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Terrorismo, la giustizia svizzera si analizza

Il presunto terrorista Achraf è detenuto nel carcere dell'aeroporto di Zurigo-Kloten Keystone

Un'indagine chiarirà le carenze nella comunicazione giudiziaria nel caso Achraf. Il presunto terrorista, legato agli attentati di Madrid, stava per essere rilasciato.

In prima istanza, la magistratura ha accettato l’estradizione in Spagna. Il parlamento chiede ora chiarezza sull’azione di polizia e autorità giudiziaria.

Per il momento Mohamed Achraf rimane in detenzione preventiva a Zurigo. La decisione del giudice è motivata dal pericolo di fuga e di collusione o inquinamento delle prove.

Il presunto cervello della cellula terroristica, responsabile degli attentati di Madrid, era stato arrestato dalla polizia stradale lo scorso 28 agosto. Secondo notizie di stampa, il 31enne Achraf era stato fermato casualmente dopo aver bruciato uno stop.

Richiedente l’asilo

Il presunto algerino aveva chiesto asilo in Svizzera nell’aprile 2003, sostenendo di essere palestinese e di chiarmarsi Kamel Saadi. I documenti in suo possesso si erano poi rivelati falsi e la sua richiesta respinta.

Immediatamente prima dell’espulsione, Achraf era scomparso nella clandestinità. Sarebbe rimasto per tutto il periodo nella regione di Zurigo.

Indagini in Spagna

Il suo nome è poi ricomparso nelle liste internazionali dei latitanti. L’accusa, firmata dal giudice spagnolo Baltazar Garzon, è pesante: gli attentati dell’11 marzo scorso a Madrid, costati la vita a 191 persone, porterebbero anche la sua firma.

La cellula, di cui Achraf avrebbe fatto parte, avrebbe pianificato inoltre azioni contro la magistratura spagnola, che negli ultimi mesi è riuscita a smantellare una buona parte dell’organizzazione fondamentalista islamica.

Lo stesso Mohamed Achraf avrebbe avuto l’intenzione di immolarsi con un camion-bomba e diventare un «martire» nel progettato attentato nel centro di Madrid contro l’Audiencia Nacional, la massima istanza giudiziaria in Spagna, che conduce l’inchiesta sulle stragi.

Consegna alla giustizia spagnola

La richiesta formale di estradizione, formulata da Madrid, è stata trasmessa a inizio settimana al competente Ufficio federale di giustizia da un rappresentante dell’ambasciata spagnola a Berna. Per evitare la consegna alle autorità di Madrid, Achraf ha però fatto ricorso.

Parallelamente, un’inchiesta è stata aperta anche in Svizzera. La Procura federale vuole verificare se l’estremista islamico abbia organizzato attività terroristiche e messo in piedi una cellula eversiva sul territorio elvetico.

Deficit di coordinazione

Le autorità federali e cantonali sono però finite nell’occhio della critica per la gestione del caso: l’accusato era infatti ad un passo dall’espulsione verso l’Algeria. Victor Gähwiler, direttore del carcere presso l’aeroporto di Zurigo- Kloten, dove è detenuto il presunto terrorista, si è lamentato pubblicamente di non essere stato informato tempestivamente dei sospetti che gravavano su Mohamed Achraf.

«Non sapevamo che fosse un terrorista pericoloso. Nessuno ci aveva informati», ha dichiarato all’edizione di domenica scorsa della «SonntagsZeitung». Così Achraf era stato inserito su una lista di detenuti che avrebbero dovuto essere rilasciati la settimana scorsa per mancanza di posti.

La Procura federale ha ammesso di essere venuta a conoscenza della presenza di Achraf solo dopo le rivelazioni della stampa spagnola e di aver dunque avviato ulteriori indagini.

Reazione politica

Dopo le rivelazioni della stampa, la Delegazione delle Commissioni di gestione delle Camere federali (DCG) ha avviato un’inchiesta per verificare se vi siano effettivamente stati disguidi nella comunicazione fra Servizi d’informazione e autorità di giustizia riguardo al presunto cervello della cellula terroristica.

La DCG chiede ai capi dei Dipartimenti della difesa, Samuel Schmid, e di giustizia e polizia, Christoph Blocher, di presentare i fatti. Dal canto suo, Blocher aveva già ordinato martedì un’inchiesta interna al suo dipartimento.

Al momento non si sa quando la DCG concluderà l’inchiesta. Comunque «per la fine dell’anno sarebbe sicuramente troppo presto», ha pronosticato la presidente Helen Leumann Würsch.

Collaborazione internazionale

Il caso ha inoltre messo in evidenza le difficoltà della Svizzera nella gestione della criminalità che supera i confini nazionali. La Svizzera non fa parte dell’Unione europea e non ha dunque accesso al Sistema d’informazione di Schengen (SIS). La banca dati contiene oltre 11 milioni di schede sulla criminalità organizzata.

Altrettanto inaccessibile è Eurodac, il sistema che, grazie alle impronte digitali, permette di sapere se i richiedenti l’asilo hanno già depositato la domanda in un altro paese.

Una collaborazione è prevista solo dopo la ratifica della seconda tornata di accordi bilaterali con l’Unione, firmati martedì a Luxenbourg.

Destra contraria

La commissione parlamentare vuole verificare le carenze del sistema svizzero e analizzare quali miglioramenti porterà concretamente l’aggancio al sistema europeo.

Questo traguardo porta però ad un aperto conflitto politico. L’Unione democratica di centro e l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente combattono apertamente la ratifica degli accordi che prevedono anche l’apertura dei confini nazionali.

Chi è contrario all’avvicinamento all’Europa ritiene che i sistemi elettronici non avrebbero migliorato le indagini.

Di diverso avviso invece il criminologo dell’Università di Losanna Laurent Moreillon. Contattato da swissinfo, l’esperto afferma che «se la Svizzera facesse già parte del sistema di Schengen, le cose sarebbero andate molto meglio».

Per il momento il presunto terrorista non è stato rilasciato e la giustizia può seguire il suo corso. Nelle prossime settimane si attende il verdetto del tribunale d’appello. Se le prove addotte da Madrid saranno ritenute sufficienti, Achraf sarà definitivamente estradato.

swissinfo e agenzie

6 aprile 2003: Achraf deposita una domanda di asilo politico in Svizzera con documenti falsi.

22 ottobre 2003: L’Ufficio federale dei rifugiati respinge la sua domanda; Achraf si sottrae all’espulsione dandosi alla clandestinità.

28 agosto 2004: Achraf viene arrestato ad un blocco stradale e finisce in detenzione preventiva.

19 ottobre 2004: la giustizia spagnola comunica alla Procura federale di ritenere Achraf implicato nell’attentato dinamitardo di Madrid che ha causato centinaia di morti nella primavera del 2004.

21 ottobre 2004: la Procura federale dà il via alle indagini che si concludono con l’accordo all’estradizione.

22 ottobre 2004: Achraf ricorre contro la decisione, evitando provvisoriamente l’estradizione.

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