Una banca dati per sorvegliare i diritti umani

Le nazioni che non reagiscono di fronte ad abusi dei diritti umani saranno poste sotto stretta sorveglianza da una banca dati online sviluppata dall'Università di Berna.
Finanziato dal governo elvetico, l’Indice Universale sui Diritti Umani segnala quali Paesi stanno facendo progressi e quali continuano invece a rifiutare le convenzioni internazionali.
Lo scopo della banca dati, che ha necessitato di tre anni di lavoro e di 450mila franchi, è di facilitare l’accesso ai rapporti commissionati dal Consiglio dei diritti umani e ai documenti pubblicati dai sette organi convenzionali dell’ONU che sorvegliano la messa in atto dei principali strumenti internazionali relativi ai diritti dell’uomo.
Per Walter Kälin, il professore di diritto all’Università di Berna che dirige il progetto, il nuovo strumento informatico intende fornire un’informazione «obiettiva e credibile» ai membri del Consiglio, delle istituzioni internazionali, dei governi, delle organizzazioni non governative e dei media.
L’Indice contiene per ora 1’000 documenti, incluse tutte le osservazioni conclusive redatte dagli organi dell’ONU dal 2000. Raggruppa inoltre tutti i rapporti pubblicati quest’anno dai relatori speciali delle Nazioni Unite.
Sebbene questo materiale sia già stato messo a disposizione sui vari siti internet dell’ONU, si tratta della prima volta che viene presentato in un modo così strutturato e trasparente.
Kälin vede nel nuovo Indice un prezioso strumento per il Consiglio dei diritti umani di Ginevra, per il quale ha ideato il modello: «Il Consiglio dei diritti umani deve periodicamente esaminare la situazione nei singoli Paesi. Per fare questo deve basare le discussioni su informazioni fidate», indica a swissinfo.
Approccio strutturato
Per ogni paese selezionato, lo strumento di ricerca offre informazioni sul tipo di diritto (al lavoro, alla salute, all’educazione,…), sul tipo di organo convenzionale dell’ONU e sulla categoria di persone affetta da abusi (donne, bambini, minoranze,…).
Con pochi clic si scopre così che esistono 36 documenti per l’Iraq, 71 per Cuba, 203 per la Svizzera, 227 per gli Stati Uniti e 475 per la Cina.
Walter Kälin avverte che non bisogna giungere a conclusioni affrettate dopo aver consultato la banca dati: ogni Paese necessita di un’analisi approfondita. Il numero di documenti trovati non è così necessariamente legato al grado di rispetto dei diritti fondamentali.
Kälin, rappresentante del segretario generale dell’ONU per gli sfollati, aggiunge a questo proposito che le crisi interne o la mancanza di capacità nei singoli Stati – piuttosto che la loro cattiva volontà – possono essere la ragione di una mancata collaborazione con gli organi internazionali.
«Questi sono tutti fattori che devono essere presi in considerazione e la banca dati fornisce le basi per la discussione. Finora questo è stato difficile, proprio a causa della grande quantità di documenti da consultare».
L’ambasciatore svizzero all’ONU a Ginevra, Blaise Godet, prevede a breve termine la firma di un accordo che affiderà all’Alto commissariato ONU per i diritti umani la gestione dell’Indice.
swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)
L’Indice Universale sui Diritti Umani è stato sviluppato dall’Istituto di diritto pubblico dell’Università di Berna in collaborazione con LexUM, il Laboratorio di informatica giuridica all’Università di Montréal.
A dipendenza delle traduzioni rese disponibili dalle Nazioni Unite, i documenti possono essere ricercati nelle sei lingue ufficiali dell’ONU: arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo.
Il sito internet è invece in inglese, francese e spagnolo.
Le Nazioni Unite dispongono di sette organi convenzionali che sorvegliano la messa in atto dei principali strumenti internazionali relativi ai diritti dell’uomo:
– Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale
– Comitato dei diritti economici, sociali e culturali
– Comitato dei diritti umani
– Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne
– Comitato contro la tortura
– Comitato dei diritti dell’infanzia
– Comitato dei lavoratori migranti

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