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Un viaggio nel tempo sul filo dell’acqua

L'acqua è agli onori quest'anno in Svizzera in occasione delle Giornate europee del patrimonio. Per due giorni, il 12 e 13 settembre, la popolazione potrà scoprire gratuitamente l'eredità culturale situata sulle rive di laghi e fiumi.

La Svizzera? Un paese d’acqua! Chi vive sulle rive del Mediterraneo o sulle coste atlantiche potrebbe abbozzare un sorriso ironico. Certo, ci sono diversi laghi, molti fiumi… Come paragonare però il Lago Lemano agli orizzonti infiniti dell’oceano?

Eppure lo ribadiamo: la Svizzera è un paese d’acqua, o meglio d’acqua dolce. Il suo territorio racchiude infatti il 6% circa delle riserve d’acqua dolce di tutta l’Europa. Nelle Alpi elvetiche si trovano le sorgenti di Reno, Rodano e Inn, tre dei principali fiumi del continente che sfociano poi in tre mari diversi: Mare del Nord, Mediterraneo e Mar Nero. Vi sono più di 1’500 laghi, tra cui anche il maggiore bacino di acqua dolce dell’Europa occidentale, ossia il Lago Lemano…

In tutte le epoche, la presenza dell’acqua è stata la conditio sine qua non per lo sviluppo dell’umanità. E ovunque l’oro blu ha lasciato e continua a lasciare un marchio indelebile nel paesaggio. La Svizzera non fa eccezione, anzi. Forse però proprio a causa dell’onnipresenza dell’acqua, l’importanza del patrimonio ad essa legato è un po’ dimenticato.

Un tema che attraversa le epoche

Un oblio che quest’anno potrà facilmente essere colmato grazie alle Giornate europee del patrimonio. “Abbiamo scelto questo tema perché, tra le altre cose, permette di attraversare tutte le epoche”, spiega René Koelliker, del Centro nazionale d’informazione per la conservazione dei beni culturali (NIKE), che si occupa di organizzare queste Giornate.

Neuchâtel, dove è stata indetta la conferenza stampa per presentare gli eventi in programma quest’anno e dove sorge il più moderno museo d’archeologia svizzero, rappresenta in un certo senso l’inizio di questa epopea legata all’acqua. Sin dal XIX secolo, le rive dell’omonimo lago si sono rivelate essere vere e proprie miniere d’oro per gli archeologi. Dapprima grazie al famoso sito celtico di La Tène. Poi, negli ultimi decenni, grazie ai numerosi villaggi palafitticoli dell’Età del bronzo (tra il 2200 e l’800 a.C.) venuti alla luce con gli scavi effettuati prima della costruzione della nuova autostrada.

“Questi ‘giacimenti’ si sono miracolosamente conservati fino ad oggi grazie all’acqua – ricorda l’archeologo cantonale neocastellano Beat Arnold -. Oggi però stanno scomparendo molto rapidamente a causa di tutta una serie di fattori: argini, scavi, erosione…”.

Chiave per capire il presente

Uno degli obiettivi di queste Giornate, oltre a quello di rendere attenta la popolazione alle minacce che pesano su questo capitale sommerso, è di far capire ai bambini e ai giovani che il patrimonio non è “un ammasso di detriti polverosi”, come sottolineato dal direttore dell’Ufficio federale della cultura Jean-Frédéric Jauslin.

“Spesso si dice che la modernità rappresenta una ‘rottura con la storia’, ma si tratta di un’illusione”, dichiara Jauslin. “La novità può essere definita solo in rapporto a qualcosa che esiste già. Il passato ci dà le chiavi che permettono di capire il presente”.

Un passato che, nel caso delle Giornate del patrimonio, non si limita naturalmente alla preistoria degli antenati lacustri.

Fonte di vita, fonte d’energia

La popolazione potrà rendersi conto di come l’uomo si è ingegnato attraverso i secoli per attraversare i fiumi o sfruttare i corsi d’acqua per permettere l’irrigazione, grazie ad esempio alle cosiddette ‘bisses’ vallesane, i canali all’aperto che costeggiano il fianco delle montagne.

Oppure ammirare come si è modificata l’arte di vivere sulle rive dei laghi e dei fiumi e il ruolo svolto dall’acqua. I fossati dei castelli di Bottmingen (Basilea Campagna) o di Hallwyl (Argovia) col passare dei secoli si sono ad esempio trasformati da baluardo difensivo in bucolici laghetti.

E naturalmente ampio spazio sarà dedicato all’acqua come fonte d’energia e alle problematiche legate a questo tema. “L’esempio dell’acqua e del suo utilizzo mette bene in evidenza le tensioni che spesso esistono tra protezione dei beni culturali e ecologia”, spiega il consigliere nazionale socialista lucernese Hans Widmer, presidente del NIKE, menzionando i progetti d’ingrandimento del bacino idroelettrico del Grimsel, avversati dalle associazioni di protezioni della natura.

Questi conflitti, sostiene Widmer, possono essere risolti solo “rispettando la singolarità dei paesaggi o dei siti costruiti”. Ed è proprio questo un altro degli obiettivi delle Giornate del patrimonio: attirare l’attenzione sul carattere eccezionale di questi luoghi.

Una meta che sarà senz’altro raggiunta facilmente. Come non restare affascinati dallo splendore dei mulini sotterranei del Col de Roches, nel canton Neuchâtel, o dall’imponenza della Grande Dixence in Vallese, che coi suoi 285 metri d’altezza è la più alta diga di sbarramento in cemento del mondo?

Daniele Mariani, swissinfo.ch

Le Giornate europee del patrimonio sono state lanciate nel 1991 dal Consiglio d’Europa. Il principale obiettivo è di sensibilizzare la popolazione al patrimonio culturale, “uno strumento di scoperta e comprensione reciproca” tra i cittadini europei.

All’iniziativa partecipano oggi 49 Stati.

Le giornate si svolgono in generale nei fine settimana del mese di settembre. Tutte le visite sono gratuite.

Secondo le stime, sono circa 20 milioni i visitatori che durante le ultime edizioni si sono recati nei 30’000 luoghi e monumenti aperti al pubblico.

La Svizzera partecipa alle Giornate europee del patrimonio dal 1994.

Il tema di quest’anno è il patrimonio culturale legato all’acqua. Nel 2008 la popolazione era invece stata invitata ad andare alla scoperta dei luoghi dedicati ai piaceri del corpo e dello spirito.

Le Giornate si svolgeranno il 12 e 13 settembre. La popolazione potrà visitare gratuitamente oltre 250 siti in tutta la Svizzera.

Sono attesi alla manifestazione oltre 60’000 persone.

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