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Turbolenze in vista a Pro Helvetia, con la partenza del direttore

Bernard Cathomas si è ritrovato in una posizione sempre più scomoda a Pro Helvetia Keystone

Pro Helvetia si ritrova orfana di direttore. Il grigionese Bernard Cathomas se ne va dopo soli tre anni per assumere la direzione della Radiotelevisione romancia. Al successore l'arduo compito di snellire la venerabile istituzione culturale.

La notizia non è ancora ufficiale, ma viene ormai data per certa. Il giornale romando “Le Temps” ha segnalato già martedì la possibilità di un cambio della guardia a Pro Helvetia. Mercoledì lo zurighese “Tages Anzeiger” dà l’avvicendamento per certo.

In un commento in prima pagina, il “Tages Anzeiger” rileva che Cathomas ha patito, come il suo predecessore, del fatto che il margine di manovra di un direttore di Pro Helvetia è particolarmente esiguo, di fronte allo strapotere del consiglio di fondazione composto di 35 membri. Non è difficile immaginarsi, rileva il quotidiano, i sentimenti di una persona che deve far sue decisioni prese da altri.

Sarebbe però sbagliato, rileva ancora il giornale, dare tutta la colpa a Cathomas. Il problema principale risiede infatti nel modo talvolta caotico di agire del consiglio di fondazione. In questo organismo siedono artisti a professori che si impegnano certamente in favore della cultura ma che non conoscono la realtà del mondo, almeno per quanto riguarda la politica. Il Tages Anzeiger rileva che alla fine del 2001 quasi la metà del consiglio sarà rinnovata e questo potrà aprire nuove prospettive.

Ricordiamo che lo scopo di Pro Helvetia, fondata nel 1939, è di promuovere numerosi aspetti della cultura svizzera sia all’estero sia in Svizzera, di incoraggiare il dialogo e gli scambi culturali. La sua sede è a Zurigo, dove lavorano una cinquantina di persone. I membri del consiglio di fondazione sono tradizionalmente nominati dal Consiglio federale e le Camere federali decidono ogni quattro anni le somme da stanziare per il finanziamento di Pro Helvetia.

Tre anni fa, Cathomas, insieme all’ex sindaco di Losanna, la socialista Yvette Jaggi, aveva preso la direzione di Pro Helvetia con il compito di avviare una riorganizzazione dell’ente. Cathomas voleva trasformare il consiglio di fondazione in una sorta di consiglio di amministrazione che non intervenisse più sulle questioni di ripartizione dei fondi, ma che si occupasse di pianificazione a lungo termine e di controllo. L’obiettivo era di rafforzare la centrale di Zurigo. Il progetto fu però bocciato.

Furono allora creati due gruppi di lavoro, di cui Cathomas non faceva però parte. Seguì una fase caratterizzata da lotte e intrighi, con una forte fluttuazione del personale. Una crisi alla quale il consiglio di fondazione ha cercato di porre termine nominando l’estate scorsa François Wasserfallen “per sostenere Bernard Cathomas nel suo lavoro”. In pratica, Wasserfallen prese la direzione delle riforme e Cathomas si ritrovò ancora più emarginato. La sua partenza sembra dunque uno sbocco naturale della crisi.

La successione di Cathomas non pare essere una questione di rapida soluzione. La presidente Yvette Jaggi pensa che sia poco sensato indire un concorso prima di avere definito il ruolo del futuro direttore. Si profila dunque una lunga situazione d’incertezza che non contribuirà certo a riportare la fiducia tra i collaboratori dell’istituzione.

Mariano Masserini

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