Prospettive svizzere in 10 lingue

Basta con gli anglicismi a Berna

Alcuni casi esemplari della crescente utilizzazione dell'inglese nell'amministrazione federale. Bundesverwaltung

Rappresentanti delle quattro regioni linguistiche nazionali denunciano il crescente impiego di termini inglesi nell'amministrazione federale.

La delegazione è stata accolta giovedì dal presidente della Confederazione Joseph Deiss.

Stazioni che diventano «rail cities», annuari telefonici che si trasformano in «directories»: da alcuni anni circolano sempre più anglicismi nei testi redatti dal personale della Confederazione e in quelli delle ex regie federali, quali Posta, Swisscom e FFS.

Un fenomeno che negli ultimi anni non ha risparmiato neppure diversi uffici federali, ribattezzati con termini inglesi: l’Ufficio federale di topografia è diventato Swisstopo, quello della polizia federale si chiama ormai Fedpol e la zecca svizzera Swissmint.

Esprimendo una profonda inquietudine di fronte al dilagare di anglicismi in seno all’amministrazione federale, un comitato di cittadini chiede di porre un freno immediato a questa tendenza.

Una rappresentanza, composta di quattro persone provenienti dalle rispettive regioni linguistiche, è stato ricevuta giovedì a Berna dal presidente della Confederazione Joseph Deiss, il quale si è dichiarato disposto a sostenere le loro rivendicazioni.

Perdita d’identità

«Se si vuol fare un discorso culturale in Svizzera è necessario affrontare anche questi problemi, altrimenti si corre il rischio di perdere l’identità plurilingue che fa parte del nostro paese», ha dichiarato Flavio Zanetti, giornalista e rappresentante della Svizzera italiana in seno al comitato.

«Ora ci aspettiamo una reazione positiva e ampia degli ambienti interessati», ha dichiarato Zanetti, per il quale è inutile continuare a parlare di cultura se poi sul piano pratico si assiste ad una «squalifica» delle lingue nazionali.

Riferendosi anche alla decisione di molti cantoni d’introdurre l’inglese quale prima lingua straniera nelle scuole, Zanetti si è detto preoccupato per la totale assenza di visioni a lungo termine in materia di politica culturale.

Priorità alle lingue nazionali

Per l’ex responsabile della comunicazione e delle pubbliche relazioni alla RTSI è invece prioritario insegnare prima di tutto una seconda lingua nazionale e impartire conoscenze generali delle quattro culture presenti sul nostro territorio.

«L’inglese si impara comunque», ha concluso Zanetti, ripetendo un concetto espresso da Deiss durante il colloquio.

Per il presidente della Confederazione è innanzitutto indispensabile un’ottima conoscenza della propria lingua madre, se si vogliono evitare «gli inquinamenti linguistici».

Nuova legge sulle lingue

Durante l’incontro il comitato in difesa delle lingue nazionali ha poi invitato il Consiglio federale a togliere dal cassetto il disegno di legge sulle lingue.

A questo proposito Deiss si è dichiarato molto favorevole, ma il dossier – ha spiegato – non è di sua competenza.

Nel giugno di quest’anno il Consiglio federale si era già dichiarato disponibile ad accettare un postulato del consigliere nazionale Didier Berberat (PS/NE), sostenuto da un’ottantina di parlamentari, che conteneva rivendicazioni simili a quelle della delegazione in difesa delle lingue.

swissinfo e agenzie

In Svizzera ci sono quattro lingue nazionali: tedesco, francese, italiano e romancio.
Le prime tre sono considerate le lingue ufficiali del paese.
Il 64% della popolazione parla tedesco, il 20% francese, il 6,6% italiano e lo 0,5% romancio.

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