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Il paesaggio arcadico e idilliaco di Salomon Gessner

Salomon Gessner, "Die doppelte Grotte", 1771 Kunsthaus Zurigo

In occasione del centenario della sua fondazione il Kunsthaus di Zurigo propone al pubblico la ricostruzione del Gabinetto di pitture e disegni del pittore e poeta zurighese Salomon Gessner, una raccolta che costituì la prima pietra della collezione del museo.

Sebbene oggi siano in pochi a conoscere le opere di Salomon Gessner (1730-1788) nel settecento la notorietà di questo intraprendente poeta, pittore ed editore zurighese superò di gran lunga i confini nazionali. La sua prosa lirica e ritmata rinnovò il linguaggio del barocco e fu particolarmente apprezzata in Francia, ma conobbe un’enorme fortuna tanto in America che in Russia.

Le sue raccolte di Idilli, pubblicate a Zurigo nel 1756 e nel 1772, vennero lette con grande entusiasmo dai suoi contemporanei come dimostra il successo ottenuto dalla prima raccolta che divenne il libro più venduto d’Europa e costituì il primo trionfo editoriale fino alla pubblicazione del Werther di Goethe, quasi vent’anni dopo.

E i suoi dipinti – guazzi, acquarelli, disegni e stampe – ispirati al paesaggio arcadico e mitico delle sue poesie ma influenzati anche da una visione nuova e illuminista nei confronti della natura, vennero collezionati dai più famosi Gabinetti europei di stampe e disegni, quali Parigi, San Pietroburgo, Weimer e Vienna.

Il lato pratico dell’interesse verso la pittura

Sebbene la fama di Gessner sia legata soprattutto alla sua opera poetica, non bisogna dimenticare che alla base dell’estetica gessneriana dimora la famosa massima oraziana «Ut pictura poesis» vale a dire «Come nella pittura così nella poesia».

I suoi componimenti campestri che esaltano la bellezza della natura e la semplicità degli affetti, possiedono netti contorni pittorici e non deve perciò sorprendere se accanto all’arte poetica Gessner abbia deciso di cimentarsi anche nelle composizioni d’arte figurativa.

Ma con molta probabilità non furono solo nobili propositi ad avvicinare l’artista zurighese al dipinto. «Gessner era uno dei più famosi editori dell’epoca e penso ci sia anche un lato molto pratico nell’interesse che egli manifestò per lo studio della pittura, perché per poter essere meglio diffusi i suoi libri avevano bisogno di illustrazioni», sottolinea il curatore della mostra Bernhard von Waldkirch.

Certo è che quando, come trentenne, Gessner decise di diventare anche pittore, era consapevole di doversi limitare e concentrare concretamente su un soggetto specifico. Scelse quindi la carta, il pennello, l’acquarello e soprattutto il guazzo e in capo a 10 anni riuscì a padroneggiare a tal punto questa difficile e delicata tecnica da risultarne un maestro molto apprezzato.

La fama del «Gessner Kabinett»

Alla fine del ‘700 il «Gessnerische Gemälde-Kabinett», cioè il Gabinetto che raccoglieva i dipinti di Salomon Gessner, era considerato uno dei centri artistici più importanti di Zurigo.

La collezione, che comprendeva una ventina di guazzi e acquarelli oltre che 17 tra disegni e stampe, era ubicata nell’appartamento privato di Gessner alla Münstergasse 9 e fu allestita dai familiari in forma di Gabinetto dopo la morte dell’artista.

Si trattò della prima collezione privata di dipinti aperta al pubblico a Zurigo e dopo essere stata comprata dalla città, nel 1818 fu rimessa come prestito permanente alla società d’arte dell’epoca che confluì in seguito nell’attuale Zürcher Kunstgesellschaft.

Il Gabinetto di Salomon Gessner rimase esposto fino alla prima metà del 19° secolo per poi sparire nei depositi del Kunsthaus da dove è riemerso ora nell’eccellente ricostruzione condotta dal conservatore del Gabinetto di disegni e stampe del museo, Bernhard von Waldkirch.

Il paesaggio poetico dell’Arcadia

Gessner fu senza dubbio uno dei rappresentanti più significativi dell’illuminismo europeo della seconda metà del settecento perché riuscì ad interpretare in modo originale e allo stesso tempo consono al gusto e alle idee contemporanee, i nuovi impulsi artisti e letterari dell’epoca.

Nella sua opera poetica come in quella pittorica il recupero dell’elemento idilliaco tipico delle formule classiciste della poesia pastorale ellenistica si armonizza e si arricchisce di uno sguardo soggettivo, moderno e illuministico nei confronti della natura.

«Gessner era un coetaneo di Rousseau ed è chiaro che il naturalismo e la libertà della natura occupano per lui un posto di primissima importanza ma sempre con un fondo storico. E forse a rendere così simpatica l’opera di Gessner è proprio il fatto che lui in fondo è uno storico dell’arte prima dell’esistenza stessa della storia dell’arte», sottolinea von Waldkirch.

La fortuna tardiva del pittore

Prendendo a modello i paesaggi classicisti di Poussin, Lorrian e dei pittori fiamminghi, Gessner rianima la tradizione del paesaggio arcadico sviluppando un senso poetico della natura che lo porta a diventare il precursore di una pittura poetica del paesaggio.

«Prima di Gessner il paesaggio non era considerato come arte alta, come arte sublime ed è grazie alla tematica arcadica che il paesaggio è in seguito entrato a far parte del canone accademico dell’arte», precisa von Waldkirch.

Proprio per sottolineare il ruolo ancora poco conosciuto di Gessner pittore, la mostra presenta anche alcuni lavori di grandi artisti – tra cui Carl Wilhelm Kolbe e Hans Jakob Oeri – che si sono ispirati o sono stati influenzati dal paesaggio poetico dell’artista zurighese. Ma come ci conferma il curatore, le immagini copiate e trasformate dell’opera di Gessner sono numerosissime e si trovano nei gabinetti di stampe di tutto il mondo.

«Penso che oggi Gessner sia un artista che interessa in quanto autodidatta», conclude von Waldkirch. «Anche nell’arte contemporanea vediamo che gli artisti cercano una via indipendente dalle scuole e dalle mode ed è proprio questo gesto autodidatta, che qualche volta spaventa, a far vedere le cose in un modo nuovo e diverso. Gessner nella sua epoca era un po’ questo, un artista che ha avuto il coraggio di incominciare da sé a fare qualcosa come la vedeva lui e questo momento soggettivo è un po’ anche la ragione della fortuna tardiva della sua opera».

Paola Beltrame, swissinfo.ch, Zurigo

La mostra «Idilli in un paesaggio barrato» nella quale è ricostruito il gabinetto dei disegni del pittore e poeta Salomon Gessner rimarrà aperta al Kunsthaus di Zurigo fino al 16 maggio 2010.

Tra disegni, acquarelli, stampe e guazzi sono circa 70 le opere presentate. Oltre al Gabinetto di pitture di Gessner della collezione del Kunsthaus, la mostra è completata da una serie di prestiti che permettono di dare un’idea complessiva dell’opera artistica di Gessner.

Quella dedicata a Gessner è la prima di una serie di esposizioni dedicate alla funzione del paesaggio nel disegno, nel dipinto e nel guazzo.

In autunno verrà presentata l’opera del tedesco Karl Wilhelm Kolbe e nel 2011 quella dello svizzero Adrian Zingg.

Salomon Gessner nasce a Zurigo nel 1730. Dopo un periodo di apprendistato come libraio a Berlino (1749-50), torna a Zurigo dove con l’aiuto del padre – tipografo ed editore – inizia l’attività di editore.

Diventa redattore del periodico paterno Montags-Zeitung che rileva nel 1775 e nel 1780 fonda la Zürcher Zeitung (Neue Zürcher Zeitung dal 1821). Dal 1761 è socio dell’impresa Orell, Gessner & Co (Orell, Gessner, Füssli & Co dal 1770 al 1798) che diventa la più importante casa editrice svizzera per tutto l’Illuminismo.

Contemporaneamente scrive le prime poesie e prose poetiche e disegna i primi paesaggi.

Nel 1756 esce a Zurigo la sua prima raccolta di Idilli e nel 1772 la seconda, opere che vengono tradotte in oltre 20 lingue. Come pittore illustra con guazzi, acquarelli e disegni sia le proprie opere, che libri di altri autori stampati nella propria casa editrice. Dipinge più di 100 paesaggi arcadici e illustra ca. 600 studi naturalistici.

Dal 1758 è membro della direzione della biblioteca cittadina, socio e direttore artistico della manifattura di porcellane zurighesi presso Kilchberg (1763) e curatore aggiunto della scuola di belle arti (1772).

Nel 1760 è uno dei fondatori della Società elvetica. Dal 1765 ricopre diverse cariche politiche tra cui quella di balivo prima a Erlenbach e in seguito a Wipkingen.

Gessner muore a Zurigo nel 1788.

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