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Tutti pazzi per Angelika

"Amor e Psiche" di Angelika Kauffmann, 1792

Con una piccola, ma affascinante esposizione, il Museo d'arte di Coira commemora i 200 anni della morte di Angelika Kauffmann, una delle artiste più importanti del 18esimo secolo in Europa.

La mostra “Angelicamad” propone di riscoprire una trentina di opere di questa grande pittrice, che ebbe uno straordinario successo soprattutto in Inghilterra e in Italia, diventando un modello per generazioni di artiste.

Nei ricordi di alcuni, era una donna molto bella. Per altri, una donna estremamente colta. Per altri ancora, riuniva entrambe queste virtù. E, come se non bastasse, era stata baciata dalla Musa dell’arte già nella culla.

“Ha un talento incredibile, enorme per una donna”, disse di lei Goethe. Forse il più grande complimento concesso ad una donna dallo scrittore tedesco, che amava coltivare soprattutto lo specchio della propria genialità.

Di certo, Angelika Kauffmann è stata una delle artiste che hanno lasciato le tracce più profonde nell’arte europea del 18esimo secolo. Una donna eccezionale, in un modo o nell’altro, che riuscii ad emergere in un ambiente artistico quasi esclusivamente riservato agli uomini.

In occasione del 200esimo anniversario della sua morte, diversi musei europei hanno voluto dedicarle piccole o grandi retrospettive. Così come il Museo d’arte di Coira nelle sue splendide sale neoclassiche, cornice ideale per ospitare le tele di questa brillante rappresentante dell’arte classica.

Successo in Italia e in Inghilterra

Angelika Kauffmann nacque a Coira nel 1741. Furono la madre, una levatrice grigionese, e il padre, un pittore itinerante austriaco, ad occuparsi della sua educazione.

La ragazza prodigio, dotata sia per la pittura che per la musica, trascorse la sua gioventù in Lombardia, dove rimase affascinata dall’architettura e dalla pittura italiana, e in Austria. Nel 1760 fece ritorno in Italia assieme al padre per completare la sua formazione, studiando l’arte del Rinascimento e dell’Antichità.

A Milano, Firenze, Bologna e poi a Roma si specializzò nella pittura ritrattistica, mettendo in mostra il suo stile raffinato presso l’aristocrazia e l’alta borghesia. Nel 1764, a soli 23 anni, venne nominata membro onorario dell’Accademia di San Luca a Roma.

Dal momento che i suoi committenti erano in primo luogo ricchi turisti inglesi, nel 1766 Angelika Kauffmann si trasferì a Londra, per trovare direttamente sotto mano i suoi clienti. In Inghilterra le porte del successo si spalancarono rapidamente per le sue tele – molti ritratti, ma anche numerosi quadri storici e mitologici.

Una passione collettiva

“Il successo di Angelika Kauffmann a Londra fu un fenomeno straordinario. Perfino alla corte reale tutti volevano avere un ritratto realizzato da lei. Era amata e apprezzata come artista, ma anche come donna”, spiega Beat Stutzer, direttore del Museo d’arte di Coira.

A Londra andavano “tutti pazzi per Angelika”, come disse un osservatore dell’epoca. E la giovane artista seppe trarre abilmente profitto da questa passione collettiva, sperimentando una delle prime forme di merchandising.

“Angelika Kauffmann dimostrò di avere anche il senso degli affari. I motivi dei suoi quadri vennero riprodotti da diversi incisori e fecero il giro del mondo. Vennero perfino gravati su numerosi oggetti quotidiani: come servizi di the, barattoli di tabacco, scatole di caffè o vasi”, aggiunge Stutzer.

Nel 1768, appena due anni dopo il suo arrivo in Inghilterra, Angelika Kauffmann figurava – quale sola donna assieme alla pittrice Mary Moser – tra i 28 membri fondatori della Royal Academy di Londra, ancora oggi la più importante istituzione artistica inglese.

“Grazie a questo riconoscimento rappresentò in seguito un punto di riferimento e un modello per diverse generazioni di donne”, sottolinea il direttore del Kunsthaus.

Arte poetica e sensibile

Dopo aver sposato il pittore italiano Antonio Zucchi, nel 1781 Angelika Kauffmann ritornò a vivere a Roma, dove consacrò sempre di più la sua arte a scene classiche e mitologiche.

Un’arte, quella di Angelika Kauffmann, estremamente dolce e poetica, sempre alla ricerca di una sua bellezza ideale, soprattutto femminile. In alcuni dipinti, l’artista giunge perfino a dare lo stesso volto ideale a diverse donne, come se fossero tutte sorelle. E gli stessi uomini, sotto baffi e barbe, assumono spesso tratti femminili.

Altrettanto affascinante nelle sue opere è la passione per il dilemma, la rappresentazione continua di due scelte di vita, come Enrico IV, indeciso tra la gloria e l’amore, o la Bellezza, contesa dall’amore e dall’intelligenza. E a sedurre l’artista erano soprattutto i destini di donne abbandonate, divise tra la nostalgia e la disperazione, tra il sogno e la realtà, tra la vita e la morte – come Calipso, Penelope o Cleone.

“I ritratti permisero ad Angelika Kauffmann di farsi conoscere e apprezzare. Ma il suo talento si espresse forse ancora di più nei suoi quadri storici, con i quali diede un grande contributo alla transizione dall’arte barocca a quella classica”, spiega Beat Stutzer.

“Questo valore artistico venne riconosciuto già durante la sua vita in mezza Europa. Angelika Kauffmann fu un’artista cosmopolita e popolare, come dimostrano i suoi funerali nel 1807: furono sicuramente i più fastosi e pomposi celebrati nel mondo dell’arte dalla morte di Raffaello”.

swissinfo, Armando Mombelli

Nata a Coira, nel canton Grigioni, il 30 ottobre 1741, Angelika Kauffmann trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza a Como, Milano e a Schwarzenberg, in Austria.

Il padre, Joseph Johann Kauffmann, è un pittore itinerante, proveniente dalla regione austriaca del Voralberg. La madre, Cleofea Lutz, è una levatrice di Coira.

Tra il 1760 e il 1766 studia l’arte del Rinascimento e dell’Antichità in Italia e si fa conoscere per le sue doti di ritrattista.

Nel 1766 si trasferisce a Londra, dove incontra un grande successo e figura tra i membri fondatori della Royal Academy di Londra.

Dopo un primo matrimonio sfortunato, nel 1781 si sposa con il pittore italiano Antonio Zucchi. L’anno seguente, ormai conosciuta in mezza Europa e alquanto benestante, Angelika Kauffman ritorna definitivamente a vivere in Italia.

A Roma, la sua casa sul Pincio diventa un luogo d’incontro per artisti di tutta Europa, tra cui Goethe.

Angelika Kauffmann muore il 5 novembre 1807 a Roma e viene seppellita nella Chiesa Sant’Andrea delle Fratte.

L’esposizione “Angelicamad”, che raccoglie una trentina di opere di Angelika Kauffmann, può essere visitata fino al 20 gennaio 2008.

Il 200esimo anniversario della sua morte è stato commemorato quest’anno con mostre ed altri avvenimenti culturali anche in Austria (Bregenz e Schwarzenberg) e a Roma. Una nuova retrospettiva è in programma nel 2008 a Napoli.

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