Prospettive svizzere in 10 lingue

Tell – l’emancipazione filatelica dell’uomo

Mezzo busto di Tell del 1921: il francobollo, originariamente da 15 centesimi, è stato corretto a 20 centesimi. Vale oggi 15'000 franchi. Zumstein

Nel 200esimo del Guglielmo Tell di Friedrich Schiller, in Svizzera si riaprono anche le collezioni di francobolli. Dal 1907 al 1933 la famiglia Tell ha trovato più volte spazio nei pochi centimetri quadrati dei valori postali.

Dopo decenni di Elvezie con scudo e lancia, Guglielmo e il figlio Walter hanno segnato la rivincita maschile sui francobolli.

Nel secondo centenario della prima del «Guglielmo Tell» di Schiller, la Posta svizzera, contrariamente a quella tedesca, non emette nessun francobollo speciale. Sono comunque anni che i collezionisti svizzeri non considerano più degne di raccolta le nuove emissioni della «loro» posta. E d’altro canto, l’epopea nazionale svizzera sopravviverà anche al disinteresse dei fabbricanti bernesi di figurine adesive.

Eppure, quello di Tell è stato un ruolo importante per la filatelia svizzera. Fu grazie a lui o, meglio, a suo figlio Walter che cominciò l’era dell’emancipazione filatelica dell’uomo.

Valore bollato al femminile

Dopo un breve periodo iniziale, che cominciò nel 1849 e durante il quale sui francobolli c’era soltanto lo stemma svizzero, a partire dal 1854 su tutti fu raffigurata una Elvezia: dapprima tutta scapigliata, la «Strubeli»; poi, dal 1862 al 1881, fu il turno di una ricomposta «Elvezia seduta».

Ma i collezionisti preferivano e preferiscono tuttora la «Elvezia in piedi», apparsa in parecchie versioni dal 1882 fino al 1907. In quel periodo uscì pure un francobollo con l’effigie di un’altra signora per il giubileo dell’Unione postale universale (1900) e pure un nuovo francobollo con lo stemma svizzero (1905 – 1907). Ma ancora nessun uomo!

La fine di questa imbarazzante situazione, che certamente oggi sarebbe da considerare politicamente corretta, cominciò a delinearsi soltanto nel 1907, Dopo oltre 50 anni, allorché il figlio di Tell, Walter, fece la sua apparizione dietro un’enorme balestra sui francobolli da 2, 3 e 5 centesimi.

Ma Elvezia continuò a dominare il settore dei francobolli standard (quelli cioè che non sono emessi in occasioni particolari), sia ritratta in mezzobusto (in due varianti, 1907 – 1914) che seduta con tanto di spada (1908 – 1934).

Dietro la balestra

Intanto, il piccolo Walter creato da Albert Welti, di Monaco, fu oggetto di aspre critiche, soprattutto a causa dell’enorme balestra; segno che già allora il gusto estetico del pubblico non corrispondeva a quello della Posta. E così la prima edizione, con i suoi due ornamenti laterali, scomparve dopo due anni, per lasciare il posto a un nuovo francobollo raffigurante il figlio di Tell su un piccolo palco.

Tra il 1909 e il 1911 apparvero non meno di tre versioni di questo francobollo, l’ultima delle quali sopravvisse per decenni, fino al 1933, in vari colori e valori nominali.

L’ora di Tell



Preparata che fu la strada per l’apparizione sui francobolli di un vero uomo vigoroso, ecco che a partire dal luglio del 1914 lo stesso Guglielmo Tell venne finalmente a sostituire il busto di Elvezia. Questa volta si puntò su una raffigurazione tradizionale, anche graficamente molto riuscita. Il Tell ritratto sul francobollo (emesso dapprima nei valori di 10, 12 e 15 centesimi) era quello del monumento di Altdorf, realizzato nel 1895 da Richard Kissling.

Anche in questo caso non si poté fare a meno di qualche variazione sul tema. Nel cosiddetto «primo tipo» del francobollo rosso da 10 centesimi (che però fu messo in circolazione solo due mesi dopo il «secondo tipo»), l’asta trasversale dell’H e della E di HELVETIA (che sui francobolli sta quale denominazione del paese) è a metà altezza, e non a tre quarti come su tutti gli altri francobolli raffiguranti Tell. Ragione per cui il francobollo è tuttora molto ricercato.

Il prezzo del collezionismo

Secondo il catalogo Zumstein 2004, il francobollo timbrato vale 55 franchi, e se è ancora su lettera ne vale addirittura 400 di franchi. Il Tell rosso «normale» vale invece quanto il suo valore nominale di allora: 10 centesimi.

Il Tell più caro è quello del 1920, con un «20» stampigliato sul francobollo di base nero-viola (invece di viola) del valore nominale di 15 centesimi: per un esemplare bisogna sborsare 15’000 franchi.

Nel suddetto catalogo, fino al 1933 sono elencati in totale 28 francobolli raffiguranti Guglielmo Tell, con valori di affrancatura da 10 a 30 centesimi. A questi se ne aggiungono altri 27, con stampigliature per l’utilizzo da parte di enti ufficiali («Industria di guerra») e di organizzazioni internazionali (Società delle Nazioni e Ufficio internazionale del lavoro).

Inoltre, sono catalogati non meno di 65 francobolli con raffigurato Guglielmo Tell, raccolti in libretti (con francobolli appaiati a specchio), appaiati e separati da un campo vuoto (il più caro vale 17’500 franchi) o appaiati con altri francobolli. E se non bastasse, si possono collezionare i francobolli di Tell basandosi su un catalogo Zumstein speciale, che descrive in dettaglio centinaia di varianti ed errori di stampa.

In ogni modo, i collezionisti non hanno mai particolarmente apprezzato i francobolli con Guglielmo Tell, troppo «banali» con i loro valori d’affrancatura da 10 a 30 centesimi. Quelli con Elvezia erano, per così dire, molto più sexy con il loro valore nominale fino a 3 franchi. E non bisogna nemmeno dimenticare che la maggior parte dei collezionisti sono uomini.

swissinfo, Max Frenkel
(traduzione: Fabio Mariani)

L’autore:
Firma questo articolo Max Frenkel, per anni influente commentatore politico e responsabile della rubrica filatelica della «Neue Zürcher Zeitung».

Grazie al loro mordente inconfondibile, i suoi articoli sono diventati famosi.

Con il suo pensionamento, anche la rubrica è tramontata. Oggi Frenkel è libero collaboratore del domenicale «NZZ am Sonntag».

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR