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Da luogo insalubre a patrimonio dell’umanità

Una mostra ripercorre la trasformazione della capitale svizzera. Insa

Una mostra illustra l'importante evoluzione urbanistica di Berna sull'arco di un secolo.

L’evento è stato organizzato nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario dell’Heimatschutz svizzera.

Cento anni or sono, sulle anguste viuzze della zona di Berna più vicina al fiume Aar si affacciavano abitazioni in pessimo stato, dove il bacillo della tubercolosi trovava terreno fertile. Un secolo più tardi, la città vecchia è annoverata nella lista del patrimonio mondiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO).

L’esposizione «Rettet die Altstadt!» («Salvate la città vecchia!»), organizzata al Kunstmuseum cittadino e aperta dal 9 marzo al 10 luglio, ripercorre alcuni aspetti dell’evoluzione che sull’arco di cento anni ha dato alla capitale elvetica il suo volto attuale.

La manifestazione è stata concepita e realizzata – in collaborazione con il museo, l’Ufficio per la storia fotografica del comune e la facoltà di architettura della scuola universitaria professionale di Burgdorf – dalla sezione bernese di Heimatschutz Svizzera, in occasione del centesimo anniversario dell’associazione che difende il patrimonio paesaggistico nazionale.

Proposte, visioni, realizzazioni

Tra i fattori alla base della trasformazione urbanistica di Berna vi sono gli interventi di bonifica e pianificazione che si sono succeduti nel corso degli anni. La mostra ne presenta alcuni, ad esempio il risanamento di alcune zone della città vecchia. I cambiamenti sono illustrati attraverso fotografie d’epoca, piani e ricostruzioni.

I sette spazi dell’esposizione non si occupano però solo di quanto è stato effettivamente realizzato, ma anche di ciò che è rimasto solo un’idea o un progetto. Questo vale per la riqualificazione dell’aerea del «Klösterli», su cui si è discusso per decenni ma che non è mai stata attuata.

Gli espositori hanno così voluto illustrare in quale importante misura le diverse forze in gioco – gruppi di interesse, attori e forze politiche – influiscono sulla concretizzazione delle proposte, sostenendone alcune e osteggiandone altre.

La città come immagine

Un locale della mostra è dedicato all’evoluzione dell’immagine della città, durante il periodo che va dal 1901 al 2001. Nelle bacheche si possono quindi ammirare rari esemplari di guide turistiche, pubblicate durante gli anni in questione. Tra questi, si trovano testi in ebraico, russo e varie lingue orientali.

Un’altra zona dell’esposizione presenta citazioni di illustri personaggi come Goethe, Thomas Mann, Ferdinand Hodler, Gonzague de Reynold e Rainer Maria Rilke, che decantano le meraviglie di Berna. Non mancano le fonti audiovisive, che permettono l’interessante confronto tra un filmato del 1954 e uno diffuso 29 anni più tardi.

L’esposizione è completata da diverse iniziative, che si aggiungono al volume illustrato che la documenta. In maggio, nell’ambito del «Festival Science et cité», sono previste diverse presentazioni sul tema e in giugno saranno proiettate nel museo una serie di pellicole riguardanti Berna. Inoltre, da maggio a luglio verranno organizzate visite guidate ai luoghi di cui parla la mostra.

100 anni di Heimatschutz Svizzera

Heimatschutz Svizzera è stata fondata nel 1905, quando si cominciavano ad osservare le prime ripercussioni negative dell’industrializzazione sul paesaggio e gli agglomerati. Diversi artisti, architetti e semplici cittadini si erano mobilitati contro l’abbandono dei valori tradizionali in favore delle esigenze della tecnica moderna.

Inizialmente, le opposizioni si erano sviluppate a livello regionale. Quando, nel 1905, il Canton Soletta decise di demolire parte della cinta muraria della città, i gruppi decisero di unire le forze.

Nel corso dei suoi cento anni di vita, Heimatschutz Svizzera ha contribuito in maniera determinante all’adozione della Legge federale sulla protezione della natura e alla creazione di organi federali specializzati nella tutela dei monumenti storici. L’impegno dell’associazione ha permesso di conservare nel loro splendore gioielli quali il castello di Sargans, la Certosa di Ittingen o il villaggio di Morcote.

swissinfo, Andrea Clementi

Berna fu fondata nel 1191 dal duca di Zähringen sulla penisola dell’Aar. Diventata libera nel 1218, si sviluppò verso il nord delle Alpi diventando una città-stato.
Dopo l’incendio del 1405, venne stabilito di ricostruire la città in pietra e si cominciò a erigere il duomo; risalgono a quest’epoca anche i caratteristici portici.
Nel 1848 le Camere riunite per la prima volta scelsero Berna come capitale federale.

Fondata nel 1905, l’Heimatschutz Svizzera conta circa 17’000 membri. È l’organizzazione mantello di 25 sezioni cantonali a libera adesione.

L’Heimatschutz Svizzera si impegna per la salvaguardia della cultura architettonica, con particolare attenzione alla conservazione dei manufatti qualitativamente pregevoli e all’aspetto formale dei nuovi progetti edili.

Gli interventi ritenuti esemplari sono premiati da Heimatschutz Svizzera tramite il conferimento dei premi annuali (Premio Wakker, Premio Heimatschutz, Premio Schulthess per i giardini).

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