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A Mendrisio a “afa’l pacia d’inghifu”

"Larpa iudre": in origine un codice segreto dei mercanti di bestiame Keystone Archive

Nella zona di Mendrisio si incontra ancora un dialetto criptato, un gergo particolare per comunicare delle cose alla stretta cerchia di amici. Conosciuto nel Ticino meridionale come "larpa iudre", è un'espressione di una vitalità e dell'uso giocoso, ma anche pratico della lingua. Nato probabilmente intorno alla Prima Guerra mondiale nell'ambiente dei mercanti di bestiame, oggi ha piuttosto una funzione ludica.

Il nome di questo gergo, “larpa iudre”, è già programma. Si tratta infatti dell’anagramma sillabico di “parlà indré”, parlare all’indietro. Malgrado il meccanismo dello scambio delle sillabe sia abbastanza semplice, capire le persone che utilizzano questo gergo non è facile e la capacità di più parlanti di capirsi fa essere questo codice qualcosa di più di un semplice gioco di parole.

Luciano Caccia, un ferroviere pensionato, conosce ancora questo tipo di parlata locale, questo gioco di parole per criptare il messaggio. E, contattato da swissinfo, ha citato alcuni esempi di questo gergo misterioso.

Un gatto si tramuta in “toga”, un cane in “neca”, il verbo dormire diventa “mirdu”, dalla variante dilettale “durmì”. Dunque per la costruzione della lingua si utilizzano secondo il caso parole dialettali o della lingua scritta in funzione della possibilità di combinare le sillabe.

Carpire il significato di una frase complessa diventa però compito arduo e necessita di un orecchio abituato.”Mus ina afa’l pacia d’inghifu” potrebbe essere un esempio. Nella trascrizione dialettale del Ticino meridionale la stessa cosa suonerebbe così: “Sum nai a ciapà d’funghi”, dunque “sono andato a cercar funghi”.

Particolarmente appetitoso il nesso “u fa’l giaman da la lentapo”: “Ho mangiato la polenta”. In questo caso si nota la coniugazione del verbo, sempre fissa in cui si collega il verbo all’infinito con “fare”.

Le origini del fenomeno

“Non si conosce esattamente l’origine del fenomeno”, ha spiegato a swissinfo Cristiana Spinedi, assistente all’Accademia di Mendrisio. “Sembra sia nato fra i mercanti di bestiame, proprio per non farsi capire durante le trattative dagli altri sensali direttamente interessati”.

“Bisogna comunque dire – precisa ancora Spinedi – che il “larpa iudre” non viene utilizzato per fare veri e propri discorsi. Esso, infatti, viene usato in singole espressioni, per fare commenti e osservazioni per lo più ironiche, nel gioco del calcio o delle carte”.

Anche Luciano Caccia conferma: “Oggi serve soprattutto al bar o sulla tribuna dello stadio per dire cose sugli altri o sull’altra squadra, senza essere capiti”. Una caratteristica che si potrebbe definire da codice segreto per la difesa degli interessi commerciali o di categoria.

“Il “larpa iudre” era molto diffuso negli anni attorno alla prima guerra mondiale”, continua Spinedi, ma la sua funzione originaria è andata persa. “Inoltre è chiaro che il continuo regresso del dialetto influenza anche l’impiego di questo gergo, legato alla variante di Mendrisio”.

Una variante linguistica, vive solo attraverso i suoi parlanti e quindi, in un processo continuo di mutamento, si assisterà forse al declino definitivo o forse alla nascita di nuove forme di comunicazione criptica.

Daniele Papacella

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