Svizzera e Germania hanno raggiunto un accordo di principio su una nuova convenzione di doppia imposizione (CDI). Essa estende l'assistenza amministrativa in materia fiscale, secondo gli standard OCSE. I dettagli dovrebbero essere regolati entro l'estate.
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Il protocollo di modifica della CDI vigente è stato parafato venerdì a Berlino dai ministri delle finanze elvetico, Hans-Rudolf Merz, e tedesco, Wolfgang Schäuble, che ne hanno dato l’annuncio in una conferenza stampa congiunta al termine di una riunione di lavoro.
I contenuti dell’intesa saranno resi noti soltanto quando ci sarà l’accordo dei rispettivi governi. “Per chiarire le questioni finanziarie e fiscali pendenti in vista della firma della CDI, i due ministri hanno istituito un gruppo di lavoro bilaterale”, precisa il Dipartimento federale delle finanze (DFF) in un comunicato diramato a Berna.
I due ministri hanno discusso anche dell’utilizzazione dei dati bancari rubati nella Confederazione e acquistati dalle autorità tedesche. In proposito “la Germania ha preso atto che la Svizzera non presta alcuna assistenza amministrativa sulla base di dati acquistati”, indica il DFF.
“Siamo determinati a risolvere il problema” dell’evasione fiscale, ha dichiarato dal canto suo Schäuble, precisando che per Berlino non entra in considerazione l’ipotesi di un’amnistia per i tedeschi che negli ultimi decenni hanno nascosto in Svizzera miliardi non dichiarati al fisco in Germania.
Le trattative erano iniziate nel settembre dell’anno scorso con l’obiettivo di estendere l’assistenza amministrativa in materia fiscale anche ai casi di evasione. Negli ultimi mesi i negoziati avevano però subito i contraccolpi delle tensioni scaturite dall’acquisto da parte delle autorità tedesche di dati bancari rubati su presunti evasori fiscali con conti in Svizzera.
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