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Un po’ come l’araba fenice

Il Teatro-Cinema di Chiasso, un punto di riferimento culturale cantonale e transfrontaliero swissinfo.ch

Se non proprio dalle ceneri, deve comunque rinascere: Chiasso, città di confine segnata dalla crisi economica di questi anni, gioca la carta della cultura.

Sebbene la stazione internazionale abbia perso la sua importanza, Chiasso rimane per vocazione un ponte al di qua e al di là della frontiera.

Finita ormai da tempo l’epoca d’oro dei pendolari del pieno, che aveva fatto la fortuna dei commercianti, archiviate nostalgie e rimpianti, la città di confine mostra una grande vitalità in campo culturale.

Il Polo delle arti e della cultura è una solida realtà: il MaxMuseo e lo Spazio Officina, che saranno inaugurati rispettivamente il 12 e il 26 novembre, ne sono parti integranti.

Seguendo la rosa dei venti

Nella mappa delle proposte culturali della Svizzera italiana, la città di confine si caratterizza per scegliere spesso rotte lontane e sperimentali. Una sua via che segna la differenza senza porsi in antitesti con le altre realtà. “Chi fa cultura – commenta Paolo Belli, direttore artistico e responsabile dell’Ufficio cultura di Chiasso – non deve fare guerre. Anzi, la collaborazione è preziosa”.

Le proposte, espressione viva del Polo culturale, spaziano dalla musica al teatro, dalla fotografia al cinema. “Il Festival jazz, con la sua musica straordinariamente dinamica e profonda, propone tanto il repertorio classico quanto soluzioni musicali più contaminate più e aperte a nuovi linguaggi”.

E così anche Festate, che per il 2006 punterà il sestante verso il paese del Sol Levante e l’Indonesia.”Cerchiamo di dare voce musicale e voce culturale a paesi lontani. A paesi che attualmente – puntualizza il direttore artistico – non sono presenti sul mercato discografico”.

Intrecci nel tessuto urbano

Una della particolarità di Chiasso è quella sua capacità di creare degli intrecci nel tessuto sociale e urbano.

Per diverse edizioni il Festival jazz è stato ospitato nei polverosi magazzini delle FFS, trasformati di volta in volta – e spesso anche con mezzi poveri – in autentici teatri.

“In quegli anni abbiamo dovuto fare di necessità virtù – sottolinea Paolo Belli – e cercare per ogni occasione, nuove situazioni”.

Il discorso sui luoghi si sviluppa anche nel recupero delle “vestigia” dell’archeologia industriale, a noi così vicina. Il recupero dell’area attorno al Teatro-Cinema, dimostra come l’intimo legame tra cultura e territorio sia importante. E come sia possibile dare un senso, e un futuro, alla memoria dei luoghi. In ultima analisi, alla storia di una città.

Un posteggio sul quale ora sorge il MaxMuseo, un ex garage che diventa edificio espositivo (lo “Spazio Officina”, un’ex fabbrica (la Calida) che si appresta con buone probabilità ad ospitare una scuola di danza, un Teatro riportato a nuova vita: il nuovo Polo delle arti è anche figlio dei tempi.

A passo di danza

Viaggi ed esplorazioni nel mondo della cultura, hanno inoltre portato Chiasso a dare visibilità e spazio alla danza.

“La danza, soprattutto quella contemporanea, è molto trascurata. E non solo in Ticino. Eppure – osserva Paolo Belli – non solo è un formidabile laboratorio di ricerca per quanto riguarda l’estetica, ma in Svizzera ha assunto una forte componente creativa ed innovativa”.

“Con la proposta di Chiasso Danza, una piccola rassegna di dimensioni internazionali, abbiamo voluto colmare quella che noi riteniamo una lacuna nel panorama culturale”. Sulla pista dell’espressione artistica, Chiasso vuole compiere un passo supplementare.

L’apertura del “Centro coreografico Carolyn Carlson Chiasso”, isserebbe la città di confine a livelli internazionali molto elevati. Tanto più che la speranza è di trasformare la scuola in un centro di produzione artistica vero e proprio.

Per rifondare una città

“Io sono convinto che l’arte, in tutte le sue espressioni e manifestazioni, costituisca un importante fattore di crescita”.

“Fare dialogare le arti – commenta Belli – favorisce inoltre un’apertura maggiore Credo che l’arte sia un momento formativo straordinario”.

“Per questo – continua il direttore artistico – vorrei che il Polo delle arti e della cultura diventasse una fabbrica di bellezza e un laboratorio di linguaggi”.

Puntare sulla cultura, normalmente sacrificata nei periodi di crisi e ristrettezze finanziarie, appare una scelta coraggiosa. “Una scelta voluta e resa possibile da un sindaco e da un’amministrazione comunale – precisa Belli –che credono in questa via”.

“Penso sinceramente che sia un progetto lungimirante, perché inserire la retromarcia non è mai stato possibile nella storia, per nessuno. Non si può tornare al Corso lastricato d’oro – annota Paolo Belli – come era negli anni Sessanta”.

“Puntare sulla cultura è un modo di rifondare, di ricreare la città. Di stabilire un nuovo tessuto connettivo. La cultura è fondamentale anche questo e lo dico da laico: una religione del nostro tempo, nel senso di “religere”, di collegare, creare legami. Non solo attraverso scambi economici, ma anche culturali”.

swissinfo, Françoise Gehring, Chiasso

Il nuovo Teatro-Cinema, gioiello architettonico degli anni Trenta, è stato inaugurato nel 2001
Esiste da 15 anni Festate, la rassegna della musica world
Il 26 novembre lo Spazio Officina sarà inaugurato con una grande mostra dedicata alla fotografa messicana Flor Garduno
La quinta Biennale dell’immagine si terrà dal 23 settembre all’11 novembre 2006
Nel 2006 la nona edizione del Festival di musica e cultura jazz si terrà il 16,17 e 18 febbraio

Il Polo delle arti e della Cultura di Chiasso è costituito principalmente dal Teatro-Cinema – autentico cuore pulsante della città – dallo Spazio Officina, dal MaxMuseo. In futuro, nello stabile ex-Calida, potrebbe aggiungersi anche il Centro Coreografico Carolyn Carlson Chiasso.

Il Teatro si è rapidamente guadagnato un posto di prestigio nella Svizzera Italiana e nella Regio Insubrica, come teatro delle arti teatrali, aperto ad altre discipline artistiche come la danza, la musica, la prosa, la commedia e il cinema.

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