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Oltre il protocollo, la prospettiva europea

Il Presidente italiano a colloquio con i membri del Consiglio federale Keystone

Gli appelli ai valori della democrazia e la conferma del buon vicinato hanno segnato la visita ufficiale del Presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi a Berna.

Ma la visita va inserita anche nella prospettiva del prossimo semestre di presidenza europea dell’Italia.

Un tiepido raggio di sole ha salutato il Presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi, arrivato in perfetto orario all’aeroporto di Berna. Con lui la moglie Franca in questa visita ufficiale.

Al suono della fanfara militare, l’alto ospite ha raggiunto Palazzo federale ed è stato accolto con gli onori militari dal Consiglio federale in corpore. In Svizzera infatti l’autorità dello Stato non è rappresentata dal solo Presidente, ma dal collegio dei sette ministri.

Riaffermare i valori della democrazia

Nel suo discorso il Presidente svizzero, Pascal Couchepin, ha sottolineato le strette relazioni fra i due paesi. Non solo in Svizzera l’italiano è lingua nazionale; l’italianità è ormai un elemento della cultura svizzera, oltre i confini linguistici.

Si sono ricordati per esempio i profughi del Risorgimento italiano, come Giuseppe Mazzini, che hanno dato un contributo ideologico forte alla nascita e allo sviluppo dello Stato liberale elvetico intorno al 1848.

Alludendo alla sua porzione di sangue italico Couchepin ha poi affermato: «In una regione come la mia, il Vallese, praticamente tutte le famiglie hanno antenati di origine italiana». Attualmente sono oltre 300’000 gli italiani che vivono in Svizzera, oltre a circa 200’000 persone che posseggono la doppia cittadinanza.

Collaborazione e territori impervi

Ciampi da parte sua ha lodato la Svizzera «che ha saputo far buon uso del suo territorio impervio, delle sue scarse risorse naturali». Per l’alto ospite, laboriosità, tenacia e inventiva avrebbero plasmato la «straordinaria identità» svizzera.

Ma Ciampi non ha mancato di rispondere all’invito di Couchepin che chiedeva un’opinione sul futuro della Svizzera nel contesto europeo. «L’adesione della Svizzera alle Nazioni unite, di cui mi rallegro nuovamente, rafforzerà le molte Agenzie internazionali che operano in Svizzera», ha ricordato.

L’auspicio di una maggiore integrazione nel contesto internazionale era esplicito. Anche perché non sono i successi alterni a guidare le istituzioni sopranazionali, ma «gli ideali e la volontà di superare gli orizzonti ristretti dei particolarismi nazionali».

In seguito le due delegazioni si sono ritirate per dare spazio ai dibattiti bilaterali. Il Presidente italiano, è stato ricordato, ha la funzione di garante dello Stato e dunque i numerosi dossier aperti sono questione dei due governi ed estranei all’occasione rappresentativa.

Significativa è stata invece la firma dell’accordo sulla cooperazione scientifica e tecnologica. L’accordo quadro è stato sottoscritto dai due ministri degli esteri, Frattini e Calmy-Rey.

Si è trattato comunque di un incontro protocollare; i contenziosi politici non hanno fanno parte di questo avvenimento, non ci si è avventurati nei dettagli delle relazioni bilaterali, dove si nascondono alcuni grossi ostacoli e numerose incomprensioni.

Seguito mediatico

Eppure dall’Italia è arrivata un’agguerrita squadra di giornalisti. «Il Presidente della Repubblica merita una copertura adeguata», afferma un affannato tecnico italiano della RAI.

I delegati delle reti televisive nazionali si assiepano negli spazi degli omologhi svizzeri. Negli studi di Palazzo federale lo spazio è limitato e l’assedio imprevisto fa sorridere i corrispondenti svizzeri. I padroni di casa sono tutti indaffarati, pronti alla diretta televisiva sulle tre reti linguistiche svizzere, ma offrono il loro sostegno agli ospiti imprevisti.

Malgrado tutti siano occupati, in pochi minuti i tecnici svizzeri organizzano uno spazio. L’utilizzazione dell’infrastruttura della Televisione svizzera semplifica molto le cose. «E non abbiamo nemmeno mandato un fax tre settimane prima al direttore», afferma stupito il produttore italiano.

Anche se, conclusa la manifestazione ufficiale, il sole ha abbandonato la Piazza antistante il centro del potere politico elvetico – seguendo delle bizze che ricordano piuttosto il mese di marzo – la Svizzera vuole farsi vedere dal suo lato migliore.

I veri dibattiti politici sono rimandati al 7 luglio, quando il presidente Couchepin si recherà Roma per una nuova tornata di negoziati, nel pieno del semestre di presidenza europea dell’Italia.

swissinfo, Daniele Papacella, Palazzo federale

Arrivo mercoledì mattina all’aeroporto di Berna
Saluto del governo e onori militari a Palazzo federale
Nel pomeriggio incontro ministeriale, con la partecipazione di Franco Frattini, ministro degli esteri italiano
In serata incontro con una delegazione degli italiani in Svizzera
Giovedì escursione in Ticino e visita all’Università della Svizzera italiana

Il presidente della Confederazione Pascal Couchepin ha sottolineato la larga intesa citando «l’unico problema economico che la Svizzera ha con l’Italia: il divieto di esportare bovini ». Un residuo della crisi della mucca pazza.

Ma con il presidente italiano si è parlato anche di trasporti alpini e priorità al traffico ferroviario; dei passi avanti nella tassazione dei risparmi a livello europeo; delle speranze per un rilancio dell’economia mondiale legata all’incontro dei G8.

Ciampi ha accolto con piacere gli auguri elvetici per un semestre proficuo per il futuro in Europa: da giugno, l’Italia avrà infatti la presidenza di turno a Bruxelles.

Carlo Azeglio Ciampi, originario di Livorno, ha poi lodato l’intraprendenza elvetica: «Tanti paesi di mare invidiano alla Svizzera la maestria con cui si è portata a casa la Coppa America». Alinghi ha lasciato un segno anche nell’orgoglio marinaro del Quirinale.

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