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Le mogli dei manager vogliono un ruolo

Come l'attrice Angelina Jolie, anche le mogli dei manager a Davos vogliono partecipare attivamente Keystone

Un tempo, le donne a Davos per il Forum erano soprattutto mogli e non manager. Le cose cambiano e l'economia locale se ne rammarica.

Le nuove partecipanti non sono più dedite allo shopping; il WEF stesso ha rinunciato ai programmi di svago a favore di riflessioni sul ruolo della donna nell’economia.

I manager – in massima parte uomini – delle mille ditte più importanti del mondo si incontrano in una località di vacanza alpina per discutere delle sfide del futuro. Con loro, viste le bellezze della natura e l’offerta della località alpina, si immagina anche un seguito al femminile dedito allo shopping.

Economia quasi ferma

Ma così sembra non più essere. Una statistica ufficiale non c’è, ma un sopralluogo presso alcuni operatori dà un’immagine. Un negozio di alta moda è il primo indizio: «Pochi clienti, le mogli dei manager che regolarmente venivano da noi negli ultimi anni non ci sono più», ci dice con rammarico una venditrice.

Anche Paul Fopp, patriarca ottantenne che da una vita porta in giro i turisti con slitta e cavalli conferma: «Non è più come una volta: il centro dei congressi è barricato, per ragioni di sicurezza anche le mogli dei manager rinunciano alle escursioni».

Il gestore di una scuola di parapendio è invece furente: la protezione dello spazio aereo sopra la vallata gli ha imposto tali limiti che ha deciso di chiudere per una settimana. «L’anno scorso il WEF stesso ci aveva chiesto dei voli con i partecipanti. Adesso non si fanno più sentire», ci dice al telefono.

Cambiamento di rotta

Ma non è solo il fatto che Davos sia bloccata dalle forze dell’ordine a scoraggiare le attività ricreative. E, visti i salari dei più alti amministratori delle multinazionali, non si può ritenere che le mogli non abbiano le necessarie risorse per spendere e spandere.

La ragione è piuttosto un’altra, ed è interna al Forum economico mondiale. Da alcuni anni è stato lanciato un programma per le «Woman Leaders». Tavole rotonde e seminari dentro il palazzo dei congressi sono riservate alle donne; fra le relatrici si dà particolare importanza alla presenza femminile.

Negli anni Settanta non si superava l’8% di quota di donne dentro il Forum; oggi si è già al 15%. «Visto l’esiguo numero di donne con alte cariche nella politica e nell’economia, un risultato notevole», tiene a specificare Laura Deal, responsabile dei programmi in rosa.

Inoltre le mogli, chiamate a condividere la responsabilità dei mariti, hanno ormai accesso ai due terzi delle attività del convegno. «E le mogli ci sono e ci vanno», afferma una vecchia volpe di Davos, Ernst Wirsch, direttore dell’albergo a cinque stelle Belvedere.

In prima fila per un mondo migliore

Che qualcosa sia veramente cambiato lo indica anche l’atteggiamento delle testimonial più in vista: Agelina Jolie o Sharon Stone non sono solo venute per fare la bella vita, ma si sono buttate dentro la mischia, difendendo le loro posizioni per i diritti umani e per uno sviluppo sostenibile.

A anche ad alto livello si notano alcuni nomi di rilievo. La vicedirettrice dell’edizione 2005 del WEF si chiama Lubna Olayan ed è responsabile di una grossa impresa in Arabia Saudita. E anche Carly Fiorina, direttrice del gigante dell’informatica Hawlett-Packard, non si lascia certamente relegare al ruolo di dama di compagnia.

Coscientemente gli organizzatori hanno abolito il programma ricreativo per le signore. Le attività accessorie sono limitate alle piste da sci; lo sponsor principale, un costruttore di automobili tedesco, offre dei corsi di guida sulla neve; i più interessati possono iscriversi ad una visita guidata al centro di ricerca sulla neve e le valanghe della località grigionese. Niente è più diretto specificamente alle dolci metà annoiate.

«Scelte difficili»

Al Museo Kircher, una delle attrazioni culturali di maggior rilievo della cittadina alpina, l’immagine è identica: di giorno le sale sono vuote. Solo la sera, conferma la responsabile Sarah Kaiser, le sale si popolano.

Ma non sono le opere esposte ad attirare il pubblico. Situato a poche centinaia di metri dal centro dei congressi, il museo offre gli spazi giusti per gli aperitivi aziendali e diplomatici. «Tutte le sere cinquecento persone», uomini e donne indistintamente, spiega la responsabile.

«Scelte difficili», questo è il leitmotiv del Forum economico mondiale di quest’anno. Evidentemente il patron Klaus Schwab ha successo nel voler integrare anche le donne nei dibattiti.

swissinfo, Daniele Papacella, Davos

Il 15% dei 2’300 partecipanti ufficiali al Forum sono donne; in vent’anni il numero è raddoppiato.
Le accompagnatrici degli accreditati hanno accesso a buona parte dei dibattiti.
Il Forum ha rinunciato ai programmi ricreativi specifici per le mogli dei manager.

Vita dura per i commercianti di Davos: le signore del Forum sono state accolte nei dibattiti, lo shopping non è più la loro attività principale.

Le irriducibili rimangono, ma i programmi sono segreti. C’è chi mormora che, grazie all’elicottero, si facciano le uscite nella più discreta St. Moritz o addirittura a Milano.

Per discrezione, un operatore di elitrasporti conferma l’intensa attività, ma non rivela ulteriori particolari.

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