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Un uomo «made in Switzerland»

Paul Klee sul Moosegg nell'Emmental, 1938. ZPK/Schenkung Fam. Klee/Franz Aichinger

Paul Klee, tedesco d'origine, ebbe la nazionalità elvetica solo dopo la morte. Ma il suo carattere fu sempre profondamente svizzero.

Nato e cresciuto nel canton Berna, parlava correntemente il dialetto della capitale. Di Berna fece la sua nuova residenza dopo essere stato espulso dal suo incarico di insegnante nella Germania nazista.

Nato il 18 dicembre 1879 a Münchenbuchsee, da madre svizzera, Ida Frick, e da padre tedesco, Hans Klee, Paul aveva una sorella, Mathilde, di tre anni più grande di lui, che aveva la stessa nazionalità del padre.

Gli inizi

La leggenda vuole che sia stata la nonna materna ad incoraggiare la sua vena artistica regalandogli carta e matite colorate in tenera età.

Più tardi, Klee dichiarò che il suo percorso artistico cominciò durante l’infanzia e riteneva parte della sua opera anche alcuni disegni fatti da bambino.

Più avanti, i disegni fatti da Klee adolescente rivelano un interesse dell’ambiente che lo circondava. Disegnava il paesaggio bernese e portava sempre con se il quaderno degli schizzi quando visitava i parenti o era in viaggio con il padre in Svizzera.

Quando non era intento a disegnare, a suonare il violino o a scrivere poesie, Klee frequentava il «Progymnasium» nel centro di Berna. Non era certo uno studente modello. Attraversò gli anni della scuola tentennante, diplomandosi nel 1898.

Paul scrisse nel suo diario: «Avrei lasciato volentieri la scuola durante gli anni di studio, ma i miei genitori erano contrari… mi sentivo come un martire, mi piaceva fare solo quello che non mi era permesso fare, disegnare e scrivere».

I sui genitori volevano che intraprendesse la carriera di musicista, ma lui aveva altri piani. Appena due mesi dopo aver finito gli esami, lasciò la casa paterna per andare a studiare in una scuola d’arte privata a Monaco, in Germania.

Il ritorno a casa

Klee passò quattro anni fuori casa. Fu una parentesi ricca di eventi. Completò gli studi formali in belle arti, incontrò e si fidanzò con colei che sarebbe diventata la sua futura moglie, e visitò l’Italia.

Nel 1902, tornato a Berna, si trasferì di nuovo nella casa dei genitori. Si guadagnava da vivere come concertista e scrivendo recensioni teatrali, mentre continuava a studiare disegno da solo.

Fra il 1903 e il 1905, Klee fece passi importanti nel suo sviluppo artistico. Cominciò a sperimentare l’incisione, che lo portò a produrre un ciclo di 11 opere.

Sviluppò poi un processo, che implicava il disegno con un ago su un pannello di vetro annerito, e creò quasi 60 disegni con questo metodo.

Un anno dopo, nel 1906, per Paul Klee ci fu un’altra fondamentale rottura con la Svizzera. Sposata la pianista Lily Stumpf, che viveva a Monaco, si trasferì nella città tedesca.

Nonostante ciò, non abbandonò del tutto Berna. Dopo la nascita del figlio Felix, nel 1907, Paul tornò di frequente con lui nella casa dei genitori, a volte per mesi, mentre Lily lavorava per mantenere la famiglia, dando lezioni di piano.

Le lettere di Paul durante questo periodo fanno capire che gradiva stare a Berna; questi soggiorni gli permettevano di coltivare le sue attività preferite, mentre la famiglia si occupava di Felix.

Di nuovo a casa

Dopo circa trenta anni all’estero, l’artista fece nuovamente della Svizzera la sua residenza nel 1933, anche se con un po’ di riluttanza.

La buona sorte di Klee era cambiata con l’avvento del nazionalsocialismo in Germania. Klee era diventato un artista famoso, guadagnava bene dalla vendita del suo lavoro, e percepiva un buon stipendio come docente d’arte. Ma improvvisamente diventò persona non gradita.

Bollato come artista degenerato dai nazisti, il suo lavoro venne tolto dalle gallerie pubbliche in Germania. Paul Klee cercò quindi rifugio presso la sua famiglia a Berna.

Nella capitale svizzera, lontana dall’essere un centro artistico e distante dalla vita bohemienne e dallo stimolo intellettuale che aveva dato sapore agli anni della maturità, il declino deve essergli apparso completo.

Dopo alcuni mesi itineranti, Paul e sua moglie Lily trovarono un appartamento di due stanze in Kistlerweg, nel verde del quartiere Elfenau. Dal loro balcone a volte riuscivano a vedere il profilo delle montagne dell’Oberland bernese.

Una stanza era la sala da musica di Lily e l’altra lo studio di Paul. Fu qui che Klee trovò ispirazione per più di 2700 lavori.

Durante gli ultimi anni della sua vita, Paul Klee richiese la cittadinanza svizzera, ma senza successo. La prima volta non aveva i requisiti necessari, e non visse abbastanza a lungo per scoprire che la seconda richiesta andò a buon fine.

La malattia e la morte

Il ritorno alle sue modeste origini, fu accompagnato da un deterioramento delle sue condizioni fisiche. Soffriva di mal di stomaco, perse peso e la sua pelle si indurì. Verso la fine della sua vita aveva problemi a deglutire ed era incontinente.

Ma i medici non diagnosticarono la sua vera malattia che da allora venne identificata come sclerodermia, una malattia incurabile del sistema immunitario.

La fine, per l’artista svizzero con passaporto tedesco, avvenne nel canton Ticino. Dopo il suo ritorno a Berna nel 1933 si era curato in diversi sanatori. Morì nel 1940 in una clinica di Locarno-Muralto nel sud della Svizzera.

Sei giorni dopo la sua morte, le autorità gli concessero finalmente la nazionalità svizzera.

La moglie Lily portò le sue ceneri a casa, a Kistlerweg e le tenne nel suo atelier fino alla sua stessa morte nel 1946.

swissinfo, Faryal Mirza
traduzione, Raffaella Rossello

Paul Klee passò più di trenta anni della sua vita in Svizzera, per la maggior parte nella capitale, Berna.

Nato a Münchenbuchsee, cantone di Berna, il 18 dicembre1879, Klee morì il 29 giugno 1940 nel canton Ticino, a Locarno-Muralto.

Parlava fluentemente il dialetto svizzero-tedesco, mentre il suo tedesco aveva un leggero accento bernese.

Gli fu concessa la nazionalità svizzera solo sei giorni dopo la morte.

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