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Nel Canton Vallese si voterà sui parchi solari alpini

pannelli solari in montagna
Pannelli solari installati su dei ripari antivalanghe sulle Alpi vallesane. © Keystone / Jean-christophe Bott

Il popolo del Canton Vallese deciderà se accelerare la costruzione di grandi parchi solari in montagna. I pannelli solari in quota potrebbero produrre molta energia supplementare, soprattutto in inverno. Gruppi ambientalisti contestano però il crescente numero di progetti previsti.

Su cosa si vota esattamente in Vallese il 10 settembre?

Sebbene si tratti solo di una votazione cantonale, sarà la prima volta che un ampio gruppo di cittadini e di cittadine potrà esprimere la propria opinione alle urne sulla recente “offensiva solare” alpina e, più in generale, sui parchi solari in montagna.

All’origine della votazione del 10 settembre nel Canton Vallese c’è la sezione locale del Partito ecologista svizzero, l’organizzazione ambientalista Pro Natura e altre sette organizzazioni. Si oppongono a un decreto approvato in febbraio dal Parlamento cantonale che facilita e accelera il processo di approvazione della costruzione di grandi parchi solari in montagna. Secondo loro, la legge non tiene conto della natura e i pannelli in questione dovrebbero essere installati sui tetti degli edifici esistenti.

Cos’è l'”offensiva solare” svizzera?

La crisi climatica e l’urgenza di garantire un approvvigionamento energetico sicuro anche in inverno hanno portato a un ripensamento fondamentale in Svizzera. Lo scorso settembre, il Parlamento federale ha approvatoCollegamento esterno la cosiddetta legislazione “Solarexpress”, la quale semplifica e accelera la realizzazione di grandi parchi solari sulle Alpi.

La legge federale riduce gli ostacoli alla loro costruzione – tra cui le severe norme ambientali – e offre generosi sussidi. Per ottenere i fondi, i parchi solari dovranno essere di “interesse nazionale”, non dovranno sorgere nelle riserve naturali e andranno smantellati alla fine della loro vita operativa.

Gli impianti dovranno inoltre iniziare a immettere elettricità nella rete a partire dalla fine del 2025, con un obiettivo di produzione complessiva di 2 terawattora (TWh) all’anno, sufficienti per 500’000 economie domestiche.

“Le energie rinnovabili devono essere sviluppate rapidamente”, sostiene il Governo svizzero, rammentando che possono passare più di 20 anni tra il lancio di un progetto di energia verde e la sua realizzazione.

Dove possono essere costruiti i parchi solari alpini in Svizzera?

Grandi progetti solari in alta montagna esistono in alcune regioni della Cina; sulle montagne di Francia e Austria si trovano invece parchi solari più piccoli. Sulle Alpi svizzere, i grandi impianti sono rari, ma dopo la recente offensiva solare sono stati presentati 40-50 progetti, che si trovano in diverse fasi di realizzazione e approvazione, indica l’Ufficio federale dell’energia (UFE). Molti progetti sono previsti in Vallese, noto per essere uno dei cantoni più soleggiati, soprattutto in inverno.

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Argomenti a favore dei parchi solari alpini

Secondo esperti ed esperte, i parchi solari alpini offrono alcuni vantaggi, soprattutto perché gran parte dell’energia verrebbe prodotta in inverno, quando la Svizzera è costretta a importare elettricità. Sulle cime delle montagne e sui pascoli, gli impianti possono sfruttare l’abbondante irraggiamento: sono sopra il livello della nebbia e la luce del sole è riflessa anche dalla neve.

Armin Zeiter, sindaco del comune di Grengiols, in Vallese, sostiene che le voci critiche devono smettere di bloccare i progetti e “pensare alla prossima generazione”.

“Possiamo rimuovere questi pannelli tra 40-45 anni senza lasciare alcun impatto”, ha dichiarato alla Radiotelevisione pubblica svizzera di lingua francese RTS. “Sono stato in vacanza in Irlanda e in Portogallo, e ci sono turbine eoliche e pannelli solari sulle montagne. Qui in Svizzera la gente si lamenta, non si fa nulla e questo è un vero peccato”.

>> Guarda il video di RTS sui progetti solari previsti a Saas-Grund e a Grimentz, nel Canton Vallese:

Argomenti contro i parchi solari alpini

Le incognite attorno ai parchi solari alpini sono tuttavia ancora molte, soprattutto per quanto riguarda i costi, i benefici economici e le ubicazioni ideali. Anche il collegamento degli impianti in alta montagna alla rete elettrica nazionale è complesso.

L’ONG Mountain Wilderness Svizzera ha organizzato diverse azioni di protesta contro i parchi solari alpini.

“Le aree montane selvagge e incontaminate sono gli ultimi grandi rifugi per molte specie animali e vegetali, dove la natura può svilupparsi liberamente. È quindi inaccettabile costruire [parchi solari] in aree poco sviluppate”, afferma a SWI swissinfo.ch Aaron Heinzmann di Mountain Wilderness Svizzera.

Secondo l’organizzazione, i pannelli potrebbero essere installati sulle infrastrutture esistenti, ad esempio nelle stazioni sciistiche. Si dovrebbe però fare molto di più per promuovere la crescita dell’energia solare sui tetti e sulle facciate, un’idea che è ben accettata dalla popolazione. “Mancano le necessarie condizioni quadro e di finanziamento”, afferma Heinzmann.

Altri sviluppi

Cosa succederà dopo il 10 settembre?

Se l’elettorato vallesano respingerà il decreto, i progetti solari alpini potranno ancora essere realizzati nella regione, ma non potranno beneficiare dei sussidi federali e dovranno affrontare un processo di approvazione più lungo. I progetti nelle altre regioni saranno portati avanti in base alle procedure in vigore nel cantone.

Nei prossimi mesi dovrebbero essere annunciati nuovi progetti, mentre quelli esistenti potrebbero essere rivisti o semplificati, come è avvenuto per il parco solare di Grengiols dopo le resistenze locali.

Ogni comune montano interessato – il livello decisionale più basso in Svizzera – avrà comunque l’ultima parola sulla realizzazione di un progetto. Quest’anno, una manciata di proposte ha già ottenuto l’approvazione delle comunità montane nelle votazioni comunali e altre seguiranno nei prossimi mesi.

Il potenziale solare della Svizzera

La Svizzera si è impegnata a raggiungere un bilancio netto delle emissioni pari a zero entro il 2050. Produrre più energia solare domestica è uno dei pilastri di questa strategia. Ma la crescita è lenta a causa degli ostacoli normativi e delle obiezioni locali. Il Governo vuole una produzione fotovoltaica di 34 TWh all’anno entro il 2050 (nel 2022 sono stati generati 3,8TWh).

L’installazione di pannelli sui tetti e sulle facciate degli edifici esistenti potrebbe in teoria fornire rispettivamente 50 TWh e 17 TWh di energia solare, secondo l’UFE. Esistono altre opzioni, come i pannelli sui parcheggi e sulle infrastrutture autostradali (10 TWh). Le ricerche dimostrano che queste strutture sulle Alpi svizzere potrebbe generare almeno 16 TWh di elettricità all’anno.

L’ambiziosa strategia elvetica verso la neutralità climatica è stata approvata alle urne nel mese di giugno. Ma cittadini e cittadine sembrano divisi su come passare all’energia verde, come è emerso da un recente sondaggio nazionale. Circa il 57% delle persone intervistate è d’accordo con l’obbligo di installare pannelli solari sugli edifici. Solo il 38% è favorevole alla costruzione di parchi solari nelle Alpi.

Traduzione di Luigi Jorio

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