioni razziali.

Sensibilizzazione rafforzata

“Ho l’impressione – dichiara a swissinfo Georg Kreis – che in questi dieci anni la problematica del razzismo da un lato sia sì aumentata, ma è anche presa molto più sul serio”.

Il lavoro svolto dalla CFR ha sicuramente contribuito al rafforzamento della sensibilizzazione.

Grazie a questa accresciuta attenzione le vittime di episodi razzisti sono, rispetto a prima, più propense ad usufruire degli strumenti legali a loro protezione.

Il politologo Andreas Ladner condivide l’opinione del presidente della Commissione: “E’ risaputo che occorre tenere conto delle attuali tendenze razziste e di quelle che possono nascere. Si cerca pertanto – dichiara a swissinfo Ladner – di fare qualcosa per combatterle”.

La problematica dell’asilo al centro

Un elemento determinante che ha portato all’ascesa del razzismo, è per i politologi la problematica dell’asilo.

“Anche se non è vero che le persone invadono in massa la Svizzera, è però noto che cerchie politiche sono riuscite a diffondere paure e a destare l’impressione che molto presto la Svizzera non potrà più difendersi dal flusso dei richiedenti l’asilo”.

Alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta era sorta la sensazione che l’ondata di persone provenienti da ambienti culturali stranieri fosse stata minimizzata o non presa sul serio.

“Cosa che in fin dei conti – sottolinea Ladner – ha permesso ad un partito come l’UDC, l’Unione democratica di centro, di gestire con successo questo tema e di conquistare molti elettori”.

CFR dalla parte della ragione

La commissione federale contro il razzismo è stata e continuerà ad essere criticata da destra, in modo particolare dall’UDC: sarebbe superflua, “una quasi autorità di censura non svizzera”, “una museruola” per gli svizzeri e le svizzere.

A questo proposito Landern aggiunge: “E’ sensato, dal momento che esiste una tale commissione che riprende questo tema e sul quale vigila, evitare gli abusi. Un terreno politico relativamente scabroso, insomma, nel quale si è molto rapidamente confrontati con emozioni o con falsi numeri”.

Il presidente della CFR Georg Kreis parla anche di come nel frattempo gli autori di reati sono cambiati. Alcuni razzisti sarebbero diventati più scaltri e più raffinati.

Curano le loro apparizioni in modo tale da poter risultare razzisti a livello di contenuto senza offrire, a livello di forma alcun appiglio per la Giustizia.

Qualche esempio: i manifesti del “Comitato contro le naturalizzazioni di massa”. Comitato che, tra l’altro, l’anno scorso aveva propagandato il no al progetto di legge sulle naturalizzazioni con lo slogan “I mussulmani presto in maggioranza?”

Un lavoro di Sisifo che non finisce mai

Al presidente della CFR la lotta contro il razzismo richiama l’infinito lavoro di Sisifo.

Il razzismo, afferma Kreis, non si lascia estirpare. E definisce gli sforzi della sua commissione, indispensabili in una società moderna, come un lavoro di accompagnamento.

La legge contro il razzismo e la CFR non possono tuttavia eliminare dal mondo il razzismo e la xenofobia, afferma Ladner.

“La paura dello straniero – precisa il politologo – è una paura primordiale, sempre presente e pronta a riemergere. Pertanto è importante indicare chiaramente ciò che non è più tollerabile e ciò che non conviene all’immagine di una società emancipata”.

L’integrazione è determinante

Siccome legge e norme politiche non sono sufficienti ad sopprimere il razzismo, insiste Ladner, il ruolo della società riveste una grande importanza.

“Il problema non può essere risolto dall’oggi all’indomani, occorre impegnarsi, tematizzare la problematica”.

“Bisogna soprattutto regolamentare il rapporto tra i residenti e i nuovi arrivati in modo tale che siano soddisfacenti per entrambe le parti e che si inseriscano nel contesto della nostra legge e dei Diritti umani.”

Per Andreas Ladner determinanti sono gli sforzi nel settore dell’integrazione che devono essere reali da entrambe le parti.

“Alle persone che desiderano stabilirsi da noi, oggi si chiede in modo deciso di mostrare una chiara volontà e disponibilità ad integrarsi. E a questa volontà di integrazione occorre venire incontro. Credo che questa sia la via giusta”.

swissinfo, Jean-Michel Berthoud
(traduzione e adattamento dal tedesco Françoise Gehring)

25.09.1994: il popolo svizzero approva l’articolo costituzionale contro le discriminazioni razziali
Un passo reso possibile dopo l’adesione del nostro Paese alla Convenzione dell’ONU per l’eliminazione delle discriminazioni razziali approvato nel 1965
23.08.1995: il Governo crea la Commissione federale contro il razzismo
186 mila franchi il budget annuo disponibile

Il compito della Commissione federale contro il razzismo, che conta una ventina di membri, è di sensibilizzare ed informare la popolazione attraverso campagne, pubblicazioni, documenti, dibattiti.

La CFR è anche un punto di riferimento tanto per le vittime del razzismo quanto per le organizzazioni che intendono combatterlo.

La CFR, presieduta dal professor Georg Kreis, fa capo al Dipartimento dell’Interno ma è indipendente.

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