“Scoprire nuovi talenti è una cosa molto difficile”
La stella del balletto Tetsuya "Teddy" Kumakawa fa parte quest’anno della giuria del Premio di Losanna. Il quarantenne ballerino giapponese illustra a swissinfo.ch l'importanza di questo concorso destinato a scoprire le potenzialità dei giovani talenti.
Tetsuya “Teddy” Kumakawa aveva vinto la medaglia d’oro al Premio di Losanna nel 1989. Da allora ha fatto carriera come danzatore ed è diventato tra l’altro direttore della compagnia K-Ballet, a Tokio.
swissinfo.ch: Qual è il valore del concorso che si svolge ogni anno a Losanna?
Tetsuya Kumakawa: È una prova molto speciale. Per i giovani ballerini questo concorso ha una notevole importanza, dal momento che può aprire loro le porte verso una grande carriera.
L’anno prima di vincere la medaglia d’oro al Premio di Losanna facevo già parte della Royal Ballet School. È stato però questo premio a farmi conoscere in tutto il mondo. Anche per me ha quindi avuto un grande significato.
Scoprire nuovi talenti è sempre una cosa molto difficile. Ho accettato di far parte per la seconda volta della giuria perché intendo ridare qualcosa al concorso che mi ha aiutato da giovane. Sono molto felice di essere qui come volontario e, quale membro anziano della giuria, voglio fare tutto quanto è possibile per aiutare a mia volta le nuove generazioni. È semplice.
swissinfo.ch: A cosa presta maggiormente attenzione quale membro della giuria?
T.K.: Cerchiamo di vedere come lavorano i giovani ballerini, di scoprire le loro potenzialità e le loro capacità. E tentiamo di chinarci in profondità all’interno di ogni candidato.
Per i giovani si tratta innanzitutto una questione di fiducia, di non essere sopraffatti dalle pressioni. Probabilmente si sono allenati tutto l’anno per questo concorso.
A Losanna i ballerini devono affrontare un lungo percorso che dura cinque giorni. Nei concorsi normali basta una sola prova e si cerca quindi di fare effetto con un bel costume e un buon make-up. Qui, invece, i giovani sono costantemente sotto osservazione da parte dei membri della giuria, i quali scrutano come lavorano e in che modo sopportano la pressione.
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Un concorso di danza che non fa più l’unanimità
swissinfo.ch: Da parte sua, che tipo di movimenti idealizzati e di emozioni cerca di trasmettere quando si esibisce in danze classiche?
T.K.: La musica è molto importante. Bisogna reagire istantaneamente alla musica. Riuscire a prenderla nel proprio corpo, digerirla e comunicarla agli altri attraverso il movimento. Si deve creare realmente una passione dentro se stessi per reagire alla musica – si deve amarla.
Quando si è giovani si tende a concentrarsi su come saltare e volteggiare, ma si tratta di una fase di apprendimento. Una volta che il corpo è maturato, si cercano cose diverse. Alla mia età, la tecnica non è più così attraente. Sono più interessato alle linee o al modo di mostrare le emozioni attraverso la musica.
swissinfo.ch: La stessa cosa vale anche per la danza contemporanea?
T.K.: Sono sempre stato un ballerino classico. Nella danza contemporanea devi essere un buon filosofo. Devi riuscire ad immergerti in te stesso e a chiuderti rispetto a ciò che vedi attorno a te. Vi è un significato più profondo. Nella danza classica, eseguita da molto tempo, vi è uno stile molto iconico. L’approccio è completamente diverso nella danza contemporanea.
La 41esima edizione del Premio di Losanna si svolge dal 27 gennaio al 2 febbraio 2013. Al concorso partecipano una settantina di giovani, tra i 15 e i 18 anni di età, provenienti da tutti i continenti.
Il Premio di Losanna si contraddistingue per il tentativo di selezionare i giovani con maggiori potenzialità, invece di limitarsi a valutare le loro capacità del momento.
I membri della giuria seguono i corsi e gli esercizi, in modo da scegliere una ventina di candidati per la fase finale. Questi ultimi si esibiscono con una danza classica ed una contemporanea per conquistare il premio.
I vincitori ricevono un sostegno finanziario per seguire una scuola di danza presso una compagnia di fama internazionale. Il Premio di Losanna rappresenta quindi un trampolino di lancio importante per molti giovani talenti.
swissinfo.ch: Al Premio di Losanna il numero dei candidati di sesso maschile è in aumento. Questo fatto riflette un crescente interesse nei confronti dei danzatori?
TK: La storia del balletto è sempre stata incentrata sulle danzatrici. Ma a partire dal leggendario ballerino Nijinsky, anche i danzatori hanno cominciato ad essere considerati più attraenti. Credo che dal profilo della bellezza non vi sia differenza tra ballerini maschili e femminili.
Dal punto di vista atletico, i ballerini possono eseguire passi più dinamici che hanno un impatto diretto sul pubblico. La bellezza dello stile, l’apparenza profonda ed emotiva sono però più sviluppate tra le danzatrici.
Le ballerine raggiungono una certa maturità prima degli uomini. I giovani danzatori sono attirati soprattutto dalla tecnica, sono pieni di energia che intendono esprimere. Questa è la passione di essere un ballerino.
swissinfo.ch: In che modo si sono sviluppati gli stili della danza classica, da quando ha vinto la medaglia d’oro al Premio di Losanna nel 1989?
TK: La civiltà è migliorata grazie a siti come YouTube: oggi tutti possono vedere ciò che fanno tutti gli altri. Tutti cercano di copiare gli altri e di condividere le loro tecniche.
Ma la tecnica non è più l’obiettivo principale come era una volta. Ai miei tempi, la tecnica era tutto. Quando ero un ragazzo ho dovuto cercare parecchio per trovare – e comperare di tasca propria – un bellissimo video di Rudolf Nureyev o Mikhail Baryshnikov, in modo da tentare di diventare come loro.
Oggi ognuno può condividere istantaneamente la sua tecnica. In un certo senso i ballerini di oggi maturano quindi più in fretta rispetto ai miei tempi. La tecnica non è quindi più così essenziale. Al giorno d’oggi i giovani possono concentrarsi maggiormente sulla bellezza delle linee e delle forme di danza. Credo che sia una buona tendenza.
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L’emozione di tornare a danzare
swissinfo.ch: Lei è primo ballerino e direttore della K-Ballet Company a Tokyo. L’anno scorso ha compiuto 40 anni. Prevede di continuare a ballare ancora per molti anni?
TK: È necessario essere consapevoli dei propri limiti fisici. Alla mia età non è più possibile muoversi come quando si è giovani. Ma oggi sono però più maturo come ballerino.
Il mio approccio è diverso. Apprezzo di più la musica e la danza con le ballerine e gli altri membri della compagnia. Modifico costantemente i pezzi classici a mio piacimento. Cerco di rendere le storie meno complicate in modo che siano più facilmente comprensibili per il pubblico, ma vi aggiungo anche più movimenti rispetto ai ballerini del passato.
Ci sono tanti modi diversi di ballare e di esprimere se stessi sul palco. Fino a quando riuscirò a trovare un repertorio per la mia età, resterò sul palco. La gente non deve però aspettarsi da me le stesse cose che facevo a vent’anni. Non sarebbe attraente.
La K-Ballet Company è una compagnia molto speciale. Sono diventato una star in questa compagnia e devo quindi continuare a ballare e vendere biglietti come primo ballerino fino a quando potrò.
Tetsuya “Teddy” Kumakawa è nato a Hokkaido, in Giappone, nel 1972.
Ha iniziato a seguire scuole di danza all’età di 10 anni. Sostenuto dal coreografo svizzero Hans Meister, a 15 anni è entrato nella Royal Ballet School di Londra.
Nel 1989 ha vinto la medaglia d’oro al Premio di Losanna. Nello stesso anno è entrato a far parte della Royal Ballet Company, di cui è diventato primo ballerino nel 1993.
Nel 1998 ha la lasciato il Royal Ballet e l’anno successivo ha creato la compagnia K-Ballet, in Giappone, portando con sé numerosi ballerini del Royal Ballet. Nel 2003 ha inoltre messo in piedi la K-Ballet School per giovani ballerini.
Nel 2006 ha vinto il quinto Asahi Art Scenic Prize per la sua interpretazione artistica e originale dei pezzi classici “Don Chisciotte” e “Lo Schiaccianoci”.
Kumakawa continua a ballare sia a livello nazionale e internazionale. È inoltre attivo quale produttore, regista e coreografo.
Nel 2013 è per la seconda volta membro della giuria del Premio di Losanna.
(Traduzione di Armando Mombelli)
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