Prospettive svizzere in 10 lingue

Svizzera in piazza e nelle sale

Vogelaug alias Birdeye, l'inafferrabile e misterioso cowboy svizzero sulla piazza di Locarno (foto: pardo.ch) Vogelaug alias Birdeye, l'inafferrabile e misterioso cowboy svizzero sulla piazza di Locarno (foto: pardo.ch)

Cielo terso e stellato mercoledì sopra la Piazza Grande di Locarno, per la proiezione del film svizzero-statunitense "Birdseye". Una delle tante presenze elvetiche al festival.

I curatori dell’immagine svizzera all’estero potrebbero rallegrarsi di un personaggio come Urs Vogelaug, il protagonista del film “Birdseye” di Stephen Beckner e Michael Huber.

La leggenda di Vogelaug

Uno svizzero strambo, artista performer, forse truffatore, forse rapinatore. Cresciuto leggendo libri western, negli Stati Uniti è rapito da una coppia di aspiranti gangster. Da quel momento la sua vita diventa una leggenda. È morto, Birdseye? O si aggira ancora per le strade polverose del West rapinando negozi?

Se lo chiede lo sceriffo perseguitato da un caso che sembra privo di logica, se lo chiedono le casalinghe che a Vogelaug hanno dedicato un fan club, se lo chiede l’avvenente rapitrice bionda in prigione, se lo chiedono pure i telespettatori. Ma il mistero Vogelaug rimane impenetrabile.

Il film, prodotto dalla Dschoint Venture del regista svizzero-iracheno Samir, è un thriller costruito come un finto documentario, a metà strada tra “Blair Witch Project” e “Zelig” di Woody Allen. Le piste si confondono, la verità non sa venire a galla tra testimonianze contrastanti e riprese video sfocate.

E lui, Vogelaug, che nel film non appare quasi mai, si muove nella nebbia mediatica come un saltimbanco, uno Houdini inafferrabile, un maestro della dissimulazione. O forse solo uno sprovveduto, fra altri più sprovveduti di lui.

Cinema svizzero a Locarno

“Birdseye” è l’unico film svizzero in Piazza, ma è uno fra i tanti contributi elvetici al festival. Le pellicole prodotte in Svizzera, distribuite fra le varie sezioni della rassegna, sono ben 44 (più 5 coproduzioni).

Da ricordare prima di tutto i film in cocnorso: “Oltre il confine” di Rolando Colla, coproduzione italo-svizzera , un film sobrio e coinvolgente sulla realtà e sulla memoria della guerra, con un taglio realista che lo avvicina a certe opere di Gianni Amelio (vedi il link all’articolo sul film). E “Aime ton père” di Jacob Berger, coproduzione franco-svizzero-britannico-canadese, con l’eccezionale coppia di attori Gérard e Guillaume Depardieu (padre e figlio).

Due i film svizzeri nel concorso video: la commedia “On dirait le sud” du Vincent Pluss e “Un’ora sola ti vorrei” di Alina Marazzi (coproduzione italo-svizzera), recupero per immagini di una madre perduta.

Molto atteso il nuovo film di Samir, “Forget Baghdad”, nella “Semaine de la critique”, documentario su quattro comunisti ebrei iracheni emigrati in Israele e al tempo stesso sguardo originale sulle tensioni che percorrono il Medio oriente.

Nella stessa sezione anche “Guerre sans images” di Mohammed Soudani, viaggio del regista nel suo paese d’origine, l’Algeria, in compagnia del fotografo svizzero Michael von Graffenried e “Behind me” di Norbert Wiedmer, ritratto dell’attore svizzero (e presidente della giuria del festival) Bruno Ganz.

Fra i “Cineasti del presente” è ospitato invece l’ultimo film di Mike Wildbolz, morto di recente. “Ricco” è un documentario sulla figura del pittore Erich Wassmer, figlio emarginato e vagabondo dell’alta borghesia del primo dopoguerra.

La versione restaurata di “Das Boot ist voll” di Markus Imhof, classico della cinematografia elvetica dedicato alla questione dei profughi ebrei durante la seconda guerra mondiale, ha invece fornito occasione per un dibattito sull’immigrazione nell’Europa odierna, alla presenza tra gli altri del politologo Rolf Dahrendorf e della scrittrice e giornalista italiana Miriam Mafai.

Tra i film della sezione “Appellations Suisse”, dieci film scelti per rappresentare la produzione svizzera dello scorso anno, si trovano poi il nuovo lavoro di Silvio Soldini, “Brucio nel vento”, la commedia “Ernstfall in Havanna” con il comico Victor Giacobbo, il pluripremiato “Utopia Blues” di Stefan Haupt, “War Photographer” di Christian Frei, documentario sul fotoreporter statunitense James Nachtwey, e “Von Werra” di Werner Schweizer, ritratto di un pilota leggendario della Luftwaffe nazista, di origini svizzere.

Andrea Tognina, Locarno

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR