Prospettive svizzere in 10 lingue

Un manifesto per la salvaguardia del romancio

Anche la scuola deve fare la sua parte nel mantenimento della lingua minoritaria. Anche questa è una rivendicazione del monifesto Keystone Archive

I nuovi dati statistici rivelano un ulteriore calo della quarta lingua. Un manifesto in internet raccoglie firme per reagire all'emorragia.

Nasce una nuova iniziativa dei rappresentanti della quarta lingua della Confederazione, parlata – secondo le ultime stime – da circa cinquantamila persone. Proprio i risultati che si profilano dall’ultimo sondaggio, ormai in fase conclusiva, fanno infatti temere una nuova flessione del numero dei romanci, inducendo a correre ai ripari.

“La situazione è preoccupante – sottolinea il linguista Chasper Pult, ex direttore del Centro svizzero di Milano, tra i promotori del manifesto – anche se le domande sui questionari dell’ultimo censimento erano poste in maniera poco felice, il continuo calo dei parlanti romancio è una realtà”.

“Il problema – continua Pult – è che le basi legislative per salvaguardare questa lingua ci sono, ma manca la volontà politica di applicarle concretamente. Solo un esempio, tra i più recenti: la nuova denominazione del Cantone, decisa dal Governo, è “Graubünden”, in tedesco, escludendo sia il romancio, sia l’italiano dal marchio di una realtà in teoria trilingue”.

Firma in internet

I sostenitori della quarta lingua federale fanno così appello una volta ancora alla mobilitazione popolare: all’indirizzo www.rumantsch.ch è possibile firmare in internet il “Manifesto sulla situazione della lingua romancia”, che il 21 marzo verrà consegnato ufficialmente al presidente della Confederazione, a quello del Gran Consiglio e a quello del Governo dei Grigioni.

L’iniziativa, che in pochi giorni ha già raccolto un migliaio di firme, chiede un maggior sostegno al romancio da parte dello stesso Cantone e lo studio di chiare disposizioni nella nuova legge federale sulle lingue, come pure nella nuova Costituzione grigionese. Nella convinzione che una generica simpatia non basti ormai più a salvare un elemento fondamentale della Confederazione svizzera.

Alessandra Zumthor

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