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Leuenberger: senza l’ONU nessuna speranza di pace

Il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger e il segretario generale dell'ONU Kofi Annan si sono incontrati lunedì Keystone

"Le Nazioni unite rappresentano la nostra speranza di giustizia e solidarietà". È quanto ha dichiarato il presidente della Confederazione in occasione dell'apertura della 61esima Assemblea generale dell'ONU.

Nessun paese può risolvere da solo le sfide globali che si pongono oggi, ha sottolineato nel suo discorso Moritz Leuenberger.

Solo con la cooperazione, il mondo può far fronte ai problemi mondiali, le guerre, il terrorismo, la droga o le catastrofi naturali. Prima di tenere il suo discorso al Palazzo di vetro di New York, Moritz Leuenberger si è espresso in favore di un’ONU forte, in grado di coinvolgere in tutti i settori anche i paesi più potenti, come gli Stati uniti.

Dinnanzi all’Assemblea generale delle Nazioni unite, il presidente della Confederazione ha evocato i valori fondamentali della Svizzera – la democrazia, lo Stato di diritto, gli equilibri sociali – valori che dovrebbero servire da base all’ONU per risolvere i conflitti.

Impegno per le vittime

Uno Stato, e così anche l’ONU, deve proteggere le vittime, creare e far applicare un ordinamento legale, affrontare le ragioni più profonde dei conflitti per porre fine alla violenza.

Se la missione umanitaria delle Nazioni unite fallisce, la disperazione e la disponibilità alla violenza aumentano. È quanto avviene, in modo estremamente brutale, in Medio oriente o nella regione sudanese del Darfur.

Per stabilire un ordinamento legale occorrono norme valide. Secondo Moritz Leuenberger, la creazione del tribunale penale internazionale, in grado di far applicare il diritto internazionale, rappresenta un conquista storica.

“È una necessità”. Tutti i paesi devono parteciparvi, anche i più grandi, ha affermato il presidente della Confederazione ai media a New York.

Convenzioni di Ginevra

La comunità internazionale deve combattere anche il terrorismo. Ma, neppure in tale ambito si può ripudiare lo Stato di diritto, impiegando mezzi come la tortura.

“Le Convenzioni di Ginevra non ostacolano la lotta al terrorismo, al contrario. Questa battaglia è credibile solo se viene combattuta nel rispetto dei diritti umani”, ha aggiunto Moritz Leuenberger, con un’allusione velata agli Stati Uniti.

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Convenzioni di Ginevra

Questo contenuto è stato pubblicato al Le Convenzioni di Ginevra e i loro protocolli addizionali, di cui la Svizzera è lo Stato depositario, costituiscono le fondamenta del diritto internazionale umanitario. Le convenzioni definiscono come trattare i civili e i combattenti in tempo di guerra e di occupazione. Henry Dunant, fondatore del Comitato internazionale della Croce Rossa, è all’origine della prima convenzione…

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Lottare contro le cause della violenza

“La comunità internazionale, proprio come uno Stato, deve individuare le cause più profonde delle minacce e dei disordini che l’affliggono e adoperarsi per eliminarle”, ha sottolineato il presidente della Confederazione, citando a ‘mo d’esempio la lotta contro i cambiamenti climatici.

Inoltre, tutti i conflitti, anche quelli giustificati con argomenti religiosi, sono causati da disparità economiche, ha osservato Leuenberger. Per tale ragione, la Svizzera e l’ONU devono fare tutto quanto possibile per raggiungere gli Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo, al fine di ridurre la povertà.

Dialogo e neutralità

Parlando del conflitto in Medio Oriente, della questione irachena e della crisi nucleare con l’Iran, il consigliere federale ha sottolineato la necessità del dialogo.

Prima di terminare il suo discorso con un omaggio al segretario generale dell’ONU Kofi Annan, Leuenberger ha pure abbordato il tema della neutralità: “Da sempre per noi la neutralità rappresenta un impegno in favore della pace e non una legittimazione per l’indifferenza e per restarcene in disparte dagli avvenimenti del mondo”.

“Uno Stato neutrale ha un solo alleato legittimo: il diritto internazionale pubblico. Neutralità significa non sostenere alcuna egemonia e impegnarsi per una convivenza pacifica e con pari diritti fra tutti i paesi del mondo. È questo il senso che la Svizzera dà alla propria neutralità ed è in questo senso che intende applicarla presso l’ONU”, ha concluso Leuenberger.

swissinfo, Rita Emch a New York

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Neutralità

Questo contenuto è stato pubblicato al Nel 1515, i confederati sono sconfitti a Marignano. La battaglia segna la fine della politica militare della Confederazione elvetica. Il 20 novembre 1815, la neutralità perpetua della Confederazione è ufficialmente sancita dal Congresso di Vienna. Nei rapporti internazionali, neutralità significa la non partecipazione a conflitti armati tra Stati. La neutralità svizzera si contraddistingue per tre…

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A New York, il presidente della Confederazione ha avuto anche diversi incontri bilaterali, in particolare col segretario generale dell’ONU Kofi Anna, con la presidente dello Sri Lanka e col capo dello Stato montenegrino.

Moritz Leuenberger ha partecipato ai ricevimenti organizzati da Kofi Annan e dal presidente statunitense George Bush.

Inoltre, ha firmato i documenti di ratificazione di tre accordi internazionali, tra cui il protocollo addizionale della Convenzione sui diritti dei bambini.

Kofi Annan, che lascerà il suo incarico a fine dicembre, ha pronunciato martedì un discorso in forma di testamento dopo aver trascorso dieci anni alla testa dell’istituzione. Indirizzandosi alle delegazioni dei 192 Stati membri, Kofi Annan ha designato il conflitto in Medio Oriente come la più grande sfida attuale per la sicurezza.

Moritz Leuenberger ha definito il discorso un’allocuzione dal “contenuto fantastico”. Il presidente della Confederazione ha rilevato che Annan ha messo l’accento su punti che stanno particolarmente a cuore anche alla Svizzera, come ad esempio il fatto che le sfide alle quali è oggi confrontato il mondo vanno affrontate in maniera globale.

Leuenberger ha pure rilevato che il lavoro di segretario generale dell’ONU è uno dei più difficili al mondo. Con il suo impegno, la sua volontà e la sua personalità, Annan è riuscito a dare un viso umano all’organizzazione.

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