Prospettive svizzere in 10 lingue

Mezzo secolo di televisione in Svizzera

La televisione ha affascinato il pubblico fin dal suo debutto. Museum für Kommunikation Bern

La mostra “Prime Time” al Museo della comunicazione di Berna propone un incontro con la storia del principale media dei nostri giorni.

In Svizzera la televisione rappresenta l’espressione delle differenti culture televisive attraverso le regioni linguistiche.

Nella Confederazione, le prime immagini televisive ufficiali furono trasmesse da Zurigo nel 1953. L’anno dopo da Ginevra fu diffuso il programma in lingua francese.

Per vedere la nascita della televisione pubblica svizzera si dovettero attendere altri quattro anni: fu, infatti, nel 1958 che fu fondata la Società svizzera di radiotelevisione.

Lo stesso anno iniziarono anche le trasmissioni in italiano dagli studi televisivi di Lugano-Paradiso, allestiti in una rimessa di tram in disuso.

Differenti culture del piccolo schermo che fanno sì che gli svizzeri, secondo la loro appartenenza linguistica, non guardino da cinquant’anni la stessa televisione, nonostante la vicinanza geografica.

Realizzata in collaborazione con SRG SSR idée suisse, l’esposizione al Museo della comunicazione di Berna riflette queste particolarità proponendo un ventaglio di documenti e testimonianze, che s’estendono dalla prima telecamera ai capi d’abbigliamento indossati dalle stelle del piccolo schermo.

Per facilitare l’approccio del visitatore, ogni televisione è identificata attraverso un colore: rosso per la tv svizzero tedesca, verde per quella romanda e blu per quella di lingua italiana. Tre colori che sono d’altronde quelli base della tele a colori.

Tre culture catodiche

Un incontro nostalgico con visi di presentatori e giornalisti familiari nelle rispettive regioni linguistiche danno il benvenuto al visitatore: icone della Televisione Svizzera di lingua italiana (TSI), di quella romanda (TSR) e di quella svizzero-tedesca (SF-DRS).

“Ci siamo resi conto che i ticinesi non conoscono né la televisione svizzero-tedesca né quella romanda e viceversa”, rileva Kurt Stadelmannn, direttore del progetto “Prime Time”.

Il punto di partenza è la prospettiva dello spettatore e le sue esperienze televisive. E se ciò può sorprendere, si è deliberatamente giocato sull’irritazione che può provocare l’ignoranza delle altre realtà televisive elvetiche che non sia quella della propria regione linguistica.

Fiume d’immagini

“Vogliamo provocare una reazione e, se possibile, stuzzicare la voglia di scoprire la cultura catodica dell’altro”, spiega Kurt Stadelmann.

Utopico? Al visitatore il compito di giudicare, anche se rischia di essere effettivamente infastidito nel non poter trovare le informazioni che desidera sulla televisione che non conosce.

“L’effetto ricercato – aggiunge il direttore del progetto “Prime Time” – è essenzialmente visivo ed auditivo. Vogliamo immergere il visitatore in un fiume d’immagini”.

Palcoscenico del mondo

Una passeggiata ripercorre a ritroso il cammino della televisione in Svizzera fin dagli esordi.

I cinque decenni della storia del piccolo schermo nella Confederazione sono riassunti in altrettanti spazi espositivi, allestiti con l’ottica e lo spirito d’ogni epoca.

Ogni decennio è caratterizzato da contenuti e temi del relativo quotidiano televisivo, nel quale rivivono le abitudini di vita e di consumo, la storia dei programmi, le forme di produzione televisiva dell’epoca.

Regina del salotto

Visitando “Prime Time” ci si rende conto che la televisione ha affascinato il pubblico fin dal suo debutto. Lo prova l’aumento costante e relativamente rapido del numero di telespettatori.

Un media che fin dalla sua apparizione ha sollevato critiche e timori, come l’influenza negativa di certi programmi sui giovani. “Un bambino prodigio che ha suscitato molta diffidenza e che è riuscito a raggiungere la maturità, dimostrando serietà ed apertura sul mondo”, sostiene Josepha Haas, responsabile della comunicazione di SRG SSR idée suisse.

Da oggetto culto troneggiante fieramente al centro del salotto la televisione è diventata un oggetto anodino, perfettamente integrata nelle attività quotidiane di ognuno di noi, dove ha un posto sempre più preponderante.

swissinfo, Anne Rubin
(Traduzione e adattamento dal francese: Sergio Regazzoni)

In Svizzera la televisione non è semplicemente l’equivalente della “Televisione Svizzera”.

Fin dall’inizio, cinquant’anni or sono, si sono sviluppate differenti culture televisive nelle regioni linguistiche del Paese.

La storia del principale media dei nostri giorni viene proposta dal Museo della comunicazione di Berna fino al 25 luglio 2004, nell’esposizione “Prime Time”.

Le prime immagini TV ufficiali furono trasmesse dallo studio Bellerive di Zurigo il 20 luglio 1953 alle 20 e 30
Nel 1954 lo studio TV di Ginevra iniziò le trasmissioni del programma romando
Nel 1958 fu la volta del Ticino di dare avvio alle proprie trasmissioni televisive
Il 1963 fu l’anno d’inizio delle emissioni della Televisiun Rumantscha

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR