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Zurigo: sgomberato il Cabaret Voltaire

Keystone

La sessantina di occupanti se n'è andata senza opporre resistenza. I lavori di ristrutturazione dello storico ritrovo hanno avuto inizio come previsto.

L’edificio che nella città vecchia di Zurigo ospitò in passato il Cabaret Voltaire e vide nascere il dadaismo è stato fatto sgomberare martedì mattina.

Si apre così una nuova fase di questa vicenda che, per come si è svolta finora, non fa certo onore ad una città come Zurigo, che pure possiede una sensibilità e una vitalità culturale di livello internazionale.

L’occupazione della casa del dadaismo è in fondo un gesto d’accusa verso le autorità cittadine, per essere state come minimo distratte verso un luogo che ha reso celebri le rive della Limmat quale ritrovo di artisti ed intellettuali europei nella prima metà del secolo scorso.

86 anni fa nasceva il dadaismo

Il movimento “dada” ebbe inizio durante la prima guerra mondiale, quando, nel 1916, in un locale all’angolo tra la Münstergasse e la Spiegelgasse venne fondato il Cabaret Voltaire quale luogo di ritrovo di pittori, scultori e letterati. Tra i nomi dei primi dadaisti spiccavano quelli di Hugo Ball e Hans Arp. Un paio di case più in là, al numero 12 della Spiegelgasse, abitava Lenin, che, disturbato dal chiasso che veniva dal Cabaret Voltaire, pare non esitasse a chiamare la polizia.

In seguito il locale cambiò più volte nome. Negli ultimi decenni era diventato dapprima il “Castel Pub”, poi il “Nachtcafé”, per finire, malridotto com’è, completamente vuoto da oltre un anno. L’attuale proprietario, la compagnia d’assicurazioni Rentenanstalt, ha quindi deciso di ristrutturare l’edificio, con inizio dei lavori ai primi di aprile e di destinare il pianoterra ad una farmacia e i piani superiori ad appartamenti di lusso.

Zurigo ammette: “Una chance persa”

È stato a questo punto, cioè all’inizio di febbraio, che un collettivo di artisti e simpatizzanti, costituitosi spontaneamente, ha occupato l’edificio. “Deploriamo”, hanno scritto gli occupanti in un comunicato, “che all’ultimo cambio di proprietà la città di Zurigo non abbia acquistato l’edificio per ristrutturarlo e ridare al dadaismo lo spazio che merita”. Le autorità hanno accusato il colpo. Jean-Pierre Hoby, capo del dipartimento cittadino per la cultura (che dipende direttamente dal sindaco) ha riconosciuto l’errore.

“Si è persa una chance”, ha detto Hoby, “non per cattiva volontà, ma perché non si è mai valutato correttamente il potenziale di questo edificio. Soltanto ora che un gruppo di giovani l’ha rianimato, ce ne rendiamo conto”. Mancata la possibilità dell’acquisto, alle autorità non è rimasto altro che raccomandare alla Rentenanstalt un gruppo che, l’anno scorso, avrebbe voluto disporre del vecchio Cabaret Voltaire per scopi culturali.

Accordo per un centro “dada”

Ma è stato tutto inutile. Fino a quest’ultima protesta. La settimana scorsa infatti la compagnia d’assicurazioni ha accettato di concordare con i rappresentanti della città un utilizzo culturale del pianterreno e del primo piano della casa. Ma a condizione che i lavori comincino come previsto all’inizio di aprile e che la città presenti un “progetto convincente” entro la fine dello stesso mese.

Questo accordo spiega il pacifico sgombero dell’edificio, nonostante le dichiarazioni contrarie rese lunedì da un portavoce degli artisti-squatter. Sempre lunedì, un centinaio di “militanti” del movimento dada e di simpatizzanti avevano marciato per le strade di Zurigo, assediando dapprima un posto di polizia e poi proseguendo sulla Bahnhofstrasse fino alla sede della Rentenanstalt.

Silvano De Pietro

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