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Roman Polanski incarcerato in Svizzera

Keystone

Era giunto in Svizzera per ricevere un premio alla carriera, invece è finito dietro le sbarre: il regista franco-polacco è stato fermato in base a un mandato spiccato nel 1978 dagli Stati Uniti.

Comunicata domenica dagli organizzatori del Festival del film di Zurigo, la notizia dell’incarcerazione di Polanki è stata confermata dall’Ufficio federale di giustizia (UFG).

Il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner ha chiamato la sua omologa svizzera Micheline Calmy-Rey per chiedere spiegazioni. Il capo della diplomazia francese si augura che “il caso trovi rapidamente una soluzione” favorevole a Polanski. Anche l’ambasciata polacca a Berna ha offerto assistenza consolare al regista.

Secondo il Dipartimento federale di giustizia e polizia, l’estradizione di Polanski verso gli Stati uniti non è ancora stata decisa. Se alla fine della procedura ci sarà una decisione di estradizione, il regista franco-polacco potrà presentare un ricorso.

Il Consiglio federale ha dichiarato che l’arresto di Polanski è una questione puramente giuridica e non politica. La ministra di giustizia Eveline Widmer-Schlumpf ha detto che non ci sono state pressioni da parte degli Stati uniti e che la Svizzera si è limitata ad “applicare la legge”.

Pascal Couchepin – ministro della cultura uscente – ha dal canto suo ricordato ai microfoni della Radio romanda che “negli USA i reati sessuali nei confronti di minorenni non cadono in prescrizione” e che “da qualche tempo questo non è più il caso nemmeno in Svizzera. Quanto è accaduto rispetta la volontà del popolo svizzero, che ha votato per l’imprescrittibilità dei reati sessuali”.

Una vecchia storia

Il mandato internazionale che ha condotto al fermo di Polanski riguarda un procedimento avviato alla fine del 1977 a Los Angeles, che non è mai stato archiviato. Arrestato in seguito a una querela dei genitori di una ragazza di 13 anni e accusato di “relazioni sessuali illecite”, Roman Polanski si era dichiarato colpevole.

Dopo 47 giorni di detenzione preventiva, all’indomani di un incontro fra i suoi avvocati e un giudice, il cineasta si era imbarcato su un aereo per l’Europa. Da allora non ha più rimesso piede negli Stati Uniti, dove il procedimento è rimasto pendente.

Il fermo è stato eseguito sabato all’arrivo di Polanski in Svizzera. Nel comunicato del Festival del film di Zurigo si precisa che la cerimonia per la consegna del premio d’onore al regista e attore 76enne, prevista per domenica sera, è rinviata. La retrospettiva “Tribute to Roman Polanski”, invece, prosegue. La direzione del Festival zurighese si dice costernata.

Dal canto suo, l’Associazione svizzera regia e sceneggiatura di film (ARF/FDS) “protesta con veemenza” contro il fermo di Polanski. In una nota, l’organizzazione che riunisce i cineasti elvetici e rappresenta gli interessi del cinema indipendente nella Confederazione parla e di uno “scandalo giuridico che nuocerà alla reputazione della Svizzera nel mondo” e di uno “schiaffo a tutti i produttori culturali in Svizzera”.

L’ARF/FDS esorta l’Ufficio federale di giustizia a “non approfittare dell’omaggio culturale a un cineasta riconosciuto a livello mondiale per fare una farsa giudiziaria”.

swissinfo.ch e agenzie

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