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Un’apertura di stagione che promette aria nuova

Prova d'orchestra apre la nuova stagione operistica a Berna. Annette Boutellier

Con «Prova d'Orchestra», una delle opere di maggior successo del compositore Giorgio Battistelli, lo Stadttheater di Berna ha inaugurato la nuova stagione operistica.

Ispirata all’omonimo film di Federico Fellini, l’opera è presentata nel nuovo allestimento del regista turco-tedesco Immo Karaman ed è diretta dal maestro ticinese Luca Pfaff.

«Quest’opera ha una lunga storia che devo abbreviare un po’ – racconta Luca Pfaff che ne ha diretto la produzione bernese. Mi sono trovato a dirigere, giovanissimo, una musica per “Il Casanova” di Fellini e l’orchestra si è messa in sciopero durante la registrazione.»

L’episodio scatenante -ripreso sia nel film che nell’opera ad esso ispirata- fu l’entrata di un cameramen francese nella sala di registrazione. Uno degli orchestrali smise di suonare per chiedere un supplemento e fu seguito a ruota da tutti gli altri musicisti. La registrazione fu interrotta e la direzione fu costretta a scendere a trattative.

«Poi -prosegue Pfaff-, mi sono trovato in un camerino con Fellini che mi disse: «Un giorno bisognerà che faccia assolutamente un film su questa situazione assurda in cui basta che uno alzi la mano e chieda un supplemento, che tutto il marchingegno si blocca».

L’episodio ricordato da Luca Pfaff accadde tra il 1975 e il ’76, ma il grande maestro del cinema italiano non perse tempo: nel 1978 la pellicola di «Prova d’Orchestra» era già pronta.

Un film che diventa spunto per un’opera


Passarono 15 anni da quell’episodio prima che Pfaff si rivolgesse di nuovo a Federico Fellini per chiedergli la concessione dei diritti del film. Il suo progetto era di trarne un’opera da presentare in prima assoluta a Strasburgo.

«Lui era contentissimo -ricorda Pfaff- e disse che non avrebbe mai immaginato che un film suo potesse servire come spunto per un’opera. Purtroppo non l’ha mai vista perché è morto proprio prima che nascesse l’opera. Anzi è stata Giulietta Masina, la sua vedova, ad aiutarci ad avere i diritti d’autore in modo da poter riutilizzare i testi.»

Il compito di musicare questi testi venne affidato a Giorgio Battistelli già in quegli anni considerato uno dei maestri dello spettacolo musicale. Nel 1995 nacque così «Prova d’orchestra, Sei scene musicali di fine secolo», la seconda opera scenica del compositore laziale ispirata ad un grande regista.

Un’opera moderna vincente


Oltre ad aver diretto la prima assoluta di «Prova d’Orchesta» a Strasburgo, Luca Pfaff ha partecipato a una produzione presentata all’opera di Anversa un anno e mezzo fa e ora, con quella bernese, è arrivato alla sua terza direzione dell’opera.

Ma di produzioni, in 12 anni, ne sono già state fatte otto. «Un numero altissimo per un’opera moderna -prosegue Pfaff. E quando si parla di produzioni differenti, vuol dire registi differenti, cantanti differenti, città differenti, lingue differenti, perché “Prova d’Orchestra” è stata fatta in tedesco, è stata fatta in francese e adesso si fa in italiano. »

Se l’alto numero di produzioni realizzate in pochi anni comprova il successo di quest’opera, le sue repliche permettono di far conoscere ed apprezzare la musica contemporanea a un pubblico sempre più vasto.

«Normalmente un’opera moderna viene replicata una decina di volte con i teatri praticamente pieni – spiega Pfaff – il che significa poter presentare una musica nuova a un pubblico composto da 8-10mila persone. »

«E questa è una misura quantitativa inimmaginabile per un pezzo sinfonico, che si fa una volta sola e al quale assistono 1000 persone. Per questo secondo me l’opera è anche una carta molto importante per la diffusione della musica contemporanea. »

Una produzione coraggiosa


Il nuovo team dello Stadttheater di Berna, diretto dall’alsaziano Marc Adam, ha deciso di aprire la nuova stagione operistica proprio con l’ottava produzione di «Prova d’Orchestra». Una realizzazione, quella bernese, che ha scelto di puntare su una regia completamente diversa dalle precedenti.

Sul palcoscenico non vediamo più, come nelle altre sette produzioni, una finta orchestra -composta in realtà da coristi e da solisti – che mima i gesti degli orchestrali. Qui il giovane regista Immo Karaman non ha voluto in scena gli strumenti, ma solo le loro custodie.

Fabrice Dalis -che interpreta il primo violino-, Claude Eichenberger -il violoncellista-, Marta Casas Bonet -l’arpista- e tutti gli altri musicisti sul palcoscenico, hanno in mano la custodia chiusa del loro strumento. Le loro forme bastano al pubblico per identificare i differenti ruoli interpretati e gli permettono anche di percepire con ancor maggior forza la relazione che ogni musicista vive con il suo strumento.

Le interessanti scelte registiche, il brio e la leggerezza dell’orchestra diretta in modo magistrale da Pfaff, unitamente alle ottime qualità vocali dei solisti e del coro – che dimostrano anche un notevole talento scenico – rendono quest’ottavo allestimento di «Prova d’Orchestra» una produzione di alta qualità.

Il meritato successo ottenuto l’otto settembre in occasione della prima, ha premiato non solo l’impegno degli artisti ma anche il coraggio dimostrato dal nuovo direttore dello Stadttheater ad iniziare la stagione con un’opera moderna.

swissinfo, Paola Beltrame, Berna

La stagione operistica bernese si è aperta l’8 settembre allo Stadttheater di Berna con la presentazione dell’ottava produzione dell’opera contemporanea di Giorgio Battistelli «Prova d’Orchestra ispirata all’omonimo film di Federico Fellini.
Diretta da Luca Pfaff e dal regista Immo Karaman, l’opera, che a Berna viene presentata in lingua italiana, ha una durata di 80 minuti. Ancora cinque le repliche previste; la prossima è in programma per il 14 ottobre alle 18.

In «Prova d’Orchestra» – definito dallo stesso Federico Fellini come un «documentario lirico» – il microcosmo di un gruppo di orchestrali coalizzati contro l’autorità del direttore d’orchestra, serve da spunto per mettere in scena un frammento di realtà italiana della fine degli anni Settanta.

Il regista racconta dell’ordine e del caos, del clima battagliero e delle atmosfere tese tra l’individuo e la società, mettendo in scena tutte le ambiguità e le contraddizioni umane, ma invitando, alla fine, lo spettatore a cercare risposte individuali e non generali o astratte.

«Prova d’Orchestra, Sei scene musicali di fine secolo» di Giorgio Battistelli – Entrata, intervista ai musicisti, Prova, Pausa-contestazione, Intervista al Direttore d’orchestra, Caos-crollo e Finale-ripresa della prova- si svolgono, proprio come nel film di Fellini.

Nel libretto il compositore, non solo rispecchia completamente il film, ma ne rispetta anche la dimensione etica. Unica aggiunta alcuni dialoghi che tematizzano l’atteggiamento conflittuale nei confronti della musica contemporanea, un tema questo che sta molto a cuore all’artista.

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