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Nel paesaggio le tracce della memoria

Piazza riforma è un insediamento di importanza nazionale secondo l'ISOS (foto: www.isos.ch) swissinfo.ch

Prati, piazze, orti, edifici, vie di comunicazione, monumenti, sono elementi del paesaggio, segni di cultura, patrimonio collettivo di un intero paese: il nostro.

Da trent’anni la Svizzera è impegnata in un ampio progetto: inventariare gli insediamenti, cantone per cantone, documentandoli attraverso pubblicazioni. A quelle già esistenti, ecco quattro volumi sul Ticino.

L’operazione in corso sembra quasi uno scontro tra titani. Da una parte le ruspe, braccio “armato” del boom edilizio sfrenato che ha lasciato segni orribili nel paesaggio, procedendo ad interventi discutibili nella costruzione e ristrutturazione incontrollata di edifici, piazze e arredi urbani.

Dall’altra parte la volontà di contrastare i mostri di cemento con lo strumento della conoscenza. Il peso della cultura, insomma, contro la forza speculativa. Questo compito, e nel contempo questa sfida, è stata assunta dall’Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS), al lavoro ormai da parecchi anni sotto la guida dell’architetta Sibylle Heusser.

Come granelli di sabbia al setaccio

Lo studio sugli insediamenti svizzeri, commissionato dall’Ufficio federale della cultura, fotografa sostanzialmente la Svizzera mettendo in luce città, villaggi, edifici, quartieri, strade, giardini meritevoli di protezione e di conservazione. Ogni traccia viene passata al setaccio. Un lavoro paziente che, nella catalogazione degli insediamenti, coinvolge direttamente i cantoni.

Dopo la pubblicazione degli inventari di Argovia, Ginevra, Glarona, Obvaldo, Nidvaldo, Sciaffusa, Svitto, Uri e Zurigo, Berna e Vallese, le prime pubblicazioni riguardanti alcune realtà del Ticino (Luganese, Mendrisiotto e Leventina) sono state presentate recentemente alla presenza del direttore dell’Ufficio federale della cultura Jean-Frédéric Jauslin.

Basato su precise basi giuridiche, l’inventario persegue degli scopi ideali. “Il nostro presente, lo sappiamo bene, è per forza di cose il futuro rispetto a ieri, il passato rispetto a domani. La coscienza – sottolinea la responsabile dell’ISOS Sibylle Heusser – non può non accordarsi con la memoria”.

Senza storia non c’è futuro

La memoria, appunto, il cui valore Heusser ha sottolineato molto bene: “La perdita della memoria storica, in questo senso, è fatale: va perduta la consapevolezza del fatto che anche il passato è stato ‘futuro’. Pertanto, una chiara rappresentazione del nostro passato, la conoscenza della nostra storia e il ricordo del nostro agire responsabile, favoriscono sagge decisioni, permettono di modellare il futuro”.

In questo senso gli inventari schiudono un passato percepibile, sperimentabile in diretta, concretamente, alla luce dell’oggi. Rappresentano pertanto lo strumento per comprendere l’ambiente naturale e costruito e per pianificare ogni misura di conservazione per il futuro.

“Non si tratta di mettere sotto una campana di vetro – spiega Jauslin – vecchi edifici, quartieri o intere parti delle nostre città. Ma di evidenziare la necessità di regolamentare l’attività in un settore mediante esplicite norme di pianificazione”.

La memoria vale il giro della Svizzera

“Presentando per la prima volta questi volumi in italiano – dichiara a swissinfo Jean-Frédéric Jauslin – mettiamo a disposizione di tutti una massa enorme di informazioni che servono alla preservazione di monumenti, luoghi, paesaggi, siti. Poco prima del Ticino abbiamo presentato i volumi riguardanti il canton Berna, e fra poco toccherà Friburgo”.

Il direttore dell’Ufficio della cultura non ha dubbi: la centralità del valore della memoria vale bene il giro della Svizzera. “Questo inventario terminerà solo quando avremo concluso il nostro periplo attraverso i cantoni. Io mi batto – dice ancora a swissinfo – per quella che chiamo la “memopolitica”, ossia la politica della memoria”.

“La memoria di un paese è composta da diversi elementi: informazioni, oggetti, ma anche paesaggi, luoghi. Va dunque considerata nella sua completezza. Un paese si costruisce solo sulla propria memoria. Non è una visione passeista, protezionista o nostalgica. Possiamo guardare al futuro – sottolinea Jauslin – soltanto conoscendo bene il presente e con solide radici ancorate nel passato”.

Le ricchezze del Ticino

Radici storiche e tracce della memoria di tre regioni del Ticino – Luganese, Mendrisiotto e Leventina – sono ora custodite nei primi quattro volumi (due per il Luganese) in lingua italiana. Contengono gli inventari di 75 località di importanza nazionale: 22 in Leventina, 17 nel Mendrisiotto e 36 nel Luganese.

Tra gli insediamenti inventariati, il centro storico di Lugano e di Mendrisio, il villaggio di Morcote, il Monte San Giorgio (partrimonio UNESCO), l’ospizio del San Gottardo sopra Airolo, le cantine di Gandria.

In Ticino si fa riferimento all’ISOS dal 1991. Gli uffici della protezione dei beni culturali e della pianificazione del territorio ne hanno da sempre riconosciuto la validità e l’importanza. Osservazioni e indicazioni sono state anche inserite nel Piano direttore, uno strumento politico che disegna le linee di sviluppo per il futuro del Cantone.

“Nel nostro cantone – spiega Giulio Foletti, dell’Ufficio dei beni culturali – è ricco di insediamenti di valore, anche in zone periferiche. Basti pensare a Rossura, bellissimo caso di villaggio con case seicentesche e settecentesche. Oppure anche a nuclei come Faido e Fusio, veri e propri palinsesti, dove convivono case di differenti qualità”.

In Ticino, un cantone cresciuta velocemente e diventato area metropolitana, la tutela del paesaggio e degli insediamenti che ne raccontano la storia, assume una rilevanza di primo piano. Ma la consapevolezza, in certi ambienti, è ancora tutta da costruire.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

L’ISOS – così come l’inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali di importanza nazionale, e l’inventario delle vie di comunicazioni storiche della Svizzera – si fonda sulla legge federale sulla protezione del paesaggio del 1966 (articoli da 4 a 12).

In conformità all’articolo 24 della vecchia Costituzione federale e all’articolo 78 di quella nuova, la tutela e la conservazione dei monumenti storici è di competenza dei cantoni. La Confederazione è tuttavia tenuta ad offrire loro un sostegno tecnico e finanziario.

Alla conclusione della prima fase del lavoro di inventariazione, entro pochi anni, saranno stati rilevati circa 6000 insediamenti, appartenenti ai circa 3000 comuni della Svizzera.

ISOS è l’abbreviazione della forma tedesca di Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere. Istituito dalla legge federale per la protezione della natura e del paesaggio, l’inventario è in corso da quasi trent’anni.

Esso documenta tutti gli insediamenti della Svizzera, attribuendo una valutazione al patrimonio insediativo dell’intero Paese. Si tratta di un’operazione pionieristica in Europa e, probabilmente, l’unica del genere a livello mondiale.

L’ISOS distingue gli insediamenti in tre categorie di importanza: nazionale, cantonale e locale. E per insediamento non si intende solo gli edifici o la somma di singoli edifici, bensì anche gli orti, i giardini, i percorsi, i vuoti casuali e voluti, le piazze.

I cantoni sono parte attiva dell’ISOS, utilizzato come strumento per la pianificazione a livello confederale, cantonale e comunale.

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