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I media europei al vaglio dell’Uni di Lugano

L’edificio principale dell’USI. lugano.ch

L’Università della Svizzera italiana ha inaugurato l’Osservatorio europeo di giornalismo («European Journalism Observatory», EJO).

Integrato nella facoltà di scienze della comunicazione dell’USI, l’EJO collabora con esperti svizzeri, italiani e tedeschi.

«Il nostro osservatorio», spiega Cristina Elia, una delle responsabili dell’EJO, laureata in scienze della comunicazione presso l’USI, «è la prima struttura universitaria fissa di questo tipo in Svizzera».

«Anche nelle facoltà di scienze della comunicazione delle università di Losanna e Friborgo si studiano gli aspetti europei del giornalismo, ma», precisa la giovane accademica, «in modo informale».

Pur non esistendo ancora una vera collaborazione in questo senso, «è prevista una rete che colleghi le varie università», sottolinea Cristina Elia, che sta preparando la sua tesi di dottorato in scienza della comunicazione.

Per il momento, l’EJO intrattiene legami diretti con l’Italia, e in particolare con l’università di Pavia. E non a caso. Uno dei due fondatori dell’osservatorio è il giornalista e politologo italiano Marcello Foa, capo della redazione esteri del quotidiano «Il Giornale».

L’altro co-fondatore è Stephan Russ-Mohl, professore ordinario di giornalismo e gestione dei media presso l’USI.

Evoluzione del giornalismo sul modello americano

L’EJO è costituito da un gruppo di quattro persone, al quale collaborano studenti della facoltà di scienze della comunicazione e specialisti dei media svizzeri, italiani e tedeschi.
«Lo scopo principale è quello di scambiarsi conoscenze e ricerche in materia di giornalismo da un paese europeo all’altro, oltre all’estensione di studi in Europa e negli Stati Uniti», precisa Cristina Foglia.

Secondo i suoi fondatori, Stephan Russ-Mohl e Marcello Foa, l’osservatorio è un istituto di ricerca, che analizza le tendenze più significative nel mondo dei mass media, paragonando tra di loro le diverse culture giornalistiche.

In particolare, l’EJO si occupa dell’evoluzione del giornalismo sul modello dell’esperienza americana in questo settore. «L’osservatorio fa da ponte tra la realtà del mondo editoriale e quella del mondo universitario», osserva Marcello Foa.

In occasione dell’inaugurazione ufficiale, martedì, il co-fondatore dell’osservatorio ha presentato alla stampa la sua prima ricerca che sarà diffusa dall’EJO, sul tema «Informazione o manipolazione? Il ruolo degli esperti di comunicazione in seno ai governi».

Il ruolo degli «spin doctors»

Partendo dalle recenti polemiche sorte in Gran Bretagna e negli Stati Uniti sulle ricadute della guerra in Irak, lo studio del giornalista italiano si occupa del ruolo dei cosiddetti «spin doctors», gli specialisti di relazioni pubbliche al servizio dei politici.

«Ho analizzato il fenomeno nei diversi paesi europei e negli Stati Uniti. E posso affermare che il paese più corretto in fatto di informazione è la Svizzera, dove a livello federale la manipolazione non esiste», afferma Marcello Foa.

Il primo studio presentato dall’EJO documenta pure una realtà poco conosciuta dal grande pubblico: quella delle società private di relazioni pubbliche che, negli Stati Uniti, operano in segreto per conto del governo e gli garantiscono la comunicazione.

«Sfuggono a qualsiasi controllo costituzionale», spiega Marcello Foa. «E per realizzare obbiettivi di comunicazione ben precisi, fanno ricorso a metodi poco ortodossi, per cui si assiste a una vera manipolazione dell’informazione».

Oltre a pubblicare e diffondere i risultati delle proprie ricerche, l’EJO avrà il compito di segnalare gli studi più interessanti, realizzati da altri istituti o centri europei.

L’osservatorio esaminerà anche le tendenze sui mercati, i nuovi prodotti, l’evoluzione della stampa tradizione e online. E analizzerà pure il grado di indipendenza dei mass media, il management redazionale, i rapporti tra giornalismo e potere politico, i contatti con i lettori, le tecniche di marketing e gli aspetti etici.

swissinfo, Gemma d’Urso, Lugano
(traduzione dal francese: Fabio Mariani)

L’Osservatorio europeo di giornalismo (EJO) è stato inaugurato il 23 marzo 2004, in seno alla facoltà di scienza della comunicazione dell’Università della Svizzera italiana (USI) a Lugano.

Il suo scopo è quello di analizzare e di paragonare le culture giornalistiche dei diversi paesi europei, di pubblicare le proprie ricerche, di segnalare altri studi interessanti e di rilevare le tendenze più rilevanti nel mondo dei mass media.

L’EJO tratta gli aspetti del giornalismo economico, scientifico, politico, del giornalismo di guerra, dell’industria dei mass media e delle relazioni pubbliche. E mira pure ad avvicinare il mondo accademico della comunicazione a quello dei mass media.

Sostenuto dall’USI e dalla Fondazione Corriere del Ticino, l’EJO è un centro di studi a scopo non lucrativo.

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