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Partito borghese democratico pronto a spiccare il volo

Keystone

Sulla scena politica nazionale da sabato ci sarà ufficialmente una nuova formazione: il Partito borghese democratico (PBD) svizzero, frutto di un divorzio nell'Unione democratica di centro (UDC). Segno particolare: ha già due rappresentanti in governo e cinque in parlamento.

Il nuovo partito conta infatti fra i suoi membri fondatori i ministri Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schmid, il “senatore” Werner Luginbühl e i deputati Hans Grunder, Ursula Haller, Brigitta Gadient e Hansjörg Hassler. Tutti erano stati eletti come rappresentanti dell’UDC.

Nessuno avrebbe immaginato che la non rielezione di Christoph Blocher in governo, nel dicembre 2007, avrebbe portato alla nascita di un nuovo partito. Ma quell’episodio fa esplodere i dissidi che covavano da tempo nell’UDC fra l’ala nazional-conservatrice, legata a Blocher, e l’ala liberale moderata, legata a Schmid e Widmer-Schlumpf.

Fra le due correnti s’innesca un conflitto che conduce, il 1° giugno 2008, all’espulsione della sezione grigionese, perché rifiuta di escludere dal partito Eveline Widmer-Schlumpf. La ministra è accusata dall’UDC svizzera di avere tramato con i socialisti per soffiare il posto in governo a Blocher.

Le strade si dividono

La disputa fra le due ali del partito è ormai insanabile. Il 2 giugno Samuel Schmid e i suoi alleati dell’UDC bernese decidono di staccarsi dal partito nazionale e di crearne uno nuovo. Anche l’UDC retica imbocca la stessa strada, seguita dai dissidenti dell’UDC glaronese.

Nell’estate 2008 nascono così le prime tre sezioni cantonali del PBD. Queste fondano ora il PBD nazionale. All’ordine del giorno dell’assemblea costituente, sabato a Glarona, figura fra gli altri l’elezione della dirigenza.

Candidato unico alla presidenza è il bernese Hans Grunder. L’ingegnere 52enne, imprenditore e presidente dell’Hockey Club Tigers di Langnau, pur essendo cosciente che dovrà lavorare sodo, si dice ottimista. Grunder sottolinea i grossi risultati conseguiti dal partito nel giro di appena quattro mesi e osserva che presto il numero delle sezioni cantonali salirà a cinque, poiché si aggiungeranno quella turgoviese e quella argoviese.

Molti dissidenti eccellenti

Nei tre cantoni dove è attualmente presente, il PBD attualmente conta circa 4000 membri, ha indicato Grunder a swissinfo. La nuova formazione ha raccolto adesioni importanti. Il passaggio dall’UDC al nuovo partito nei Grigioni è stato compiuto da entrambi i rappresentanti in governo e da 30 parlamentari su 32, nel canton Berna da un “ministro” su due e da 17 deputati su 47, a Glarona dall’unico rappresentante che l’UDC aveva nell’esecutivo e da 8 parlamentari su 26. Numerosi anche i sindaci, i municipali e i consiglieri comunali che hanno voltato le spalle all’UDC.

L’affiliazione di figure di spicco non garantisce però al nuovo partito il mantenimento di quei mandati. L’UDC è fermamente intenzionata a riprenderseli. La lotta si preannuncia agguerrita. Per il momento resta difficile prevedere chi riuscirà ad accaparrarsi la base.

Sfondare a livello nazionale, missione impossibile?

Anche se il PBD riuscisse a prevalere sull’UDC in tutti i tre cantoni, il suo futuro a livello nazionale appare molto incerto. Nei Grigioni, Berna e Glarona la corrente liberale moderata è sempre stata dominante nell’UDC e queste sezioni si sono ritrovate più volte in disaccordo con il partito nazionale. La scissione potrebbe dunque andare a vantaggio dei dissidenti.

Negli altri cantoni, invece, domina la corrente nazional-conservatrice. Per il PBD sarà un compito arduo insediarsi. Hans Grunder osserva che in questo momento all’interno dell’UDC vi sono dissidi fra gli imprenditori, che sostengono il decreto per il rinnovo dell’accordo bilaterale di libera circolazione fra la Svizzera e l’Unione europea (UE) e la sua estensione e Bulgaria e Romania, e i nazionalisti che vi si oppongono.

Ciò potrebbe indurre qualche piccolo o medio imprenditore ad optare per il nuovo partito. Ma anche in tale evenienza il nuovo partito non dilagherebbe.

Il percorso è tutto in salita e l’UDC manterrà la pressione. Il partito di Toni Brunner non cessa di reclamare le dimissioni di Samuel Schmid e lo ostacola in tutti i modi in parlamento.

Dopo un periodo di perdita di popolarità, legata agli errori commessi nella vicenda che ha portato alle dimissioni forzate del capo dell’esercito Roland Nef, sembra che ora il ministro della difesa abbia riacquistato credibilità. Almeno all’interno del PBD adesso fa nuovamente l’unanimità, assicura Grunder. Il futuro presidente auspica che Schmid non ceda agli attacchi UDC e non getti la spugna. “Ma naturalmente solo lui può decidere”, precisa.

Ciò non è in ogni caso sufficiente per consentire al Partito borghese democratico di mantenere i due mandati nel governo federale alle prossime elezioni del 2011. Il PBD gioca la carta del dialogo costruttivo con tutte le forze del Paese e il rispetto delle opinioni altrui. Tuttavia in politica le carte spesso si mescolano e non tutte vengono sempre messe in tavola. I giocatori sono tanti e tutti hanno voglia di vincere. Non è nemmeno escluso che fra i due litiganti un terzo godrà.

swissinfo, Sonia Fenazzi

Come lo indica il suo nome, il PBD si richiama ai valori borghesi e democratici e vuole difendere e promuovere gli interessi delle piccole e medie imprese.

È contrario all’adesione della Svizzera all’Unione europea, ma sostiene “in modo chiaro e senza equivoci” la via bilaterale, compresa l’estensione degli accordi fra Berna e Bruxelles ai nuovi Stati membri dell’UE.

Difensore della neutralità elvetica, è però fautore di una cooperazione attiva della Svizzera in seno all’ONU, alle organizzazioni internazionali e agli accordi di Schengen e Dublino.

A livello federale detiene 2 seggi in governo, 1 alla Camera alta, 4 alla Camera bassa.

Al momento non può costituire un proprio gruppo in parlamento, perché occorrono almeno 5 membri in una Camera. Hans Grunder dichiara che al momento valuta al 70% le possibilità di reclutare un quinto deputato, ma ovviamente non svela le carte.

A livello cantonale, occupa 4 seggi nei governi dei Grigioni, Berna e Glarona, su un totale di 156 negli esecutivi in tutta la Svizzera. Nei tre cantoni detiene inoltre 54 mandati nei parlamenti, sui complessivi 2628 di tutto il paese.

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