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Un invito a riscoprire il mondo

Una delle foto esposte (© Harandane Dicko) Foto © Harandane Dicko

La fotografia africana contemporanea è attualmente al centro di un'esposizione intitolata "un autre monde" allestita al Kornhausforum di Berna.

In mostra una selezione dei lavori presenti alla Biennale della fotografia di Bamako, la più importante manifestazione fotografica del continente africano.

Sebbene siano giunti solo alla loro sesta edizione, gli incontri fotografici di Bamako (Mali) sono ormai noti e riconosciuti anche all’estero. Dopo la manifestazione africana, le foto più rappresentative della biennale sono presentate in musei e centri culturali e fanno, letteralmente, il giro del mondo.

Il Kornhausforum di Berna ha organizzato anche quest’anno un’esposizione sull’ultima edizione della biennale. Per quest’appuntamento, come per il precedente, si è occupata della selezione dei materiali la fotografa zurighese e specialista d’Africa Silvia Luckner.

L’esposizione bernese, resa possibile grazie al sostegno della direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e di Helvetas, ospita il lavoro di15 fotografi provenienti da differenti paesi dell’Africa.

Gli incontri fotografici di Bamako

L’obiettivo degli incontri fotografici, la cui notorietà accresce ad ogni edizione, è da un lato mostrare la varietà e la ricchezza della fotografia contemporanea in Africa e dall’altro offrire uno spazio di confronto ai fotografi del continente e iscrivere le loro opere nel contesto dell’arte internazionale.

La sesta biennale, che ha avuto luogo alla fine del 2005, ha proposto una decina di esposizioni – nazionali e internazionali, individuali e collettive – presentando circa 2000 fotografie e il lavoro di 110 fotografi.

Tema di quest’ultima edizione e titolo specifico dell’esposizione internazionale era “un autre monde”. Fotografi provenienti da tutto il continente africano sono stati invitati a posare lo sguardo sull’altro. Non vincolati ad un soggetto preciso, gli autori hanno messo in scena un mondo al di fuori degli stereotipi abituali e, nelle 380 foto presentate nell’esposizione internazionale, hanno svelato una realtà diversa da quella che si crede di conoscere.

L’oppressione nascosta nel quotidiano

È tra i 37 fotografi che hanno partecipato all’esposizione internazionale che, Silvia Luckner ha selezionato la maggior parte delle 150 foto in mostra al Kornhausforum.

Per cercare ciò che è straniero e sconosciuto, molti autori hanno focalizzato il loro sguardo sui dettagli del quotidiano, altri hanno preferito indagare situazioni e ambienti meno abituali.

Michael Subotzki ha realizzato il suo reportage nel carcere dove fu rinchiuso Nelson Mandela. Lavorando per un paio di mesi nella prigione di Città del Capo, il venticinquenne sudafricano è riuscito a rendere la drammaticità delle condizioni dei reclusi.

Le foto del nigeriano Uchechukwu James-Iroha sono state scattate in uno degli innumerevoli piccoli macelli all’aperto della capitale Lagos, dove vivono 13 milioni di abitanti.

Di genere diverso la serie di ritratti a colori di Paul Kabré. Da diversi anni l’artista fotografa i cosiddetti “pazzi” che popolano, in numero sempre crescente, le strade dei centri urbani del Burkina Faso. Le sue foto riescono a fermare e a rendere vivo lo sguardo di questi uomini isolati dal mondo. Di fronte alla loro espressione viene spontaneo cambiare prospettiva e chiedersi: la gente che vive nelle strade, come percepisce coloro che si definiscono “normali”?

Simile l’approccio del reportage della ventiseienne Fatoumata Diabaté. Le sue foto in bianco e nero raccontano la vita dei Tuareg, ma dietro le azioni quotidiane, la giovane fotografa riesce a cogliere il turbamento di un popolo in trasformazione.

Il centro di formazione fotografia di Bamako

Fatoumata Diabaté, una delle giovani promesse della fotografia del Mali, ha iniziato ad occuparsi di fotografia quasi per caso, cinque anni fa. “Prima di allora – ci dice – non avevo mai pensato di svolgere un simile mestiere.”

“A quel tempo ero disoccupata e alla ricerca di un lavoro qualsiasi. Ho accolto quindi con entusiasmo il suggerimento di mia zia, di iscrivermi ad un corso di fotografia. Dopo un primo tirocinio di tre settimane ho continuato a frequentare per due anni i corsi del centro di formazione, dove oltre a fotografare ho imparato a sviluppare e ingrandire le negative.”

Il centro di formazione fotografica di cui parla Fatoumata Diabaté è stato aperto nel 2000 a Bamako grazie a Helvetas, in collaborazione con la scuola di fotografia di Vevey. Oltre ai corsi consueti, vi sono organizzati anche seminari di specializzazione con docenti provenienti dalla scuola d’Arte applicata di Vevey.

Dal 2005 il centro è completamente gestito da un’amministrazione maliana, cosa che ha permesso di cercare l’appoggio, oltre che di Helvetas, anche dell’Unione Europea e di altri partner della cooperazione.

swissinfo, Paola Beltrame, Berna

In mostra fino al 9 aprile al Kornhausforum di Berna una selezione della 6a edizione della biennale di Bamako. 15 gli autori presenti, 150 le foto esposte

Il 24 marzo, in occasione della notte dei musei, il Kornhausforum di Berna propone un programma di concerti, danze e racconti africani

Nel 2004 il Kornhausforum ha già presentato una selezione fotografica della 5° edizione degli incontri di Bamako

La prima edizione degli incontri della fotografia di Bamako ha avuto luogo nel 1994. La biennale si è attestata in poco come la più importante manifestazione fotografica del continente africano.

“Un autre monde”, tema della 6a edizione degli incontri fotografici (2005), è anche il titolo dell’esposizione internazionale in essi presentata.

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