Prospettive svizzere in 10 lingue

“Lezione 21”, le acrobazie di Baricco

Alessandro Baricco al Festival di Locarno per il suo debutto come regista con "Lezione 21"

Lo scrittore Alessandro Baricco esordisce alla regia scegliendo il Festival di Locarno per presentare "Lezione 21", un film sulla genesi della Nona sinfonia di Beethoven. Un'opera onirica popolata di stranezze sullo schermo di Piazza Grande.

“Mi è parsa una fortuna venire a Locarno per presentare il mio film. Ho cercato fino all’ultimo di evitare Piazza Grande – racconta Alessandro Baricco – per vederla solo con il mio film dentro. Perché è una grande emozione guardare una pellicola in una cornice come questa. È una situazione molto vicina a quella del teatro, quando ti rechi in sala per assistere a una prima”.

Girato in lingua inglese, dotato di un eccezionale cast di attori, il film è un’opera onirica, piena di passaggi acrobatici. E’ un viaggio sospeso tra romanticismo e XXI secolo, con un taglio molto pittorico e teatrale.

Pattinatori vestiti di nero si muovono sul ghiaccio portando sulle spalle una bara. Un giovane maestro di musica suona il violino immerso in un paesaggio innevato. Seduto sulla valigia, in mezzo al lago ghiacciato, è ormai una statua bianca come la morte. Probabilmente aveva passato gli ultimi istanti della sua vita suonando.

Sono solo le prime immagini di “Lezione 21” che, sequenza dopo sequenza, tesse una fitta trama sospesa tra sogni, ricordi ed elementi storici, in cui confluiscono quattro storie, di cui non è sempre facile seguire il filo che cuce e ricuce la complessa narrazione cinematografica.

Una galleria di presenze surreali

C’è dunque la storia di Hans Peters, il musicista congelato che poco prima di morire vede strani angeli pazzi. La storia di Martha, la studentessa prediletta di Mondrian Killroy, che parte alla ricerca del vecchio ed eccentrico professore per sentire un’ultima volta il finale della sua Lezione, la storia dello stesso Killroy, geniale e incompreso che dedica i suoi ultimi studi alle opere d’arte sopravvalutate.

E poi naturalmente c’è lei, la Nona Sinfonia di Beethoven, la protagonista quasi invisibile del film, affollato di eccentriche presenze che si muovono su uno sfondo piuttosto carico: paesaggi completamente surreali, abitati da velieri arenati nella foresta, tra montagne innevate e pub londinesi; paesaggi popolati da personaggi strani ed improbabili, avvolti in costumi pomposi o succinti e tratti pervasi da un’aria quasi decadente.

È così che Baricco ci vuole raccontare come nasce la Nona sinfonia e cosa succede la prima volta che viene presentata al pubblico di Vienna. “Mi sono sempre piaciute le cose kitsch”. Forse perché le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte.

Il geniale professor Mondrian Killroy (interpretato magistralmente da John Hurt), funge da narratore della storia. Ci accompagna in un viaggio fantastico nel passato attraverso una lezione memorabile e indimenticabile. Una lezione accuratamente dedicata ad opere d’arte sopravvalutate. In un’ora e mezza, il professor Mondrian Killroy vi distruggeva il capolavoro beethoveniano, con una cura particolare nello smascherare l’Inno alla Gioia. “Lezione 21” è pertanto la ricostruzione di quella lezione, così come l’hanno tramandata gli appunti e i ricordi dei suoi studenti.

La Nona sinfonia, ultimo duello

In molti sensi, la Nona sinfonia rappresenta per Beethoven l’ultimo, grandioso tentativo di dimostrare la propria grandezza e di spezzare la propria solitudine. “Un duello contro il tempo – sottolinea Baricco – nel complesso mercato della musica dell’epoca. Credo che questo sia un racconto che insegni parecchie cose sulla musica classica e in generale su certe dinamiche della cultura europea dell’Ottocento”

“La mia intenzione – spiega Alessandro Baricco alla stampa – era di cercare di osservare un’opera d’arte da un punto di vista diverso, privilegiando un percorso di critica laico. Oggi abbiamo un atteggiamento passivo nei confronti dell’arte. Fin da piccoli siamo abituati a considerare i capolavori come delle verità assolute”.

Secondo Baricco, diplomato anche al Conservatorio, questo atteggiamento spesso acritico e aprioristico di osservare un’opera sempre con la medesima e ricorrente prospettiva frontale, a lungo andare non porta a nessun risultato. “Per me –aggiunge – era importante prendere un’opera d’arte considerata universalmente un capolavoro, come appunto la Nona Sinfonia di Bethoven, e leggerla da un altro punto di vista. Riscoprendo, per esempio, le sue debolezze per avviare così un discorso più libero e laico fino ad arrivare a scoprire una nuova bellezza”.

La bellezza e il tempo che passa

Il debutto cinematografico, che non ha veramente convinto la critica, viene descritto da Alessandro Baricco come inevitabile. “Ho scritto la sceneggiatura senza pensare troppo al dopo: cercavo di scrivere liberamente una cosa che mi sembrava bella, e basta. Poi, dopo, mi è sembrato evidente che trovare un regista che potesse fare suo un film del genere era quasi impossibile”.

Il film popone anche una riflessione sul tempo della vita (giovinezza e vecchiaia) e sulla bellezza, che non sembra avere un valore eterno. “All’inizio – spiega ancora lo stesso Baricco – era solo una storia su Beethoven. Poi, scrivendola, è venuta fuori una storia sulla vecchiaia e sul suo macchinoso rapporto con la bellezza”.

Perché invecchiando la bellezza abbandona i corpi segnati dal tempo, che scava e scolpisce senza sosta la materia che per sua natura si sgretola. La bellezza diventa inafferrabile. Sogno irrimediabilmente compresso.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Il professor Mondrian Killroy è stato un docente universitario inglese eccentrico e geniale. Adorato dai suoi studenti, ha tenuto per anni corsi fuori dal comune, tra cui la famosa “Lezione 21”, interamente dedicata alla genesi della Nona sinfonia di Beethoven.Killroy però scompare improvvisamente e soltanto Marta, una studentessa da lui molto stimata, sa dove trovarlo.

“Lezione 21” parla della senilità, del vuoto e della solitudine che l’accompagna, ma anche del genio, della creatività, che ha permesso a Beethoven di scrivere questa sinfonia basandosi su 15 note che stanno sul palmo di una mano.

Alessandro Baricco è nato a Torino nel 1958, si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al Conservatorio dove si diploma in pianoforte. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore.

Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Etranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana.

Seguono Oceano Mare, il monologo teatrale Novecento da cui Giuseppe Tornatore trae il film La Leggenda del pianista sull’oceano; Seta, portato sullo schermo da François Girare; City e Senza sangue, tutti tradotti all’estero e recensiti dalle maggiori testate internazionali.

Nel 1994 ha ideato e fondato la Scuola Holden a Torino, di cui è preside. Il suo ultimo lavoro teatrale è datato novembre 2007: una lettura interpretata (e ridotta) di Moby Dick

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR