«Che Dio conservi agli svizzeri i loro difetti!»
A Zurigo, alcuni anziani si ricordano ancora di lui. Lo scrittore Ignazio Silone ha lasciato molte tracce del suo passaggio nella città della Limmat.
Vi ha vissuto, con brevi interruzioni, dal 1929 al 1944, anno in cui rientrò in Italia. Della Svizzera avrebbe serbato un buon ricordo.
Secondino Tranquilli, questo il suo nome di battesimo, nasce il primo maggio del 1900 a Pescina, un villaggio negli Abruzzi. Giovanissimo, comincia ad interessarsi di politica. Nel 1921 è tra i fondatori del Partito comunista italiano. Un percorso che lo porterà ad essere esule politico in Svizzera.
Tranquilli viaggia molto. Per motivi politici va più volte a Mosca, ma anche in Francia e in Spagna, dove finisce in carcere. In Spagna comincia a usare lo pseudonimo di Silone, al quale aggiungerà in seguito il nome di Ignazio.
Alla fine degli anni Venti è in Svizzera. Va a Davos e ad Ascona a curare gravi disturbi respiratori. Proprio ad Ascona, alla casa di cura Collinetta, inizia a scrivere “Fontamara”.
«Credevo di non avere più molto da vivere e allora mi misi a scrivere un racconto al quale posi il nome di Fontamara» scriverà più tardi Silone. Quel libro «commosse lettori di vari paesi in misura per me inattesa».
Asilo
Nel dicembre del 1930 viene fermato dalla polizia. «Dopo lunghe difficoltà, la Polizia degli stranieri svizzera mi riconobbe il diritto d’asilo a condizione che mi astenessi rigorosamente da ogni attività politica e anche da ogni collaborazione giornalistica avente carattere politico» ricorderà nel 1948.
I primi anni a Zurigo sono difficili. «Per sbarcare il lunario mi arrabattavo con piccole traduzioni commerciali dal francese o dal tedesco in italiano….Ricordo ancora con disgusto la fatica estenuante spesa attorno ad un catalogo di utensili ad uso di parrucchieri per signora» si legge in altri suoi scritti.
Tra esuli
A Zurigo, che descrive come città aperta e cosmopolita, incontra molti esuli e intellettuali europei. Conosce personaggi famosi come Bertolt Brecht, Thomas Mann e Robert Musil, e frequenta assiduamente Bernard von Brentano, Rudolf Jakob Humm e Jean Paul Samson.
Dal 1931 e sino all’inizio del 1933 ha una relazione con Aline Valangin, pianista, psicoanalista e poi scrittrice, moglie dell’avvocato Wladimir Rosenbaum. La loro casa di Zurigo e quella di Comologno erano punti d’incontro di molti intellettuali emigrati.
A Zurigo, Silone matura il suo distacco dal partito comunista e cresce in lui la voglia di scrivere. «In Svizzera sono diventato uno scrittore, ma, quello che più vale, sono diventato un uomo» scriverà alcuni anni più tardi. Partecipa alla redazione di «Information», pubblicazione sulla quale prenderanno la parola molti intellettuali.
«A Zurigo, molta gente ancora lo ricorda», dice a swissinfo Andrea Ermano, attuale direttore de “L’Avvenire dei Lavoratori”, un periodico che fu diretto da Silone.
La scrittrice Franca Magnani, allora bambina, lo aveva conosciuto bene. «Silone veniva spesso a trovarci insieme alla sua compagna Gabriella Seidenfeld» ricorda nel suo libro “Una famiglia italiana”. «Fu l’inizio di un’amicizia che durò una vita».
Fontamara in tedesco
La Magnani lo incontra nel 1933, l’anno in cui appare la prima edizione di “Fontamara”. È in traduzione tedesca. Il libro viene pubblicato dalla casa editrice zurighese Oprecht und Helbling. L’edizione in italiano uscirà solo alcuni mesi più tardi.
L’anno successivo, Silone si trasferisce alla Germaniastrasse, 53. «Silone abitava da Marcel Fleischmann, il suo mecenate, in una villa che sembrava un museo, con quadri di Modigliani e Picasso. Fleischmann era un ebreo ungherese. Ospitò Silone per ben 10 anni, dal 1934 in poi», ricorda Darina Silone, la moglie dello scrittore, in un’intervista rilasciata alcuni anni fa.
I due si conoscono nel 1941 in una biblioteca di Zurigo. Lei è irlandese ed è venuta in Svizzera dopo essere stata espulsa dall’Italia. Si sposeranno tre anni più tardi.
In quegli anni, Silone dirige il Centro estero socialista e “L’Avvenire dei Lavoratori”, giornale che viene introdotto clandestinamente in Italia con grande successo.
Internamento
Durante il soggiorno svizzero, Silone pubblica tra l’altro anche i romanzi “Vino e pane” e “Il Seme sotto la neve”, come pure il saggio monografico “Il Fascismo”.
Il 14 dicembre del 1942 è arrestato insieme ad altri (tra di loro vi era Pietro Pellegrini). L’accusa è di svolgere attività comuniste e anarchiche ai danni dello stato elvetico. Il governo svizzero lo condanna all’espulsione. La pena è poi commutata in internamento, prima a Davos e in seguito a Baden.
Poco prima del suo ritorno in Italia, avvenuto nel 1944, ricordando gli 11 anni trascorsi in Svizzera Silone ammise che Zurigo era diventata per lui una seconda patria: «Qui conto molti buoni amici e là dove sono gli amici, è la vera patria».
Dopo la liberazione scrisse: «Dovrò vivere a Roma, ma, ne sono certo, vi vivrò come un triste profugo zurighese. Quello che più mi piace degli svizzeri, a dire la verità, sono i loro difetti. Che il buon Dio glieli conservi!».
Ignazio Silone, pseudonimo di Secondino Tranquilli, nasce a Pescina, in provincia dell’Aquila, il primo maggio del 1900.
A 18 anni si trasferisce a Roma e si impegna politicamente. Nel 1921 partecipa alla fondazione del Partito comunista italiano.
Nel 1929 raggiunge la Svizzera per curarsi. Nel 1930 gli viene riconosciuto lo statuto di profugo. Resterà a Zurigo sino al 1944.
Rientrato in Italia, partecipa per alcuni anni alla vita politica. In seguito si dedica completamente all’attività di scrittore.
Il 22 agosto del 1978, dopo una lunga malattia, Ignazio Silone muore in una clinica di Ginevra.
• Fontamara, romanzo, 1933 (prima edizione nella traduzione tedesca)
• Il Fascismo, saggio, 1934 (in traduzione tedesca)
• Vino e pane, 1937 (in traduzione tedesca)
• La scuola dei dittatori, saggio, 1938
• Il seme sotto la neve, romanzo, 1941 (in traduzione tedesca)
• Ed egli si nascose, dramma, 1944 (in traduzione tedesca)
• Una manciata di more, romanzo, 1952
• Il segreto di Luca, romanzo, 1956
• La volpe e le camelie, romanzo, 1960
• Uscita di sicurezza, scritti autobiografici, 1965
• L’avventura di un povero cristiano, dramma, 1968
• Severina, romanzo, 1982 (postumo)
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