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Il libro in Svizzera: un paese, tanti mercati

Quello del libro rimane un mercato particolare, difficile da cogliere con le sole cifre di vendita Keystone

Fino al 1° maggio, Ginevra ha ospitato la tradizionale vetrina elvetica dell'editoria, il Salone internazionale del libro e della stampa. Un'occasione per fare qualche considerazione sul mercato del libro in Svizzera, in compagnia di alcuni operatori del settore nelle tre maggiori aree linguistiche del paese.

«Non credo che siano tutti fuori dalle librerie ad attendere di portar via libri…». Così Libero Casagrande, presidente della Società degli editori della Svizzera Italiana (SESI), caratterizza con una battuta la sua percezione della fase attuale del mercato del libro nella Svizzera italiana. «È un periodo normale, talvolta anche con qualche spunto positivo».

Un’impressione confermata da Mauro Paolocci, presidente dell’Associazione dei librai della Svizzera italiana: «Il nostro è un mercato molto stabile». Secondo Casagrande, nella Svizzera Italiana, l’80 per cento circa dei libri venduti proviene dall’Italia. Gli editori svizzero-italiani occupano circa il 10 per cento del mercato, il rimanente 10 per cento è costituito da libri in tedesco, francese, inglese e in altre lingue. Non sono dati ufficiali, ma attendibili.

Non stupisce perciò che la classifica dei best-seller in Ticino rispecchi più o meno quella italiana: negli ultimi mesi Harry Potter è in testa, buoni risultati anche per Susanna Tamaro e Camilleri, dice Paolocci.

Con qualche piccola eccezione: per esempio il libro dell’ex commissario della polizia cantonale ticinese Fausto Cattaneo, «Comment j’ai infiltré les cartel de la drogue», che nonostante sia stato pubblicato per il momento solo in francese, ha scalato le classifiche sin verso le prime venti posizioni. E sotto Natale è andato bene anche un libro di proverbi in dialetto.

«L’editoria della Svizzera italiana è molto vivace», nota Paolocci. Ogni anno vengono prodotti circa 200 titoli, che bene o male vendono. Segno, secondo il rappresentante dei librai, di un forte bisogno di identità, caratteristico di un’area di frontiera. Una vivacità che è confermata, almeno in termini d’impressione, anche da Hans Jörg Tobler, vicepresidente del Salone del libro di Ginevra.

Per molti versi paragonabile alla Svizzera italiana è la situazione in Romandia. Anche qui tra l’80 e l’85 per cento del mercato, secondo Philippe Schibli, segretario dell’Associazione svizzera degli editori di lingua francese, è occupato dalle produzioni librarie francesi. Per il resto, si vendono soprattutto libri della Svizzera francese. I libri in tedesco occupano un segmento «marginale».

Analogamente al Ticino, i best seller in Romandia rispecchiano più o meno le vendite in Francia. «Naturalmente con qualche differenza», nota Damien Malfait, presidente dell’Associazione dei librai della Svizzera romanda. «I libri sulla politica francese non sono ovviamente molto venduti in Svizzera, ma nella letteratura si ritrovano spesso gli stessi autori in testa alle liste di vendita». E qualche libro romando ogni tanto spunta nelle prime posizioni. Un esempio di qualche tempo fa citato da Malfait, è «A visage découvert» dell’editore Slatkine, un libro dedicato alle testimonianze di giovani omosessuali ginevrini

Sia nella Svizzera italiana, sia in quella francese, alcuni editori cercano di proporsi come mediatori tra la produzione culturale della Svizzera tedesca e le aree linguistiche di riferimento, l’Italia e la Francia. Fra di loro, in particolare Casagrande a Bellinzona e le Editions Zoé a Ginevra.

Per alcuni aspetti diverso da quello delle due regioni latine è il mercato del libro nella Svizzera tedesca. Per volumi stampati, la produzione libraria in tedesco è di gran lunga la maggiore e questo si rispecchia sulle classifiche dei libri più venduti, fa notare Hans Jörg Tobler.

Sebbene i best seller tedeschi siano presenti, il mercato svizzero-tedesco ha una forte specificità e le produzioni svizzere competono bene con quelle tedesche. Nella lista dei romanzi più venduti nel 2000 ad esempio, un’ottima posizione è occupata dagli autori svizzeri Urs Widmer ed Eveline Hasler. E nella saggistica, il primo posto è occupato dalla psicologa Maja Storch.

Comunque anche nella Svizzera tedesca, il peso dell’editoria tedesca si fa sentire: su 100 libri in lingua tedesca venduti in Svizzera, tra i 75 e gli 80 provengono dalla Germania. Mentre d’altra parte l’esportazione di libri svizzeri è stagnante, nonostante la forte presenza sul mercato tedesco di editori come Diogenes.

Nel tentativo di dare un quadro complessivo del mercato del libro, o meglio dei mercati del libro, in Svizzera, non si può che rilevare la posizione piuttosto marginale del libro elvetico all’interno della rispettiva area linguistica. Qualche dato più preciso comunque si potrà avere solo quando sarà reso pubblico un rapporto sul mercato del libro a cui sta lavorando l’Ufficio federale della cultura.

Un’ultima cosa abbiamo voluto sapere dagli operatori del settore: qual è stato l’influsso di internet sul mercato del libro. La risposta è stata unanime: nonostante tutte le previsioni dei profeti della new economy, internet ha avuto un impatto marginale. I librai non hanno tratto grandi vantaggi da una presenza in rete, ma neppure hanno sentito la concorrenza dei grandi distributori online in Svizzera o all’estero. Il libro, come ben dice Tobler, non è una semplice merce. I clienti lo vogliono vedere e sfogliare, prima di comprarlo.

Andrea Tognina

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