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Un’ampia collezione di autoritratti di maestri del ‘900

Massimo Campigli - Autoritratto, 1960. Massimo Campigli

Esposti per la prima volta in pubblico i dipinti appartenuti a Raimondo Rezzonico, per molti anni presidente del Film Festival di Locarno.

Quasi in concomitanza con l’inizio del Festival del film, si inaugura alla pinacoteca “Casa Rusca” di Locarno una grande mostra di quadri raccolti da Raimondo Rezzonico, infaticabile animatore della famosa rassegna cinematografica locale, scomparso lo scorso ottobre all’età di 81 anni.

Una collezione che comprende nomi prestigiosi: da Kokoschka a Matisse, da Rouault a De Chirico, da Guttuso a Manzù, senza dimenticare artisti legati al Ticino come Filippini, Comensoli e Sassu.

Rezzonico stesso aveva contribuito in prima persona all’allestimento dell’esposizione, che in pratica è una scelta di centocinquanta dipinti dei quattrocento che fanno parte della sua raccolta, acquisiti in buona parte scegliendo come “fil rouge” il tema dell’autoritratto. L’ex presidente del festival locarnese aveva impiegato quasi trent’anni per aggiudicarseli presso aste e antiquari, cominciando con l’acquisto di una serie di dodici mini-autoritratti appartenuti allo scrittore e scenografo emiliano Cesare Zavattini, pure presenti in mostra in una sezione apposita.

Una collezione unica

Attualmente la collezione, proprio per la sua tematica, ha pochi eguali a livello europeo. Negli scorsi anni era nata l’idea di trarne un’esposizione aperta per la prima volta al pubblico, privilegiando il Locarnese per la “prima”, anche rispetto a richieste di prestito già arrivate da Parigi o Firenze.

Purtroppo Rezzonico non è riuscito a vederla realizzata; la sua improvvisa scomparsa ha anche rallentato i lavori, permettendo d’altra parte l’inaugurazione della mostra proprio a ridosso della 55esima edizione del Festival.

Aperta fino a dicembre

Fino al primo dicembre il pubblico potrà così ammirare gli autoritratti sotto forma di dipinti, disegni e opere grafiche, presentati secondo un criterio generazionale, raggruppando cioè gli autori in base alle loro date di nascita. Date che coprono esattamente cento anni, dal 1852 di Mancini e Gemito al 1952 di Clemente e Ceccobelli, mentre le opere vanno dall’ultimo decennio dell’Ottocento al 1984 di un grande dipinto di Ceccobelli.

Un’occasione unica, insomma, per approfondire l’evoluzione di un particolare genere della storia dell’arte lungo tutto il secolo scorso, in un percorso che, accanto ai grandi nomi, presenta comunque diversi artisti “minori” dalle qualità tutte da scoprire.

Alessandra Zumthor

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