Letteratura e frontiera: un convegno a Losanna
Dall'11 al 14 ottobre l'Università di Losanna, sotto la guida di Jean-Jaques Marchand, organizza un convegno dal titolo: Varcar frontiere. La frontiera da realtà a metafora nella poesia d'area lombarda del secondo Novecento.
“(…) un’insonnia di fuochi / vaganti nella campagna, / un fioco tumulto di lontane/ locomotive verso la frontiera”. L’ombra di Vittorio Sereni plana – da Luino, chissà – per quattro giorni su Losanna e il convengo “Varcar Frontiere”. Come non pensare a lui e a quella che Anceschi (nel licenziare un’antologia storica, nel lontano 1952) chiamò “Linea Lombarda”, nel presentarsi alla manifestazione losannese.
Già nel titolo e negli intenti, troviamo proprio la parola Lombardia. E gli scrittori e studiosi invitati – una trentina! – non nascondono la scelta di partire, per parlar di frontiera, proprio da Sereni: già mercoledì Dante Isella si chinerà su “La frontiera in Sereni”, seguito da Giovanni Bonalumi, Giorgio Luzzi e Maurizio Cucchi, nei giorni successivi.
Ma se il tema è un po’ liso, agli organizzatori della manifestazione non manca l’ambizione. Quando un concetto geo-politico, quando un paesaggio nebbioso e lacustre si trasformano in poesia, la frontiera descritta viene duplicata da una più sottile frontiera, quella tra realtà e sua dizione: “territori della scrittura, scrittura del territorio”, il bel titolo dell’intervento del poeta ticinese Antonio Rossi dice bene questo leggero spostamento dai campi arati molto reali ai campi elisi della pagina.
Certo, muovendosi nel paese delle metafore, e frammischiando interventi di poeti e di loro esegeti, i convegnisti rischiano di perdersi in una nebbia tutta lombarda di elevate discussioni tra specialisti. E’ il rischio di ogni convegno ricco di buoni propositi e di troppi interventi: all’appello non manca infatti quasi nessuno.
Folta la schiera delle presenze della Svizzera Italiana (oltre ai già citati, Giovanni Orelli, Pusek, Pusterla, Mascioni, Maugeri, De Marchi); ma ricco altresì il ventaglio degli interventi di esimi studiosi italiani (Ferroni, De Michelis, Frassica) o di poeti quali Luciano Erba o Giampiero Neri.
Peccato soltanto che, con la limitazione geografica scelta, si sia dimenticato che, svolgendosi il convegno a Losanna, avrebbe potuto entrare in risonanza anche con una più intensa frontiera (per le lettere del nostro paese), quella linguistica. Due settimane fa, il battello del Tra-durre (organizzato come ogni anno dalla Collana CH) aveva attraversato il Lemano per parlare di traduzione, in rotta tra Losanna e Thonon.
Sabato scorso, sempre a Thonon, la manifestazione “Lettres Frontière” aveva fatto incontrare gli autori di una sponda e l’altra del lago. “Varcar Frontiere”, invece, risolutamente italianista nell’impostazione, rischia di limitarsi a una sorta di “esercizio di stile”. Altissimo esercizio di stile, di cui ci si potrà, naturalmente, per quattro giorni, dilettare.
Pierre Lepori

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