Quando un villaggio alpino apriva le sue porte ai prigionieri di guerra
Un secolo fa il comune di Château-d’Oex, nelle Alpi vodesi, ha simboleggiato la politica svizzera d’accoglienza dei prigionieri di guerra. swissinfo.ch è tornata sul posto e ha incontrato i discendenti di questi internati. (Julie Hunt, swissinfo.ch)
Questo contenuto è stato pubblicato il 22 giugno 2016 - 11:27- Deutsch Als die Schweiz Kriegsgefangene aufnahm
- Español Cuando Suiza abrió sus brazos a los prisioneros de guerra
- Português Quando a Suíça abriu seus braços aos prisioneiros
- 中文 当瑞士向战俘张开怀抱
- عربي عندما فتحت سويسرا ذراعيها لأسرى الحرب
- Français Quand Château-d’Oex ouvrait ses portes aux prisonniers de guerre
- Pусский «Добродетельная Гельвеция» и память Великой войны
- English When Switzerland opened its arms to POWs
- 日本語 スイスの山里、第1次大戦の捕虜受け入れから100年しのぶ
Sulla base degli accordi conclusi coi paesi belligeranti, che hanno pagato i costi, 68'000 prigionieri malati o feriti, britannici, francesi, tedeschi, belgi, canadesi e indiani, sono stati internati per diversi mesi nei sanatori e negli alberghi svizzeri.
Questi luoghi si trovavano nelle stazioni turistiche delle Alpi. Una boccata d’ossigeno per un settore completamente inattivo durante la guerra. È pure in questo contesto che si è fortemente sviluppato il Comitato internazionale della Croce Rossa.
Uno dei principali centri di internamento dei britannici si trovava a Château-d’Oex, nelle Alpi vodesi. Nel maggio 1916, 700 prigionieri di guerra britannici malati e feriti sono arrivati qui.
La stazione turistica ha celebrato il centenario di questo avvenimento con dei discendenti degli internati. swissinfo.ch li ha incontrati.
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