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Un centro per Paul Klee

40 Km. saldati a mano: il tetto del Centro in costruzione. ZPK/Gianni Berengo Giardin

65 anni dopo la sua morte, a Berna è sorta un’opera monumentale interamente dedicata al grande pittore e concepita da Renzo Piano: il Centro Paul Klee.

L’istituto non è soltanto un museo, ma anche un “centro di competenze per la ricerca e la diffusione delle opere e della vita di Paul Klee”.

Il Centro riunisce le opere della Fondazione Paul-Klee, finora custodite al Museo d’arte di Berna, la collezione della famiglia Klee e alcune opere di collezionisti privati.

Qui sono radunate più di 4’000 delle sue circa 10’000 opere: “la più grande collezione monografica di rilevanza internazionale al mondo”.

Prima della sua inaugurazione, nel giugno 2005, il centro ed i suoi protagonisti hanno tuttavia dovuto superare alcune turbolenze politiche, finanziarie e culturali.

La ricerca del luogo adatto

L’intricata vicenda è avviata da Livia e Alexander Klee, gli eredi di Felix, il figlio di Paul Klee. Nel 1990, subito dopo la morte di Felix, i due organizzarono una mostra a Berna esponendo le opere di Klee che avevano ereditato.

Quale contropartita richiesero che, entro il 2006, la città realizzasse un museo dedicato all’artista. Dopo sette anni di accese discussioni, la proposta della famiglia Klee fu accettata dalle autorità che, con una donazione ed una dichiarazione d’intenti, la fecero propria.

Quale sede del futuro museo si parlò inizialmente dell’ex ginnasio dove aveva studiato Klee. Poi si pensò alla costruzione di un immobile nuovo. In entrambi i casi l’accento fu posto sulla vicinanza geografica con il museo d’arte di Berna, in modo da creare delle sinergie ed un concetto comune tra i due musei.

Un regalo con delle condizioni

Nel luglio del 1998, i piani iniziali furono tuttavia spazzati via di colpo. Il medico ortopedico Maurice E. Müller e sua moglie Martha donarono al progetto 40 milioni di franchi ed un terreno alla periferia est della città del valore di ulteriori 10 milioni di franchi.

L’offerta era però corredata da tutta una serie di condizioni. In primo luogo, il museo avrebbe dovuto essere costruito sul terreno regalato ai margini di Berna, proprio a fianco del domicilio della coppia Müller e nelle vicinanze del cimitero dove è sepolto Paul Klee.

Inoltre, i Müller precisarono di voler scegliere autonomamente gli architetti incaricati del progetto, senza ricorrere ad alcun tipo di concorso internazionale. Dopo cinque anni di lavori pianificatori, l’inattesa offerta pose città e cantone in una situazione politica completamente nuova.

L’appezzamento di terreno offerto si trovava a Schöngrün, in periferia, ben lontano dal luogo dove sorge il museo d’arte. Così facendo, quest’ultimo si sarebbe dunque trovato separato dalle sue principali (e finanziariamente più fruttuose) attrazioni: la collezione Klee. Un’eventualità che ha suscitato un’accesa controversia nella capitale federale.

Considerato però lo stato piuttosto misero delle loro finanze, gli enti pubblici hanno infine accettato l’offerta dei coniugi Müller e le relative condizioni.

Per la realizzazione dell’opera è stata creata la fondazione Maurice e Martha Müller che, accanto alle famiglie Klee e Müller, comprendeva pure il cantone e la città di Berna, il museo dell’arte della capitale ed il patriziato locale.

Un architetto famoso, senza concorsi

Nel dicembre 1998, il mandato riguardante il centro Paul Klee è stato affidato all’architetto italiano Renzo Piano. Benché il progettista del Centro Pompidou di Parigi e della Fondazione Beyeler di Basilea sia indubbiamente tra i migliori al mondo, l’assenza di un concorso pubblico per l’attribuzione del progetto ha suscitato altri malumori.

Un anno dopo, Renzo Piano ha presentato il suo progetto per il centro: tre colline artificiali a forma di onde che costeggiano l’autostrada e si aprono verso la città. Il cuore di questa “scultura paesaggistica” sarebbe dovuto divenire il legame tra arte, ricerca e diffusione.

Alla fine del 2000, i parlamenti della città e del canton Berna si sono poi schierati a sostegno del progetto con soli 7 voti contrari. L’anno successivo pure i cittadini bernesi hanno votato la realizzazione del centro con una maggioranza del 78%.

A questo punto le fondamenta pianificatorie e finanziarie del centro Klee potevano considerarsi gettate.

Inaugurazione per il pubblico

Diciotto mesi prima dell’inaugurazione, i cittadini sono stati invitati a festeggiare il completamento delle arcate delle tre onde. Nel novembre 2004, la prima collina ha poi potuto accogliere l’amministrazione del centro. Poco dopo anche la fondazione Paul Klee vi ha traslocato lasciando gli spazi che occupava all’interno del museo dell’arte.

La particolare vicenda della creazione del centro si è infine chiusa con una cerimonia inaugurale, il 20 giugno 2005, quando il centro ha aperto le sue porte al pubblico.

swissinfo, Nicole Aeby
traduzione: Marzio Pescia

Livia Klee ha donato al Centro Paul Klee 43 dipinti, 155 fogli a più colori, 344 monocromatici; 9 sculture, 30 marionette, 7 dipinti su vetro e 45 stampe.

Alexander Klee ha dato in prestito permanente 61 dipinti, 228 fogli policromatici e 400 monocromatici; 6 dipinti su vetro, 26 opere grafiche, 5 quaderni illustrati, 10 testi scolastici illustrati e un blocco di schizzi. Altre 126 opere sono state messe a disposizione da artisti amici della famiglia Klee.

Dal Museo d’arte di Berna sono state trasferite al centro: la biblioteca di Paul e Lily Klee, elementi dell’archivio, come 4000 lettere, documenti, utensili per la pittura, album fotografici e diverse liste scritte a mano.

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