Prospettive svizzere in 10 lingue

Troppo bravi per lavorare?

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Peter Fischli e David Weiss non rilasciano interviste e vivono modestamente. Sono tra i più significativi rappresentanti dell'arte contemporanea svizzera, ma sono stati valorizzati soprattutto all'estero.

Il Kunsthaus di Zurigo – in collaborazione con la Tate Modern di Londra – presenta “Questioni e fiori”, la raccolta più completa mai presentata finora della loro opera.

Fischli/Weiss lavorano su questioni esistenziali e metafisiche tra il serio e il faceto da molti anni. Sono questioni del tipo: Sono troppo bravo per lavorare? Posso recuperare la mia innocenza? Devo ubriacarmi? È tutto un gioco? Cosa pensa il mio cane? Gli insetti conquisteranno la Terra? Devo lasciare in pace la realtà? La felicità mi troverà?

Sono tra i primi nell’arte contemporanea ad aver fatto un uso così speciale della parola scritta. Al Kunsthaus di Zurigo il pubblico si diverte a leggere queste frasi proiettate (in diverse lingue) su di una parete o tracciate con il pennello all’interno di un grande vaso di Pandora.

Di questa coppia di artisti, che lavorano insieme dal 1979, in Svizzera si erano viste alcune mostre in passato, ma mai una grande retrospettiva. C’è voluta la collaborazione con la Tate Modern di Londra perché anche in patria al duo fosse dedicato un omaggio così consistente.

Si frequentano solo nello studio

Uno dei motivi per i quali Fischli/Weiss sono rimasti relativamente poco visibili è la loro estrema modestia. Nel mondo dell’avanguardia artistica, soprattutto negli ultimi decenni, molto spesso l’artista, oltre che la propria opera, ha messo anche se stesso al centro dell’attenzione. Basta pensare a figure-icona come Joseph Beuys: Fischli/Weiss invece non rispecchiano per nulla questo tipo.

“A loro non è mai interessato attirare su di sé il massimo dell’attenzione pubblica. Un atteggiamento cui sono rimasti fedeli fino ad oggi: non rilasciano interviste, non si lasciano fotografare insieme, come coppia di artisti. Vivono una vita molto privata, ognuno con la propria famiglia, e si incontrano solo per lavorare nell’atelier”, spiega a swissinfo Björn Quellenberg, responsabile della comunicazione del Kunsthaus.

Tipicamente svizzero

Oltre alla modestia, si riconoscono in Fischli&Weiss altre caratteristiche dello spirito elvetico: “Spesso scelgono eventi e temi che hanno un significato particolare per la Svizzera, che servono all’identificazione nazionale, come ad esempio il Gottardo”, continua Quellenberg.

Nel loro modo di lavorare è riconoscibile poi “una precisione nella strategia e nell’esecuzione”, che è anche qualcosa di tipicamente svizzero. In questa precisione introducono però elementi di gioco, di disturbo, di puro divertimento caotico e sperimentale. Altrimenti non sarebbero artisti, ma orologiai.

Tipica è la serie di oggetti intagliati nel poliuretano (utensili, bottiglie, strumenti) imitati alla perfezione: specie di “readymades al contrario”.

Fischli&Weiss sono molto poliedrici: lavorano con la scultura, la fotografia, il film e il video. Prendono in giro la società dell’intrattenimento, compreso il mondo dell’arte. Basta pensare a video come “Der geringste Widerstand – resistenza minima” (1980-81), in cui vestiti da orso e da ratto partono in un viaggio alla ricerca di se stessi e del successo.

L’artista è una specie di apprendista stregone nel video “Der Lauf der Dinge” – Il corso delle cose (1986-87), e provoca una lunghissima reazione a catena di deliranti eventi fisico-chimici, che fanno pensare alla concatenazione di causa ed effetto che regola ogni cosa, ma anche all’assurdità apparente delle basi su cui poggia l’universo.

Il bello delle salsicce

Da un lato nei loro lavori si trova la ricerca del bello, del perfezionismo quasi maniacale, come nelle loro foto di fiori e di altre messe in scene della natura. Dall’altro, resta in loro un desiderio di fabbricazione artigianale degli oggetti.

“Non usano prodotti industriali, di serie”, ricorda Quellenberg. Che senso ha in fondo imitare alla perfezione oggetti che potrebbero trovare in un supermercato o in una discarica (i readymades di Duchamp)? Il bello è che non ha senso. Ma il processo lento e meditativo della creazione artistica vi è rappresentato, ore e ore di paziente lavoro manuale. Ma poi l’artista scatta anche banali foto di non-luoghi – come gli aeroporti – che sembrano fatte in fretta e male: le contraddizioni piacciono a Fischli/Weiss.

In una grande sala sono esposte centinaia di statuette di argilla non cotta, estremamente fragili, con le quali hanno catturato momenti della storia dell’umanità: scenette intitolate ad esempio “Il Signore e la Signora Einstein un attimo dopo il concepimento del loro figlio geniale”. Qui il divertimento, il senso di sorpresa è immediato.

Oltre a non rilasciare interviste Fischli/Weiss non commentano il proprio lavoro. Sebbene abbiano influenzato tutta una serie di artisti svizzeri, da Pipilotti Rist a Thomas Hirschorn, la loro arte non è direttamente politica: “S’interrogano piuttosto sul senso della nostra società occidentale, con la sua cultura popolare e le sue radici nella cultura alta”, conclude Quellenberg. S’interessano di filosofia, di aeroporti, di fiori, di paesaggi, di urbanistica popolare e di salsicce: insomma di tutto ciò che è umano.

swissinfo, Raffaella Rossello, Zurigo

“Questioni e fiori”, retrospettiva di Fischli/Weiss.
Al Kunsthaus di Zurigo fino al 9 settembre 2007.
La mostra è stata già presentata a Londra e a Parigi.
Dopo Zurigo, dove è stata ampliata, l’esposizione sarà presentata ad Amburgo.

Peter Fischli e David Weiss sono nati rispettivamente nel 1952 e nel1946 a Zurigo.

Peter Fischli ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Urbino e a Bologna. David Weiss ha frequentato la scuola di arti applicate (Kunstgewerbeschule) di Zurigo e corsi di scultura a Basilea.

Si sono fatti un nome con i lavori presentati alla Documenta e alla Biennale di Venezia.

Nel 2003 hanno ottenuto il Leone d’oro.

Nel 2006 hanno ricevuto il premio Roswitha Haftmann, il premio europeo più consistente per l’arte contemporanea.

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