Festa dello Jodel, Briga-Glis, canton Vallese, giugno 2017
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Mercato delle cipolle, Berna, novembre 2017
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Combattimento delle mucche, canton Vallese, maggio 2017
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Votazione sul divieto del burqa alla Landsgemeinde di Glarona, maggio 2017
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Combattimento delle mucche, canton Vallese, maggio 2017
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Tim Bischofberger (13 anni) e Christoph Fässler (14) possono fumare in via eccezionale durante la fiera del bestiame di Appenzello, ottobre 2017
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Transumanza, Näfels, canton Glarona, settembre 2017
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Corteo di carnevale, Basilea, marzo 2017
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Jamin Toblicht (7 anni) e Chan Yaruga (6) alla 'Silvesterchlausen' (Babbi Natale di San Silvestro), Appenzello, gennaio 2017
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Festa delle corporazioni cittadine 'Sechseläuten', Zurigo, aprile 2017
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Anche i Babbi Natale di San Silvestro hanno sete, Appenzello, gennaio 2018
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Taglio dell'oca 'Gansabhauet', Sursee, canton Lucerna, novembre 2017
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Gara di lancio delle uova 'Eierleset', Auenstein, canton Argovia, aprile 2017
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Festa degli uomini-cespuglio 'Pfingstsprützlig', Sulz, canton Argovia, giugno 2017
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Festa dello Jodel, Briga-Glis, canton Vallese, giugno 2017
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Sasi Subramaniam, un rifugiato dallo Sri Lanka, ha conseguito il suo diploma di fotografo realizzando un lavoro sulle tradizioni in Svizzera. Il suo è uno sguardo inedito sulle feste popolari e usanze di vari cantoni.
Sasi Subramaniam (immagini), Ester Unterfinger (redazione fotografica)
Quando era nello Sri Lanka, Sasi SubramaniamCollegamento esterno lavorava come giornalista e corrispondente di guerra. Nel 2008 è però stato costretto alla fuga e si è rifugiato in Svizzera. È stato collocato assieme alla moglie nel canton Glarona, dove ancora oggi vive e lavora. “La cultura e le usanze popolari non mi hanno mai interessato”, racconta Sasi durante il nostro incontro a Glarona. “Non conosco nemmeno le usanze del mio popolo. Ero talmente ossessionato dalla politica”.
Nel 2010, una casa editrice gli ha chiesto se volesse partecipare con le sue fotografie a un volume illustratoCollegamento esterno sulle tradizioni glaronesi. A quell’epoca collaborava già come fotografo con un giornale regionale. Durante il lavoro si è accorto di quanto fosse benefico osservare la gente e i rituali attraverso la sua macchina fotografica. “Mi aiutava ad alleviare i dolori e mi ha permesso di accedere a questo mondo sconosciuto”.
Al centro delle sue immagini non c’è semplicemente un’usanza tipica dei cantoni svizzeri. Sasi coglie anche i piccoli dettagli, i momenti particolari, le espressioni dipinte sui volti. “Mi piacciono soprattutto i bambini, che partecipano con molto entusiasmo e serietà alle feste popolari”.
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